La pace nel volto

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09 febbraio 2013 Pulsare dei volti
Nella dimora si accumulano le voci. Menti eccitate distraggono le correnti, assottigliano la luce, realizzano stelle di un cosmo privo di qualità. Eppure presenze benefiche molto attive smuovono ovunque i fondali dei corpi, i tessuti si mescolano con le luci nascenti sì da illuminare anche l'interno della dimora sconnessa. Nel pomeriggio il sole diventa torrido, le gambe appesantite cessano la corsa, il mare trascina i vortici con precisione evanescente, la sofferenza risiede negli occhi di chi è si fermato a guardare. Le tracce utili precedono, risuonano nel petto, danno alla luce gemme celestiali già nate da sempre, la corrente trascina, ma è spenta, inerte, guarda il cuore staccarsi dai rami, lascia la pelle avvolgere l'invisibile. Nella notte le forme si spengono nella vita, il pulsare abbraccia i volti, gli occhi diventano braci dall'odore di pane, amore insensato strappa la percezione del proprio corpo, fremendo per la libertà affonda, non visto. Nel sole più intenso ed affettuoso anche le parole semplici, ti amo ti amo ti amo…., si frammentano, cadono volentieri nello humus tremendamente urbano del bosco qui accanto. Fra mucchi di diossina e arsenici vari, correnti di vita scorrono indisturbate, la pace non turba il caos, il caos comprende e tace. La libertà delle membra attira il vento, canta incessante il richiamo, il cuore viene bloccato, giunge un altro cuore, le visioni assorbono le notti mentre il piede affonda correndo, ancor si vaporizza lo humus velenoso, luci torbide si mostrano ospitali, la neve gela fra le dita, i campi fioriscono, anatre impazzite scavalcano con un sol balzo gli orizzonti. Le membra avvolgono cavità invisibili, grotte piena di vita, aria abissale pulsante, il cosmo compresso, amato, gestante. Fra le membra rotola il calore stretto a se stesso in una palla di implosione, essuda il cielo, assorbe se stesso espande un unico collasso, denso e meraviglioso. La spiaggia si piega, aderisce alla pelle, la ricopre di gemme mobili, brulichii di lumi sollevano l'interno tra immagini termali, le immagini si spengono nella risalita, l'odore del mattino comincia a pulsare, abbandona i corpi, diventa presente qua, sulla riva del lago affondato nella nebbia invernale, dove il vento piega le canne rotte dal gelo, la polvere non riesce a staccarsi dal suolo, sullo scoglio s'increspa la luna, affonda fra le betulle. La brezza soffia all'interno. Gli occhi si riassorbono, il pulsare unisce. La presenza si manifesta sempre altrove, insieme, unite e inesistenti. Le emozioni trasportano nel flusso l'intento di disciogliere l'involucro, mani traspaiono in pressioni volatili, il cuore dona, accetta , dischiude l'incedere emotivo, discioglie, lui stesso non è presente che in unioni non presenti, il fluire precede il fluire, gli oceani si arrotolano in una posizione solida, invisibile, più tenace di un arresto. Gli alberi del frutteto. La cenere nel caminetto. Le pentole incrostate dalla fuliggine. Il legno lievemente marcito della catasta, le pietre del lavabo, farinose, sonore. Le acacie della discesa verso il mare, le buche dei carciofi ora in fiore, le impronte dei daini, ciuffi di pelo sospesi tra i rovi, l'aria fredda discende dalle montagne, la nebbia solleva gli animali, sentieri polverosi esposti a ovest dove il vento è sempre presente, fiori secchi e spezzati.
09 febbraio 2013 Libera unione
Arrivi, cani abbaiano, corse di lupi, aiuole fiorite nascoste alla luce, penombra, fonti incessanti, deserti generosi. I piedi si perdono nella corsa, sabbia sospinta oltre la strada, compagnia nel cielo, lampi precipitosi, pulsare batterico notturno, domande di bambini, energie aliene, l'inesistenza palpita, onde riarse dalle stelle, mani decise nell'operare. La neve nella primavera, il lupo si inoltra nel sentiero, sciolgono le sfere di luce con la pressione del fiato, corre nella praterie, giunge nella spiaggia, le zampe affondano nella sabbia bagnata, un salto e trova il varco oltre le stelle, la sua mente si fonde con le vette delle montagne, viventi prima del tempo, il cuore è l'unione delle manifestazioni, lo sguardo si appoggia al pianeta, la marea cala da lontano, le pressioni fondono i corpi in organi reattivi, luci. Le emozioni frangono le onde, alzano scogliere sonore, il vento piega la bufera appena cominciata, il bacino ruota lento ma incessante, le costole catturano le prime formazioni di energia, scuotono la visione per imporla, il vento incide l'involucro ed esaurisce la tensione, l'oceano appare nella propria estinzione, il calore termina. Il prato muove sopra il manto sabbioso, fuliggine brillante avvolge molteplici accenni inanimati, fessure del cuore emettono lava, la tinta del vapore guida la migrazione, la corsa concentra l'organismo, lo comprime nei propri respiri, rigenera nel vento e, privato del cuore, lo unisce alle montagne perenni, boschi sospinti nel cielo da rocce vulcaniche. Quel che unisce cede e dischiude visioni, immette nelle correnti, la vista affonda nelle tracce al di là delle quali fluisce la vita, ora gli oceani si dissetano, parco informe. La calma consuma gli scogli, nella pace si immerge, il contatto è ovunque l'unione sia libera.
09 febbraio 2013 Nudo
Il tempo dell'inizio e della fine comincia. Nudo nell'estate, fredda alba levigar di pelli, in attesa dello sciogliersi dell'inizio, la fede nei vortici si affievolisce, la giornata scorre altrove, qui ogni aiuto cessa. La vita comincia quando i poteri della società, della fantasia, si interrompono. Nessun inizio, nessuna fine, nessun tempo cui allearsi, alcuna rivoluzione, la violenza resta nel dominio del noto. Scorre la spiaggia nel proprio ventre di squame, in ginocchio sul bagniasciuga, il respiro di alghe nei bronchi, le mani affievoliscono le pretese, ali d'insetto cantano, sguardi di luce plasmano, nessuno trattiene le membra, unioni invisibili scavalcano la trasparenza. Aiutarsi, perdere il proprio contatto, involucri sciolti dai fiori ghiacciati, reti penetranti alzano le foreste nel crepitio degli stagni. All'imbrunire nessun giorno è ancora trascorso. Il cuore chiama se stesso, avvolge le menti assiepate nel tempo, la poesia cessa il flusso del sogno, organi decisivi mutano. Gioia senza estasi, pratica della non fuga. L'oceano interrompe l'inondazione. Domani pioverà altrove, nelle fonti delle praterie, le materie incombono respirandosi a vicenda, lacrime di vapore scorrono, canali di rugiada nutrono le cortecce, il contatto freme dissipando. La terra non si condensa, filtra gli involucri liberandoli, deserti fioriti. L'ascolto comincia oltre il silenzio, quando la fantasia cessa, il silenzio consuma il proprio infinito, quel parco si trova in un pascolo, non lontano da qui, terra disseminata nell'aria dalla furia dei cinghiali, membra intessute di solo respiro compiono un unico respiro, l'ascolto si protrae lontano dai cuori. Il mare rinasce fra le membra, il cammino conduce nella corsa dentro le membra, gambe allacciate al petto, il freddo per compagno.
09 febbraio 2013 Pace senza volto
La luce inonda l'interno, il ventre si espande, illumina lo spazio ghiacciato, esseri elevano membra morbide, il sole scivola nella laguna, il sole è un rettile amorevole, con dolcezza avvolge, si spegne nelle ossa. I bagliori delle correnti amplificano nel petto, trasudano sulle foglie. Le bocche aderiscono in altri corpi, aperte nel vuoto, circondate dalle carni, le carni schiudono correnti inesistenti, tremore del tempo, finestra porta nel gelo ospitale. Gli alberi penetrano il cuore, dischiudono luci, espandono in oceani flessibili, aderenti al tronco. Attraverso il ventre lo slancio appoggia i fiori all'esterno. Le pulsazioni sono le aperture, tendono verso le bocche riempiono di brividi notturni gli occhi spenti, mani abbandonate, dono dell'acqua. Mentre contraggo, il mare espande , accoglie, riempie, striature concentriche avvolgono i contatti, nuovi organismi accolgono altri organismi, unica tensione, una parvenza di scintilla contiene epidermidi fulminee, lo spazio mi disgrega, il saluto dell'amore. Il bosco apre la visione, mentre chiudo il mio essere, il muschio scorre nelle gole anfibie, rocce solari fermano le gemme, consolidano colori informi, di nuovo il ventre contiene gli oceani. Nella pace le voci mute scorrono liberamente, la presa si allenta, si dissolve l'azione, le voci fluiscono con insistenza inumana, gli abbracci coprono il frastuono del tempo. Le luci si manifestano nell'invisibile, i cuori ignorano la fatica, non è che una pietra bagnata dalla risacca. Il mare gocciola nella mente, brucia nella gola. Ti accolgo. Le braccia innalzano un peso evanescente. Le caviglie si distaccano dalla strada, precipitano fra i giunchi a ridosso del lago. Il calore si stringe agli impulsi della corsa, le ossa sorreggono la dolcezza dell'incontro. I prati sono uniti, ogni movimento genera incontri sovrapposti, il petto non contiene più nulla, sventola nella brezza del mattino, espande la pace senza un volto.
09 febbraio 2013 Apparire nel vento
Il vento gonfia il cielo, muta i fiumi in oceani, l'inondazione scorre nel corpo, il vento scuote la foresta interiore, tornadi di polvere innalzano le membra, eccessi di luce travolgono gli organi, l'esterno attiva i mantici, il trasporto avviene nel volo, fiori fluttuano, perdono i colori, i brividi sostituiscono le membra, gli incontri avvengono lontano da qui. Ogni apertura del parco è avvolta nell'aria impetuosa, la pietra bolle nei liquidi mentali, mani la sollevano, la pressione preme le presenze oltre il possibile, così si svolge la prima vera posizione, incurante della luna, delle scintille vitali, la neve sblocca il presente. La posizione del cuore in amore realizza solo pochi accenni, la brezza rompe il sorgere di un giorno, la realtà sospende il proprio apparire, i brividi riappaiono, precedono il bagno lungo lo slancio dell'inondazione, il vento straripa d'impulsi, al calar della luce è ancora più preciso, intenso, assente. Il suolo viene sollevato dai gas stagionali, terme cosmiche planano ogni secondo nei luoghi dell'apparire, ritmi condensati crepitano nelle membra, il vento è il preludio di ogni stretta amorevole, la spinta crea il suo agente, fiori pressati fasciano le membra, i cuori appassiscono sullo sfondo di un'estate torrida, a giugno il calore feriva già gli occhi, ora le mani si distaccano, mosse delle fonti spalano i detriti, appaiono le guaine animate, le loro contorsioni ripetono il disfacimento degli impulsi, l'alluvione primaria crea lo spazio in cui sprofondare per infine intrecciare panieri di giunco, mani compresse sui fianchi oscillanti, i brividi precedono la vita. Lungo il fiume canta l'amicizia dei rettili. Squame lunari brillano incastonate nelle gemme, epidermidi fiorite anticipano il tempo, il giorno è caduco, frutto secco, timido, precipitato nel segreto di un chicco di grano. Volatili mutano le terre in onde immateriali, la presenza della tormenta invernale è lo sguardo di un animale, le membra collinari arricchiscono, liberano il grano dalla corteccia ingiallita, la pressione dell'involucro giunge nel canali dei brividi, morbide gesta avvolgono i resti della pineta, lo slancio fra gli impulsi inesistenti dischiude il presente, il freddo inanimato riporta la vita nella mente decomposta.
09 febbraio 2013 Incanti
Nella corsa aggraziata, l'involucro si sgretola lentamente. Il calore dell' estate perenne schiude correnti di gemme, tracciano lunghe strisce, disegnano l'unione degli involucri con le nature mutanti. Pressioni, tensioni, fiori animati, ritornano nel collasso, si aggrappano al liquido denso in cui contengono, la notte e il giorno li attraversano, la pelle di delfini anfibi ricopre. La scogliera si decompone in cristalli viventi, brulichii di passioni recedono dalle direzioni, sommano il proprio apparire in un unico respiro, dolce colata di accenni amorosi. Fremere nella tensione del torrente. La presenza incontra se stessa, senza volto, senza pressione, lontana dal respiro. Il cucciolo di daino osa il salto oltre il ruscello ghiacciato. L'aria macera il cuore, la pace strappa la corsa dai vortici, un lago cela le terre nel proprio petto, pulsare del profondo, flussi abbracciati investono la giornata. L'acqua trasporta nella vita la vita, freschezza delle montagne condensata nella distanza, emersione dal respiro, polvere umida contenuta nelle gemme, le gemme si dissetano, la loro sete mormora liquida acqua, i ruscelli serpeggiano tra le coste frastagliate, dissotterrano profondi estuari, disegnano gole pulsanti, acqua di crisalidi attive, il sole embrione di mani stellari, il vento le dissemina oltre il punto dell'unione. La concentrazione si placa nel pomeriggio, scorre sul ghiaccio, anatre mangiano il plancton, fluorescenza notturna per spiagge esplosive. Gli incontri generano. Depositi di cortecce affondano le strade. Capanne di stelle oscillano nel brusio dell'alba, piccoli roditori dondolano aggrappati alle spighe di grano. Le pelli si aprono, tuffano i canali in gomitoli d'involucri, il manto giace calpestato, la furia dei pascoli risale le colline, ricompone le radici, le orbite degli inseti sostengono la fine. Agire nel corpo, morbide intenzioni avvolgono la nascita, prima cedere, poi acquisire, tempesta lamellare assorbe le ultime onde, nella forma di un volto salti senza attese, compressione immersa nei brividi che scuotono, infine aggregano i manti dei fantasmi. Le pressioni erompono dagli squarci dei corpi, adattano le nature in oceani stringenti, masse di amore mungono le reti notturne, stagioni gommose invadono i cieli, i mantici animali posano, l'agire si libera, incanti.
11 febbraio 2013 Ogni giorno
I volumi spalancano i cuori nel ventre assolato. Nei dirupi fioriti lo sguardo cattura la cecità. Gli occhi si spengono, entrano in ogni cavità, guaine manesche ripetono il respiro, dosano il coraggio necessario ad attrarre le fonti. Il sole spinge le foreste nel passato fiorito. Movenze invisibili tracciano organi nudi, cola l'allegria, materia inanimata si salda nel petto. E' pomeriggio, calore imprevisto accoglie la tua avventura, crepitìì sfrigolano fra i rami appena innestati, mani graffiate accarezzano il petto, dolcemente lo piegano, la torsione vibra, risuona l'invisibile, ora il canto sostituisce la mente, le pieghe della pelle si aprono, flussi di lava erompono nelle valli carnose, i fiori risalgono la corrente accucciata nella baia. L'inverno ti conduce sull'altipiano. Crateri profumati rigano il deserto, le tempie affossano il respiro nel centro di un cosmo evanescente, nuove posizioni straripano da tensioni inanimate, spingono la frequenza degli abbracci oltre il vivente, la prateria d'aria s'increspa, polvere spenta intasa le gole, nutre mucose abituate alla luce ma ormai pronte a congiungersi. I rampicanti ghiacciati strappano la luce dai cieli, nutrono le fonti ruotanti delle radici, i tuberi assorbono la carne degli spettri, colonne di armenti affollano i vortici, sollevano le radici mutevoli, le avvolgono in mantelli intessuti di sonorità pulsanti. Il ventre si apre alla vita dei pascoli lunari, riflette le stelle, le sue membrane aderiscono agli esseri inanimati dell'inverno affollato. L'altipiano si allontana dalla vista, manifesta la presenza nell'aria ventosa quando appare contenuta nel proprio uovo, nell'alba dei fossili, nel calore del golfo ormai evaporato. La luna spinge la marea all'interno, il petto risale fra le costole, sprigiona salmastro, diffonde nella scogliera semenze insicure, l'incedere temporalesco delle membra inumane affonda nella pancia, il gomito urta il fondo sabbioso, i coralli assorbono le membra per gioco, per se stessi. L'inizio della primavera scorre vicino, articola le ossa, riluce nel bosco, si spegne nei campi lontani, il cuore affama l'involucro per dirigerlo meglio, i vortici della vita calano nei fondali aperti al flusso dell'amore, le vite sommano in tensioni vivaci, squittire di membrane liberate dalla pressione. La costiera sospende il contatto, ritorna nel corpo informe, scuote gli involucri, osserva dalle montagne la fuga del cielo, si unisce oltre il cuore, attende l'arrivo, dissolve ogni presenza, agili posizioni affollano il presente al di là della luce, fra il dissolversi degli abbracci. Il mare si forma lentamente. Calore nel calore, mescere di conchiglie abituate alla tempesta, la densità accoglie spinte invisibili, solidifica nell'assenza di spazio, affonda nel collasso animale, scorre nei canali, appare in sovrapposti livelli, si polverizza lontano, nei cuori evanescenti, riduce nel presente, affolla gli strati del litorale, pinete profonde risucchiate nella giungla lacustre unica presenza nel fondale dell'estuario ancora lontano dal mare, diffuso nel vapore, respiro del tuono. Ogni giorno, nel cuore, al largo, nello spegnersi dell'orizzonte, nella brina sfarinata sulla tua epidermide, nella polvere fluttuante al di sotto delle luci, il volo stringe il passo, contiene il volto in docili carezze, perde la premura, coglie i fiori spumeggianti fra le onde, la spiaggia sprofonda al sorgere del mare, solleva nuovi corpi, altre pressioni riversano nuovi cicli.
11 febbraio 2013 Tornare libero
La luce si placa nel vento, al largo degli occhi, spinta fra le maree salate, mari sovrapposti, gremiti di liquidi animali, anime, unioni spente nella calura del nulla, lo sguardo risveglia, le sembianze nella brina, gelo dopo gelo il prossimo incontro custodisce i tuoi occhi, mani spente, impronte cardiache nell'atmosfera polverizzata, la gioia della prima chioma invernale. Gli impulsi distribuiscono i loro giochi nella pioggia, gocce di lava risalgono i pianeti, le stelle, interi cosmi galleggiano fra le dune di molti cuori in fiore, messi gremite d'insetti animosi, fragore irresistibile nelle profondità dei canali, emergere fra le dune immense, l'oceano le accoglie sciogliendosi, levigando il contatto dell'orizzonte, aderendo nell'interno, la discesa nelle membra fra ossa e siepi umide d'entusiasmo. Un canto inanimato mi accoglie, il petto piegato all'infuori, fessure bagnate dal vento del cosmo, arieti riccioluti pascolano, trovano. Nel tempo la foresta distende i suoi esseri, molte voci rinominano le esistenze, i tamburi prendono la strada del villaggio, il cielo scuote il sonno, le carni sformano le membrane, rispondono ai suoni abbandonando le leggi. Nella libertà il respiro smarrisce l'anima, riposa nell'estinzione, vola leggero, non visto. La vegetazione del lago è avvolta nella nebbia. In una duna solare, stretta nel promontorio, i fiori espandono l'atmosfera, nebbia notturna discioglie la marea, chiome vegetali assorbono il lago nel frusciare del bosco, le ali della foresta planano in alto, disseminano i pascoli oltre il cosmo di tessuti viventi, chiome fiorite immerse in impulsi generativi, forme troppo rapide per raggiungere l'esistenza, la marea respinge l'invisibile nel ventre, la mente respira lontano dalle gole montane, le correnti uniscono, ricompongo le frasi dei corpi rinchiusi in mantelli, conchiglie porose lucide di cielo, ventagli di suoni mutano l'aria nella risacca del lago, quando l'estate si avvicina e l'acqua tende a sciogliersi tra le mani, evapora il sudore nei pressi della notte, ti introduce nella capanna abbandonata dai colori, abbracci invisibili accolgono, nel vuoto di ogni mutamento l'anima provvede sicura, richiesta precisa pulsa fra le labbra, muta il profilo del promontorio, la brezza scende lungo pareti muscolari, la fusione delle braci, cuori addolciti fra le strette aperture, le rocce scuotono l'epidermide stellare. Riposo. Nudità. Inondazione di corpuscoli lagunari. Strati marini compressi negli slanci di ammassi voluminosi, ora il tuo arrivo, densità precedente alla presenza, anima assorbita in un respiro forte di preghiera, la vela della cometa tenace nel vento degli sguardi, le lontre si spingono sulla scogliera, amare nel sorgere del giorno, la luce non ferisce, procede lungo la pelle, squama dopo squama, dischiude gli involucri nella fioritura immersiva, la calda marea dei platani solleva il fondale dei pascoli, immerge nelle membra delle creature, resistenza sollevata dall'amore, ossa schiudono il carico di vita, il vento sommerge le dune. Oltre la vita il manto copre i bagliori dei suoni, la perdita del cuore anima i vortici ascendenti nel petto, tronchi di betulle risuonano nei cristalli, le nubi affollano le braccia venose. Tempo di mietitura, l'acqua divide il cielo nella terra, i roditori fuggono nel tufo. La terra argina i moti del fango, si accumula la semina nella processione, negli sguardi tremanti. Calò un inverno feroce. Il petto lo accolse fra i tamburi montani , la cascata risalì i vortici, scoprì lo spazio delle stelle nella stessa terra, ma più lieve, incredibile di silenzio, senza luce perchè addensato nei mutamenti simili a fiori, labbra pressate in cerca di contatto, il nutrimento dimenticato, fluire impreciso, libero, tornare nell'ombra.
13 febbraio 2013 Riposare
La corsa affonda nella luce lo slancio. Acque cariche di freschezza scorrono nell'aria, avvolgono i venti, uniscono i respiri nelle correnti in dissolvenza, l'appoggio si riassorbe oltre lo slancio, il peso lascia tracce inesistenti, si appoggia sopra le anime carbonifere, odore di muschi neutrali planano nelle trachee. Il tartan diventa trasparente, le membra tracciano nel suono l'incedere sicuro, veli lattiginosi smembrano il tatto, il cuore inguaina la carne palpabile, le rondini riconoscono le vie vorticanti, risalenti nei ghiacciai, luci dissolvono i perimetri, il promontorio sfarina le proprie rocce, venti respiranti affondano nelle carni, montano le tempeste come richieste furtive, la densità dell'acqua contiene il percepibile, diluisce l'essere, cancella liberamente. Il timore frena il vento, lo tinge di salsedine, emette onde marine, velluti carnosi ne sollevano l'umore. I pianeti riducono la distanza, l'odore dei vortici calma l'ansia, il vento risale di pianeta in pianeta, coglie il cambiamento, si stende nel lago, ne contiene la forma, rilancia la densità in cuori stellari, il pasto accetta l'assenza, prende le mani nel frastuono del petto, gli arrivi ripetono l'incontro, davanti la cava la siccità cattura il mercurio. La giacca cede alle spinte, le brezze sono acute, siepi spinose spumeggianti amore. I frutti del pomeriggio allietano le siepi, il corpo libera, caldo sudore avvolge le foglie primaverili, i primi insetti si allacciano ai tendini, nel vuoto del cuore rimbomba la pace, caverne svuotate tacciono nel nuovo gelo, il bosco radente alla brezza crepita i propri legni lacustri, invocazione necessaria, delicata, ombre tattili mimano il sesso, unione e calore piegano il volere nella penombra dei lecci, fa caldo, l'inverno è precoce, le mani cadono con i loro frutti, animali avidi grattano il suolo invitante, abbracci. Il moto dei rami è presente nell'altrove, la pelle segue la corteccia, modella una tessitura ma la furia precede la fioritura, passione contenta, accoglie , nel passato e nel futuro bacia ovunque la brezza incontri veli di epidermide. Fra i rami il presente smarrisce i contorni, gemme umide avvolgono le bocche, piedi morbidi accarezzano le membra, riconducono le pressioni nella trachea ove implodono, liquidi ingordi gemono nei ventricoli, microflora estiva conosce nient'altro che la rinascita. L'amore si allunga troppo, strappa la presenza dal cuore, dallo scoglio, piega la costa nella traettoria di un languore arioso, finestre lacerate schiudono velluti pulsanti, mani intrise di desiderio assorbono il cosmo, volere, ottengo la libertà , perdono la presenza, l'umidità cancella la scogliera, , le vallate si liberano della nebbia, precipitano sul fondo dei laghi, la flora galleggia, mostra il suo aspetto polmonare, fra gli animali. Riemergere. E' così veloce l'arrivo, immenso lo spazio sul quale incombe, presenze disintegrano, bolle di speranze assumono i cosmi, il ponte ingoia il futuro, mani callose afferrano le amicizie, il contagio gioioso sgretola l'estate, estende paesaggi liquidi fra le polveri degli occhi, rinascita perenne colma il tragitto, le posizioni dell'amore cantano, lanci nei cieli di fiori assorbiti, riposare senza senso.
14 febbraio 2013 Esuberanza
Il tuo abbraccio nel sospiro sopra i cieli. Rilievi, manto di pietre, giochi confinati fra le membra diurne. I boschi riprendono forma. Aria condensata rotola sul terreno, deserto friabile, lacci di luce scorrono le braccia, vicino, un respiro sorprende. Gli occhi tengono, ma il contatto stringe in basso, la folla stira il giorno, la risacca solleva humus marino, alghe galleggiano nel ventre, lungo i bordi della pianura, il canale riga il pomeriggio, strisce di gabbiani, i giorni incontrano altri giorni, bosco di canapa ingiallisce, l'estate apre e scompare. L'esuberanza del cielo, sommesso nel corpo, vicino al fiume i rumori tremano, vivono nella densità fluttuante, altrove, nell'aria, nel nulla, l'arrivo della notte fusa nel giorno, la visione placa il sangue, sottili vapori sovrappongono altre esistenze, un permesso delicato per baciare l'aria in un fiore. Il silenzio irradia laghi in penombra, lampi senza luce intessuti di tensioni avvolgenti, il silenzio emerge fra le reti asciutte, rosse al tramonto, incolori per le ossa. Laghi assorbono gli oceani, terre carnose flettono nella boscaglia umida per la foschia senza tempo, il lago nell'aria copre il cuore.
15 febbraio 2013 Sfaldare il tempo
Il ritorno allieta la presenza. Volti felici, il petto affamato placa l'entusiasmo, luci alate, non invasori, rallegrano i campi sconnessi dall'aria, rivali incantati testimoniano l'agire. Campi luminosi accolgono il mattino. L'intensità posa una leggera frequenza nell'interno della terra, fiori invernali stringono gli odori, chilometri di slancio, la lava si tuffa nell'oceano. Custodire l'impeto del cielo, la schiena tende la pelle, fra le ossa scorre la fonte dei laghi, la corsa si spinge fra le tue gambe, giocare nell'umido, odori inspessiscono i corpi irruenti, giunge inaspettato, volare fra le membra. L'acqua sospira al di sopra del suono, alberi disseminati nei campi senza tramonto, il corso del cielo avvolge i tempi, inonda per generare la mente, poi l'ascolto, oggi nella strada scorreva un tempo informe, non di aria, ma denso di terra imprecisa, dagli oceani scomposti, unione consumata, frattura del reale, operare nel cuore fra le mani, non inganni ma molti volti ruotavano fra le membra delle fontane. L'aria sfalda il tempo, luce non illuminata scorre libera, non illumina, è luce per via del suo contatto, anima oltre la luce stessa, prima e dopo ogni incontro presenza intensa unita e assente, ripercorre l'entrata, doni in cui l'amore pulsa, attivo, vivo con contatti intrisi di luci, bagliori, lampi, osservare il cuore emettere il proprio ritrarsi, entrare nella custodia della libertà, unione così presente da non essere percepibile. Scorrono le mani, percorrono l'acqua, sostengono i vortici, presentano le cascate, nel risalire increspano la polvere del deserto, unite scompaiono nel profondo, altri corpi ripercorrono i canali immersi nella luce, oltre la via, non una strada, la luce animata assorbe i fiori, i gerani si presentano nella nuova giornata, il suono concentrato del pulsare non ha suono, incredibile presenza. Mattina affollata dalla luce, molte velature frusciano sommesse lungo le epidermidi, depositano impressioni nella brezza indecisa. Poi la fioritura gira nelle valli lungo il promontorio, decisa presenza desta la vegetazione del bosco estivo, fiori innaturali compongono sopra il vento, l'aria si fonde nell'abbraccio, allontana la presenza in disegni di petali freddolosi, l'aria scompare girovagando tra le pieghe della scogliere, le dune estendono l'orizzonte oltre la mente, il cuore distrugge i cunicoli, i mari diventano rugiada salmastra, ultima traccia evanescente, il sorriso bacia altre labbra, la mente è ben ferma.
16 febbraio 2013 Emozioni
La bufera attinge il seme dal petto, incolume cavità protetta dalle pietre artiche, radure stipate da conifere innevate sovrastano scogli ghiacciati, il blu dell'oceano immerge nel ghiaccio, nuotare nell'acqua condensata dal freddo, remoto passaggio, le stelle guidano il volo con precisione. Quando l'aria entra e non incontra ostacoli, si fonde con la terra, il peso svanisce, il tempo scorre altrove, il mondo fluttua più in basso mentre quello in alto procede nel silenzio, in movimento, gli alberi abbracciano tutto, coloro che si nutrono di luce sono distesi nei fondali corallini, molto vicini, irriconoscibili. Il cuore lascia la sede. Nel cuore l' immagine trova le tue mani, pronte al contatto. Il roseto cancella i segni del passato. Lievi impronte termiche tutelano le gemme delicate, primaverili, il volto riconosce alcuni lumi, inondazione, unità, fusione, oltre la luce, immersione privata del sostegno. Il canto ama il pallore pulsante, scivolare di mani fra posizioni continue, manto di calore umano protegge la primavera. La canzone del gelo affonda nell'ospitalità della carne, pietre levigate assumono i tessuti, palpitano sommesse nell'alba illimitata, il passaggio si affolla di pini, aghi giallastri tessono di resina un nuovo suolo, membrana elastica sulla quale scorrono le presenze, cuori innervati di pioggia producono gocce nella terra quotidiana, l'ordinario osserva, freme liberando le tensioni, immergendole nella grazia dei corpi. La pratica delle membra è accolta, il vento incorporeo palpa senza unire, fragile filo di gocce d'acqua vibra al mutar del giorno, unione di corolle iridescenti scossa da irruenti flussi di vie animate, manifestazioni ripetute aggregano altre fioriture, pronte a sciogliere altre gocce floreali, il sapore di clorofilla dissolve l'alba, ricompone l'unione senza bisogno di spazio, il ramo muta il braccio, la mente, l'oceano, le stelle, la polvere, il cuore, radici percorse da frequenze inanimate, il cielo coglie il suo raccolto nei pascoli, allarga l'apertura nel ghiaccio, diffonde corde di emozioni elastiche nelle movenze degli spiriti. Il tuo piegamento raccoglie l'acqua oltre i fondali. Le ginocchia stirano il bacino, placano la mente, nel lago s'immerge il distacco del cuore, la schiena cede, nelle sue fessure la luce inonda il respiro, l'elevazione supera il manto erboso, fra le onde informi, unione di spiriti d'altopiano, le membra abbandonano il centro, fluiscono e, di nuovo, altra acqua viene raccolta. Il tuo bacio senza forma precipita preciso, raggiunge ogni cavità ,calma le spiagge nel loro assorbire, fiori liquidi scolpiscono gelatina pluviale.
17 febbraio 2013 Erba avvolgente
La terra nutriente risiede nell'aria, gonfia e solleva, respira nell'acqua, immerge l'alluvione tra costole pietrose, assorbe i vortici in un lento polverizzarsi, alba nel cosmo, polvere paludosa frange i flutti dell'estuario, calare fra le onde, le alghe, sfiorare la terra fiorita. Il petto è fermo. Le onde sono riassorbite. Lo scintillio nella sabbia cessato. La luce si è concentrata, indeterminata. La realtà è volata altrove, la leggerezza cancella ogni manifestazione, le tensioni non agiscono. Erba avvolgente, alta, siepi arboree, resinose, insetti ovunque, suoni flebili, rimati, animali oltre la vita, luci parlanti affondano nelle pelli, i soli spengono la mente, cespugli intrecciano cupole ariose, l'aria solleva il peso, spinte insistenti di liquidi impalpabili. Tremori nei rami scuotono le palpitazioni immobili, rituali e impulsivi scorrono nelle pietre, demoni cristallini ricoprono i corpi, montagne fluttuanti immobilizzano l'aria, il corpo calca la morbida carne, il petto geme incredulo, ritorna il tempo nelle cavità degli arti, legato come un sasso, stremato dalla corsa. Una spinta fra le costole desta la fornace, ruota un soffio di grano misto ad aria sorgiva, lepri trasparenti lanciano richiami poderosi, ecco che giungono gli spiriti felici, la melma del fiume li accoglie festosa, affondare nel diluvio di liquami paludosi, il petto aspira e concentra in un'unione di valanghe ghiacciate, ripide passioni usurpano le menti, allontanano gli spazi noti, il velo protegge, ama, penetra il diaframma, l'aria implode nelle gemme ricoperte di nevi, i gladioli profumano, anticipano l'azione. Il suono crea il cielo, scorre nelle ossa, la cavità della schiena è il tamburo di un'anima.
18 febbraio 2013 Contatto
Nel cuore si racchiude lo slancio, nell'inesistenza di una microcontrazione flessa in un perimetro ventoso, indefinito nello sforzo, sboccia la frequenza senza tempo, ribelle incontenibile, pacifica, dimensioni lanciate oltre la mente, ma dalla mente vissute nell'eco del proprio esistere, malfermo, eppure scosso dolcemente dai venti liberatori, se solo le gemme si spingessero oltre la fioritura, liscia materia cola dalle corolle, infrange il duro spessore dell'acqua, tintura modellata negli occhi, variare del cielo, le mani aprono molte strade, polverizzarsi di rocce aria insabbiata nel ventre, la natura rimacina i semi della nascita, la parvenza della luce fruscia impetuosa nei canali fino a scorrere tra gli spazi vuoti catapultai dagli involucri altrove, alba sconnessa, maturata dal cuore. le mani pressano le pulsazioni dell'aria, le tensioni del respiro creano ritmi viventi privi di cuore, vegetali lacustri scorrono rapidamente l'insonorità di quei ritmi, lasciano il cuore modellare la palude, sollevano immensi oceani incolori, s'immergono fra i molti organismi pulsanti, una corrente ignota modula il generare di floride falesie, i cuori tuffano il più solido dei corpi, una terra fragrante racchiude le carni, vortici lentissimi discendono nelle ossute profondità, il modulare impulsivo agisce nei cori degli altopiani, cadono gocce di luce, laghi privi di peso scorono placidi dentro i fiumi melmosi densi di vita, aggraziati nei delfini turchini, multipli cuori vacillano fra le onde dissolte da contatti impalpabili, le mani serrano i piedi, pomeriggio frugale nella città torrida. Petali di gladiolo segnano il rigore invernale, il gelo traccia il perimetro della fine, nei campi i raccolti di ninfee cristalline crescono nell'alba gelida di vapori, torrenti di vento riuniscono disseminano i cuori invisibili fra le onde di brina gelata, il distacco del pianeta agisce le acque, ogni istante per il tuo corpo l'amore la carne si riempie di fiori, pulsa lontano, frammenti al posto dell'amore, ritorno, pace. La direzione delle correnti sale, raggruppa molte anime, cancella ogni contatto, rende intenso il primo cielo, il secondo e poi altri ancora, nel suo frangersi nella brina invernale la musica appare, era nelle tue azioni un canto vistoso, ruscelli gelavano l'intrico di rami, aria fondeva il diaframma accalorato, sciogliersi fra le onde incorporee, ogni luogo vola nel petto, fiducioso di amore, dissolve al contatto.
17 febbraio 2013 Focolare
Il pomeriggio scorre sulle guance. Le immagini compongono con precisione, montagne alate riluccicano fra le mani, i muscoli dirgono nella piena della vita, erosione, la presenza nel tuo canto. Spesso anticipavi il cuore, era un riorno presente, fra le tue mani il vento diventava instabile nella forma, nella via, tu assumevi i rituali di un'inondazione benefica, i legni accumulati sui pendiì, dopo il disgelo, giungevano veloci nella diga naturale, il fondo duro e pietroso, popolato dal calore, pressione fra le vertebre, intensa, concentrata dagli spiriti attratti dal tuo apparire evanescente, resti qua ora con noi, pasto serale, amichevole, colto dalla scomposizione dei cuori. L'apparire è il crollo, legami acquatici rinvigoriscono il tronco, getti di luce, ti stringi e il cuore batte di nuovo, impulso legato alla lucentezza di tenebra, lieve, risacca fra le dita rugose. Nei campi incolti le stelle specchiano le cadute. Sussurri attutiti dalla neve, impercettibile ventaglio lanoso, maiali selvatici accucciati nella grotta, caviglie allacciate al ceppo, il calore del focolare ravviva la parete, spiriti aleggiano fra le scintille. Le fiamme risalgono, cancellano la propria immagine, caduta ventosa nello spazio ora pieno di luce illuminata, fragile implosione, fra gli omeri la tensione cede, il vuoto vola fiorito, denso di pietre spesse, fluttuanti, mare assorbito, volare ridente, così ho immaginato tutto il giorno il tuo ritorno. L'arbusto verdeggiante fra due lune lucenti, vortice unito mentre il cuore si allontana sempre di più, nello stesso cuore.
19 febbraio 2013 Calore del giorno
Il cuore è un respiro, è la pelle, è il sole nei vortici, i canali che nutrono l'epidermide sono il cuore, il cuore nel respiro è la natura, la natura è il manifestarsi, è la libertà dal proprio cuore, il cuore libera il petto, ama la costole si slancia, assorbendo, immobile, l'aria, la natura, il respiro, l'arrivo della luce, canto progressivo trova la pace nel fremito, la brezza della natura ora implode denso nutrimento, acqua di palude raccoglie le tue mani, le inserisce nel petto, in là nel tempo, sempre più giù, il cuore è planare nel vuoto , non vedere il luogo, abbracciare la vita, mutarsi fra i rami estinti, il cuore è sciogliere il frastuono nel flusso di canali, loro stessi cuore, del cuore, assorbiti nel respiro, la natura contenuta in un niente oltre la natura, fra le strade quotidiane, cibo dopo cibo, incontrare nel silenzio manifestazioni molto presenti, la loro presenza costituisce il vento, il vento è un fiume di mani, luci di corpi appaiono, sono cuori dolci movimenti della natura, la natura fiorisce nella natura fiorisce, volto, corpo, abbraccio intessuto di soli, frastuono del manifestarsi, silenzio nel manifestarsi, compare nel cuore, invade l'amore, appesantisce nell'abbraccio, il canto intesse il cielo della natura, cielo del cuore, il cuore celeste erompe nella mente, pone il proprio silenzio fra le nature del manifestarsi, stretto nel cuore scivola vitale, amato riassorbito, lucente nelle gocce dell'alba, tepore nelle valli, ancora silenzio denso della sua presenza, poi la presenza mentre il cuore libera il presente, nuovi territori per il corridore entusiasta, sudore bagna il mare, i ghiacci, raggi innaturali piegano il corpo, quel che scorre deciso, con volontà, rifugio nel fiori, fiorito nella natura, trasmesso nel silenzio, scompare nel manifestarsi, senza lottare per il tuo amore, testimone vivace. Le labbra affondano nelle mani, le mani affondano altrove, l'altrove sei tu, osservi negli occhi, trovi correnti manifestanti invisibili esseri, esseri nutriti dalla stessa libertà, riposa, l'avvento delle stagioni calma le correnti montane, sotto il deserto rapidi movimenti stellari, corre nella luce fra le pieghe della fronte lo stesso uomo, altra pelle deposta fra le spirali di gemme, un bulbo luminoso al posto del cuore, l'aria penetra l'attenzione, la presenza, filtra pigramente tra le fasce fiorite delle siepi, reti ammassate nell'abbandono, fermo nel gelo dello slancio, parole come demoni frangono le correnti. La neve illumina la notte del giorno, rapide salite, collegano i passaggi dei cieli, i fiumi ghiacciati brillano nella neve lunare, l'aria è il ghiaccio mentre scintilla fra i cuori, pace nelle vallate, estate unita nel gelo, paludi sovrapposte alle foreste, i boschi nutrono le membra, le ginocchia cedono alle ginocchia, il peso si scioglie nell'assorbimento, la fronte è l'oceano e pulsa nelle labbra, le piante scorrono sul limitare della scogliera, il vento congiunge l'aria, le onde, il gesto ricompone il gesto, attenzione del silenzio copre la vallata nutrita nella pace, presenze trovano il calore, scorrono insieme, presi insieme, manifestano, assumono ogni esistenza, appoggiate nella vita, con delicato senso dell'abbandono, masticare l'alba nell'intimo, la luna abbaglia, liberare il silenzio.
20 febbraio 2013 Racconto
Il vento sosteneva i piedi, radici emergevano dal cielo, univano la gioia delle valli col riassorbimento del cosmo, allora i piedi si sollevavano, l'intero essere veniva disciolto in un'altezza impropria dove incontrava sorrisi senza tempo, trovava la vita, non i viventi. Nel disciogliersi l'animale emise il suo frutto, la brezza permise ai fiori di accogliere gli animali scossi dalla mutamento degli oceani, i petali si richiusero sulle carni variopinte, vive e libere, senza padroni. L'alba precedette la primavera, i fiori si tuffarono oltre il destino, il caso si decompose nel loro cuore, il loro cuore irraggiava luce pur essendone privo. Così i loro figli tornarono a casa e raccontarono di aver visto fiori ghiacciati sbocciare sui ghiaccia mentre la primavera sorprendeva il calore dei loro sensi, come il ghiaccio duro, trasparente cristallino di una grandezza capace di accogliere i loro umori, assecondare la pace, neutralizzare l'impeto della felicità. Ora, nelle proprie case, potevano dirsi felici, poiché non vi era altro luogo che quella parola per creare un varco, una unione con l'invisibile perduto. Il lago era stato prosciugato, le valli ricoperte dalla vita ordinaria. I sogni scorrevano ovunque con debolezza, nostalgia, finchè di nuovo, non si sa perché, la luce cominciò a retrocedere, la vita si concentrò in immagini sempre più sfocate e stranamente inutili. i racconti non poterono contare sul passato né sul futuro, gli esseri dedicarono la loro attenzione all'oggi, nell'oggi hanno raggiunto le cavità cardiache, il petto, le foreste estese nei corpi, i materiali in cui lo spazio si è sedimentato dimenticandosi. Il presente sfugge alla quotidianità, aleggia nei vortici di energia, riempie il vuoto che crea la natura della natura e poi, incontra il sorriso nella tormenta di neve, nell'acqua condensata nel ghiaccio, nella sabbia mentre il cielo sommerge le luci. Un racconto spinge la risacca fa le mani. Nelle parole sorgono le selle, nell'immaginazione la foresta libera l'esistenza. La testimonianza di amarti, il possesso, di un contatto impreciso e vivo, il cuore mentre distacca il suo potere, le unioni degli abitanti del lago popolano le fonti parlanti, la sicurezza del nominarti precede lo spuntar delle foglie, fuori dalla quotidianità gemme e rime forzate crepitano garrule nei canti degli insetti. Riemerge oltre l'orizzonte per precedere l'amore, liberarsi dai gesti, un pasto frugale, il luogo percorso dalle correnti notturne, dalle serpi multicolori, nodi sonori spinti tra la lanuggine marina, cespugli strappati dal vento, un altro esistere privo di segni , immagini, colori, oltre il vincolo della presenza, il vincolo guida una dolce concentrazione, prima organismo, poi immagine, poi alba friabile, polveri luminose sciolgono i legami, scaturire a ridosso del tempo, in un presente , le presenze lasciano il canto, non disturbano le serpi, rompono il suono, coagulano le unioni. Fraseggi notturni per il giorno che tuttavia scorre.
22 febbraio 2013 Fioritura
L'azione cessa, il guado si riempie di liquido caldo, incolume varca lo stretto. Il silenzio estende il vento, la marea, il corpo dei canali avvolti nel nulla, il silenzio fluttua nel cuore, modella il giorno, freme nella notte stretto alle ginocchia. Accorre. Il movimento cede, diventa un lieve sospiro, delicato respiro d'un fiore, immagine aggrappata alle membra induce a scegliere un'altra distanza, ma la luce è frugale, ne resta un impulso , un frammento, equidistante fra i tempi, legato ai miei giorni. Il sole ricompone la sua stagione, precede l'accadere del pomeriggio, sulla collina la menta fiorita stabilisce il canto, nella corsa l'incontro deraglia lontano, dove l'orizzonte non è che una lontana risacca, le mani stringono il profumo, il silenzio tiene, scivola fra le conchiglie, la pressione allontana ogni ambiguità dal corpo. La pioggia mista alla neve diventa acqua sui polsi caldi. Il vapore avvolge la corsa, le neve arriva, i cristalli conducono alla rinascita, il vento li solleva, nella tormenta il peso evapora, la marea luminosa ritorna nel silenzio, le immagini restringono la realtà nei volumi gelatinosi la cui presenza compone il paesaggio delle montagne invernali, isolate nel gelo, presenti nel cielo diluito nel silenzio. I colori vengono trattenuti in un'intima presenza, lo spazio ancora non filtra, il canto rimuove gli ostacoli. Il silenzio espande, l'osservatore resta svuotato, pomeriggio trascorre nel nulla, adattato al duro lavoro, infangato nella felicità del lago. Un impulso contiene l'amore, la tensione presente riempie e costituisce, altre entità popolano il ticchettio della pioggia, l'acqua filtra, il calore ritorna nell'impercettibile, fra le ossa albergano interminabili cosmi, respirare, unire. Le parole fluiscono dal ventre, dal cuore, la mente tace, trascrive, vibra nell'eco della Natura, il coro estende la rete dei fiordi, una tarda primavera nutre il bacino, soffia nei canali allargati nel petto, la mente è il fiorire dei rampicanti, con loro soffre nella torrida estate, il caldo riempie di canti le note della brezza, mattina dalla flebile luce, il sole ora è silenzioso, resta concentrato, indifferente alla presenza. Il silenzio suscita il sole notturno, brillare senza luce, senza oscurità la mente tace, le parole sgorgano dal petto e sono alberi, legni dalle cortecce umide, presenza inesistenti. Le parole del bosco, la mente della foresta, il gioco del dire interpretato nel silenzio, infine disciolto, la presa è ancora decisa, ricompone il tatto, la presenza estranea, amorevole. Il gesto coglie l'esplosione, fra i movimenti predilige la libertà, il manto del sole cala fra le voragini, laghi di metano galleggiano nel cosmo, rapide percorse da energie embrionali fracassano le pietre, scintille erompono dalle membra flessibili, il petto estende la sua rete nei cieli, fra gli alberi, rimuove l'orizzonte, agisce nella terra innervata degli estuari, la schiena affonda nella fioritura terrestre, erode il contatto, avvolge i tremiti della brezza.
19 febbraio 2013 Intemperie
Il cuore si addormenta nella rugiada. Terre scivolano nei fiumi, aria limacciosa stringe le membra, correre sull'acqua afferrando il tuo calore, corpi mutevoli depongono gli involucri, tracciano semplici posizioni, intrecci di luci striano l'ombra, interruzione del riorno, palpita l'edera nutrita dalla fonte. Le nuvole aderiscono alle correnti, il tuo apparire. Dalle membra il fumo evapora nel grano, le messi affondano i campi, l'umidità eleva il cielo, il muschio scivola nel bosco, avvolgente contatto, le dita distinguono tra le ombre la milizia primitiva, spinta energetica intessuta di braccia dure , rivestite di corteccia. Insetti notturni avvinghiati all'inverno, il ritorno fra le onde dense, penetrate nella schiena, fluenti oltre il ventre per gustare la profondità espansiva. I tessuti alari compongono le traettorie, resti articolari campeggiano sulle vette innevate, da poco l'altipiano pulsa nell'organismo, scende il movimento nei fianchi afflosciati, assuefatti alla pace del lago, dimenticati dalle termiti. Tracce arboree penetrano nell'altipiano, le foreste nutrono le terre fluviali, ne risalgono i calanchi, dimenticano le falesie, si staccano dal cielo per poter calmare la via quotidiana, le querce essiccano il tempo, frammenti di memoria fermentano nella fanghiglia ai lati del ruscello, l'altipiano rimbomba di vita, nel cuore riluce l'assenza, gli impulsi riducono il nascondigli , depongono il contatto nel tuo respiro, estasi raggomitolata in guanti imbevuti di saliva vivente, odori primaverili, strappano i rami del precedente inverno, cortecce ammucchiate qua e là macerano, piacere del fermentare, vita grondante fuoco chimico, tepore animalesco fuoriesce dal sole, le foglie ansimano raggruppandosi fra le epidermidi, risuona l'aria per l'arrivo dei nuovi fiori, grandi varchi estendono le membrane tra gli altipiani, giù a scrosciare nelle valli, precipizi terrazzati in cuori disarticolati sono correnti bloccate nell'evanescenza non luminosa, cunicoli lampeggianti riottosi alla vita stretti nella natura, le caviglie si serrano al petto, penetrano l'addome, ristabiliscono l'abbandono nella danza delle cosce, fresche, spinte nella rugiada irreale del tintinnio delle fonti, ora i mantelli stridono avvolgendosi ai vortici. I vortici cedono lo spazio, la schiena si raddrizza nel dolore, il dolore guida sicuro il fluire del ventre tra i tessuti lontani, pronti ad aggregarsi negli organismi stremati dalle tensioni. Ritmi carnosi trafilano la gelatina avvolgente, la pressione della schiena è l'evocare di un'anima, lo spirito disconnesso dell'agire decanta un'intera flotta di lampi fioriti nel manifestarsi, l'oceano dei cuori inonda le falesie, ricompatta i fondali corallini, libera nella schiuma del mattino le pressioni contrarie, l'altopiano si bagna di emozioni rare, tessuto roccioso amante del cuore, materia impalpabile rilassa le stratificazioni dei tessuti, il liquido vorticante concentra la corrente dimenticando le nascite, si calpesta nuova brina desiderosi di colmare la laguna con la passione, eppure le membra tremano titubanti, il lancio fra le ali della scogliera compose le parole della vita, aiuti preziosi nello sciogliersi delle contrazioni. Così l'inverno raccolse altri pianeti, preciso nel giudicare, offrì al tuono l'estasi degli altopiani, lasciò che le cascate posassero il contatto ovunque, lo spazio si estendeva oltre il vivente, gesti si addensano, finalmente colmano le brecce degli involucri, la chiusura nella concentrazione travalica l'esistenza, le membra scricchiolano fra i turbini della terra libera ma composta nell'essere in un eterno eccessivo amore, resti di vegetazione cedono gocce di vita ai fiori rugiadosi, i granchi compongono un rifugio sicuro. Sono svanite le tracce dei cuori, nella melma galattica le intemperie degli animali sono lumi ammiccanti, ripetono le carezze del corpo, motivano gli spiriti nella discesa imperiosa. Il corpo naviga fra le onde, disperso nell'esistenza , lontano, nei pressi dei gesti ruotanti nell'anima. Amore impregnato di natura spinge il cosmo fra altri cosmi, la partenza giunge dopo l'arrivo, la pace è incurante del senso, ma i suoi richiamo respirano agili, perennemente presenti, rinfrescano i campi, assemblano la giungla, cancellano i possessi. Riposa la mandria vellutata. Il muschio è ancora verde nonostante il calore. Nell'aria appare un organismo pulsante, posizioni senza membra galleggiano fra le anime, respiri cadenzati frastagliano il paesaggio, il volto fonde il velo del sole, preme nel vento fino al risveglio del silenzio. L'espansione dell'unione congiunge il presente, la natura pulsa l'impossibile, riflette in se stessa, lascia colare nell'inizio la propria passione, le membra si offrono aperte, spalancate, germoglia una garrula assenza, fluire nei corpi di trazioni radianti. La scia attrae ovunque intrecciata nei coaguli dell'amore, raddensarsi di emozioni nei golfi incantati.
26 febbraio 2013 Fedeltà
Nel tuo cuore l'arrivo giunge, allarga il vento nelle crepe, vie dal sapore di calce, alba repentina illumina le schiene. Le mani coprono i cieli, la tua entrata scompone le forme, tremolio dei suoni e fioritura incipiente, labbra cercano il contatto solare, nelle mani gocce di amore roteano, calice perso nella trasparenza dei volti, il cuore ascolta, articola la spinta di ogni impulso. Fra le mani spingono uniti, appaiono come impulsi, ritornano a depositarsi nel nido, fermi ed uniformi, sovrappongono i cieli, dischiudono la sabbia, il freddo è gradevole, il cielo viene ampliato dal volo, uscire nel petto. Incontrarti nel non vederti, affannarsi nella pace, le braccia scivolano fra le immagini, composizione di volti, il respiro anticipa le parole, il sonno unisce al respiro, nel concentrarsi il lume della presenza afferra le caviglie, posture della terra, posizioni del vento, sguardi nella luce, ancora sciogliersi ripetuto nel cuore fedele allo slancio, se ne intuisce la presenza nel prato colto dalla luce radente la brina, riflessi nella carne indistinta degli esseri, unirsi nel variare. Ogni lieve pressione ti osserva, la riva coperta di alghe fluorescenti, le orme del mare nel tuo respiro, il cuore risale ogni corrente, foglie salate proteggono le labbra, nei baci scorre il vento, il dono dei tuoi giorni trova lo slancio impossibile, cala invisibile, le parole dedicate alla nascita d'ogni fiore, nella pietra, nel mare gelatinoso, pressioni e scomposte riuniscono le terre, fluido ansimare, l'attesa nello sguardo mansueto, ripercorre la giornata precoce, la luce, il cuore è l'ascolto, il tuo arrivo mostra la concentrazione, la presenza è lo scomporsi, altre mani sono pronte nello scuotere l'aria assente, premere l'altra pelle, delicato appoggiarsi dei vivi. Il loro passaggio si unisce alla mia esistenza, respirano nel creare le pressioni, il loro contatto è il corpo, un nostro corpo stabile nell'emozione, una presenza marina dura un intero pomeriggio. Le mani sono il tempo mentre scorre, sospiri tintinnano lontano dall'aria, il respiro avvolge il tuo procedere, un respiro ventoso, concentrato , senza volto. Orme fluttuanti riflettono il raccolto, bagliori colmano lo spazio, il raccolto resta un dono per lo svanire del moto. La tua presenza era del tutto indifferente alla realtà, ora le onde si raccolgono lontane, le pieghe del tuo volto sono il calore della nascita, nel cuore della terra, nel canto incombente.
27 febbraio 2013 Nutrimento
Si scioglie la siccità. Un manto di foglie intrecciate ricopre le membra, il collo, snello, risuona nell'aria, chiama le apparizioni diurni, unione replicata, mani afferrano i rami, la strada fra gli alberi è lunga, nel cielo la foresta propaga i mutamenti, polvere di ghiaccio solleva le creature, insieme entrano ed escono ai cosmi, rami spezzati, accenni del vento. Il mare massaggia il petto, riscalda le pieghe del ventre, espande nelle gambe la chioma dorata, respira dirompente fra le siepi annerite sul ciglio della strada. Le entità manovrano pietre insolite, il calore stacca il contatto dei fiori con la terra, pressione del respiro fonde il cielo, la luce diventa gelatina, anima pastosa raccoglie, spinge l'unione ben oltre, anticipa la nascita dei semi terrestri, richiama le acque, il vento affiora in altre superfici nelle quali giace raccolto per sempre. Le presenze avvolgono, toccano gli involucri, li riempiono, ne costituiscono la fonte, ricompongono il prato dell'incontro, la grandine sorprende, la chioma ghiacciata si riversa nell'estuario, osservarti comparire, nell'eclisse dei cuori, ramificazioni non terrestri serpeggiano fra le luci volanti, il suono è un anfibio presente, assorto, sospeso sul prato, la terra è fragile, si raccoglie nelle tue mani. Ora l'intensità palpita nella pioggia. Frastuono dell'acqua costituisce nuovi esseri, le mani sono private della mente, la sensibilità guizza agile tra gli spiriti, li riduce in pezzi, ne vede il dissolversi, osserva il sole spegnersi nel riassorbirsi, i suoni dell' aria moltiplicano i soli. La natura abbraccia, disinteressata al contatto, l'unione è contenuta altrove, il fuoco riscalda la notte, le fiamme sono trasparenti, dolci nel vagare attraverso gli altopiani, ancora più dolci nel tendersi in un respiro senza origine. La presenza è confermata dalla luce che erompe dal petto. Lo slancio non termina, confonde i venti del golfo, dispersi nel vasto promontorio. Le onde nutrienti, ghiacciate, sollevano le scogliere, le membra lasciano i fiumi cancellare il presente, braccia penetrate dal gelo sgorgano in una giornata umida, densa di cieli nodosi. Il silenzio dialoga.
26 febbraio 2013 Cellule
L'acqua gelida profuma di vita, sorge nel cuore della nella notte fiorita, inonda la mente, freme libera nelle cascate, l'aria densa, il nuoto affonda fra le nuvole, solleva la pressione, le membra tentano lo slancio unendosi, membrane luminose avvolgono il respiro, la terra scivola pacifica nel pulsare notturno. La schiena prolunga le sue spire fra gli atomi intensificati, tendini floreali masticano l'alba, la riunione avviene nella tempesta, la tenerezza delle foglie avvolge, i movimenti dei cuori trascinano il petto oltre il limite del giorno, la schiena scardina la luce, lieve percussioni scuotono le vertebre, brividi ripetuti aprono l'involucro, le messi estive si abbracciano negli altopiani coagulati dall'argento, la mente osserva sbiadire l'esistente. Il ventre comincia a ruotare fuori dal corpo, le ossa sventolano fra onde sabbiose, luci variopinte circolano all'interno, uniscono e cancellano, un morbido gesto prende la mano, coglie le tracce, le segue, se ne nutre, ramificazioni del cielo abbracciano le radici. Fuori dal corpo il vento si riassorbe. Il fiume cancella le proprie tracce. Quel che appare bagna la laguna e vi resta. La concentrazione ha allontanato ogni mutamento, la natura scorre nella quiete, la palude brilla immutata. Le ginocchia sciolgono il moto nella luce dirompente dell'indefinito, brilla la carne aspirando la vegetazione nei pressi della sorgente. La molle densità dei cuori diventa un fluido corposo palpitante universi, la corolla del vento rimuove l'alba, il perimetro della natura generosamente si offre nella visione, la presenza fluttuante vortica un'ultima volta, degrada nell'essere, spegne il corso delle menti fra spiagge di ghiaccio, la salsedine bagna i polpacci addolorati dalla corsa, spiagge terrestri incombono all'orizzonte, la direzione vacilla, accolta fra le costole è resa immateriale nel sedimentarsi dell'umore, il manto della natura si sfalda per l'urgenza, i passaggi vengono trovati, la mano dissolve ogni aiuto, animali canori raccolgono ombre lunari, l'altitudine precipita i suoi innesti, respira nei fiumi. La liberazione dai vincoli provoca l'esplosione degli oceani, le cellule sature per gli urti prendono la via dell'altopiano, il gelo raccoglie ogni invito, nei cristalli la concentrazione deposita il vuoto, accovacciato oltre lo spazio ogni posizione coincide nel manifestarsi.
28 febbraio 2013 Altri incontri
Il cuore indugia, avvolto nelle foglie terrestri prende il respiro dai turbini di connessione, fragore dei detriti accumulati spinge le acque del fiume a scroscio nel ventre, inondazione stellare coglie l'aria delle vallate, preme nelle arterie, distribuisce presenze animate nei territori ghiacciati. Il cuore incombe nel granaio invernale, l'agire è lento, la febbre delle radici armonizza il processo, la linfa trasmette lo spazio agli involucri, il vento drappeggia i bordi dell'orizzonte. Le presenze nuotano nell'aria, riempiono il mare, premono le mani danzando, attirano, i corpi sciolgono l'interno, l'attrazione è libertà, il luogo del corpo resta animato, il cielo del pomeriggio nell'interno della vita. L'aria distende la superficie del pianeta. La morbidezza delle onde canalizza la terra nei prati, la foresta emerge dal ghiaccio, crepita il sole nell'interno della mente. Altri esseri partecipano alla danza, le spinte, gli impulsi, tracciano i gesti degli arti, delle mani, colano le vie percorse dai rami, il fogliame racchiude il suo fiore, nella densità del tuo amore la spinta si esaurisce, compie il tragitto animando il silenzio del silenzio. La pressione non è più assorbita, il canale moltiplica i livelli nella inarrestabile piena delle manifestazioni, le gemme grondano di richiami generativi, la corrente alpina solleva il fiume, si consegna al cielo, ottiene la libertà, il volo riduce la dolcezza dei fiori ad una tenue luce, bagliore promesso alla folla di lemuri, la brezza della giungla regala la gioia della chiarezza, le braccia ascoltano, nutrono, cedono. La pelle tende l'interno del petto, il respiro diventa l'alba oltre la quale il tempo cessa, la luce diluisce la sua presa, la tensione della presa è molto tracce in un solo cuore. Il vento scende dalle colline esposte a settentrione, trasportano corpuscoli di laghi ghiacciati, allacciano le tensioni degli animali addormentati, nel sogno la vita continua indisturbata, l'amore nel cielo trova un coraggio delicato, perde la lungimiranza dell'orizzonte, trova la libertà incolore della tarda estate. Il fluire dei corpi traccia le connessioni degli spiriti, il canto inverte il suo percorso, rapide luminose stordiscono il lago, l'assenza del cielo riempie le membra, la via degli alberi da sempre risplende, fluisce nelle tensioni delle schiene, appare diluita nella sabbia del deserto, l'impulso matura nelle cavità, predilige l'oceano inanimato, compare nello sciabordio delle carni, appaga gli incontri.
01 Marzo 2013 Voli
Le pietre lungo il sentiero sono ricoperte di brina. Nuvole di foschia sono strattonate dal vento nelle valli, lembi di luce si rifrangono sul ghiaccio, la pelle percepisce l'arrivo, contrae lo slancio nell'attesa. L'autunno precoce ricompone le dune della spiaggia, il respiro osserva i volti, decompone l'immobilità del cuore, conduce nella gelatina terrestre una invisibile danza. Il sentiero viene nascosto dai fiori, le orme assorbono i petali appena caduti, chiazze briose fluttuano nell'aria. La pressione delle membra si esercita con la terra. Sorgenti notturne donano i propri respiri, scintille cadenti colmano le vasche delle fontane in cui gli oceani sostano alla fine del loro precipitare. L'altopiano viene finalmente raggiunto. La valle riassorbe i sentieri prontamente custoditi nelle sorgenti notturne. Nell'altipiano la terra scorre liquida, informe, istanti inanimati galleggiano nella foschia di ghiaccio, qualcosa irradia un'apparenza di luce, è la pressione del corpo all'inizio del silenzio, la vita riassorbe ogni unione, al posto del cuore sussulti inanimati. Nel petto l'apertura si allarga, la densità acquosa genera una tensione fluviale avvolgente l'involucro ora contenuto nella cavità della mente dissolta. I covoni della mietitura vengono abbandonati nei campi, la prateria popola le piantagioni di pressioni frenetiche, scosse oceaniche racchiudono il fragore dei campi, un fronte imponente di onde alate avvolge il continente, la terra appoggia il fluire del vento nella materia del ventre, il fronte delle onde scompare nelle bocche, asciugata dalle epidermidi degli spiriti, la concentrazione ramifica la tela incurante dell'esistenza, il volo animalesco coagula la fonte nel plesso solare, l'altopiano assorbe la fioritura della foresta. L'agire del silenzio in un abbraccio perenne, pressione fertile, senza contatto, dischiude i sentieri avvolti nell'altopiano. La rugiada del cuore soffia il suo velo sulla fioritura primaverile, epidermidi stellari aderiscono al volto, cercano il contatto, non temono i corpi. Animali rinati gravitano nell'ombra, il tetto del fienile si ricopre di germogli, la corsa furtiva della mandria strappa i limiti delle montagne, discende con rapidità, unisce gli impulsi ai gesti della schiena avvolta dai vortici, volumi d'aria sollevano oltre il cuore, il canto congiunge le parole nel fogliame in tempesta, perde la natura, trova la pace.
02 Marzo 2013 Folla
Il colore del corpo raggiunge la superficie, il lago sospeso nel petto frattura il cielo, tende il richiamo, lo pressa nelle vie della gola, il volto affonda le sue radici, la linfa solleva le presenza, aderisce l'aria alla terra, la notte discende, sommessa, le costole si richiudono nel fiore. La luce sprigiona con difficoltà le proprie correnti, empatia profonda ne devia gli influssi, macchie puntiformi annebbiano la vista, luce ridotta in polvere serpeggia sul ghiaccio, lanuggine vegetale fruscia nel vento, brilla per la brezza stellare, ricade sulle vesti, le membra accolgono i doni, piegano i movimenti al di sotto delle radici del bosco. Il timbro del sole calca la tempesta, colano reticoli stellari, decisioni nell'invisibile formano il tappeto del cosmo. Le presenze sono luminose, la luce è composta da presenze. La loro unione precede la luce stessa, manipola il cuore, rotola al di fuori dei cuori, all'interno della posizione ben fissa la progressione rivela ogni atto, ulteriore unione fra gesti, futuro e passato, ogni anticipo ritorna ad assorbirsi in una pressione, depositata da anni in una piega del corpo, in una cavità della natura, intenta a generare, mormorare, cedere amore alle correnti del manifestarsi. Per ore la densità delle apparenze scorre immersa nella propria pace informe. La folla scuote il vento, ne devia il percorso, il calore splende allora senza testimoni, altro calore disunisce il canto, generazione, applausi scomposti si rincorrono fra i germogli, il luogo del nascere, la nascita avvenuta sono decisioni evidenti nel perimetro dello spazio ora contratto, ora così vivente da agire con un corpo pulsante. La corsa contiene un insieme di processioni ravvicinate, animali sontuosi, silenzio concentrato, paesaggi stagionali, avvicinarsi delle correnti, la vicinanza assume la propria via, rimanda nel suo involucro liberato, rapide tumultuose tintinnano fra le vallate, gli alberi scorrono all'interno del corridore. Le vallate proiettano immagini dense di materia vivente, gomitoli precipitosi di emozioni lunari risalgono, l'epidermide assorbe il fervore onnipresente, quel che risuona si piega e concentra, riposare per non ostacolare le sembianze dell'amore. Nel bosco invernale il muschio inspessisce l'aria. Le gemme scorrono al di fuori dei rami, il contatto sviluppa con lentezza il calore della prossima stagione. I fiori aleggiano invisibili, crepitano di luci vischiose, uniscono, riposano, reticolati emozionali modellano la gelatina che preme e unisce gli esseri, immagini voraci entrano ed escono, correnti unificanti mutano i reticolati in tensioni invisibili, profonde, praterie nell'altopiano in espansione, la pace, in ogni caso, avvolge la terra in cui la terra scorre. In compagnia del vento, sentiero lacustre, lago ghiacciato, passi espandono la natura, pulsazioni assorbono, fluire, delicato fiorire primaverile, boati solari anticipano il vento.
03 Marzo 2013 Benvenuto
Le libellule intrecciano voli irripetibili nella tormenta di luci. Valanghe scintillanti coprono il manto erboso, travolgono la mandria addormentata, la trasportano in maestose argentate vallate, il vento le addormenta, culla le ossa affaticate nella densità dell'ombra estiva, vegetazione tattile adagia freschezza impalpabile sulle lacrime dei dormienti, la veglia degli spiriti culla la rinascita delle fonti, carezze lentigginose formano nuovi cuori, le emozioni aprono il flusso verso gli altipiani, il canto precipita nella cavità toracica, ruota nell'entusiasmo dei senzatempo, fuoriesce una vitrea lava, perfora il reale, non vista, diventa la pressione avvolgente il corpo liberato dal possesso, la stagione abbandona i raccolti, la natura ignora la pioggia, le comete, la luna e i cuori, tuona sommessa un ritmo immoto scambiato per amore fin quando le ginocchia si piegano scivolando nel fiume assente, lastre di ghiaccio flessuose piegano il cielo, freme il tuo arrivo, nasce un'intesa per la gioia della fioritura, rami carichi di vita evanescente espandono le immagini all'interno, sovrappongono il torrente al respiro, cascate interminabili procedono nel consumare la giornata. Il cuore frammenta la gelatina ricettiva, nelle fessure squame di luce cominciano a serpeggiare, compaiono alcune tracce vegetali, le membra ossidano lo spazio, resti marini ammucchiati nelle masserie. Presenze accecanti sono canali pulsanti, tessono strade palpitanti, l'aria è la loro condensa, il vento è la loro presenza, cuori innevati replicano il tragitto fino a dissolversi nelle grandi valli a ridosso degli oceani gassosi. Volumi inconsistenti formano una trasparenza vitale nel cui vuoto nidifica ogni espansione. Al di fuori è l'interno, distesa di altopiani ghiacciati, solari, sedimenti oceanici implosi nel concentrarsi. L'attenzione aderisce al cessare della concentrazione, allora altre manifestazioni si ritraggono dal clamore, le lucertole procedono a scatti fra le pietre assolate, nella calura i perimetri della vita fondono le paludi, arano le montagne con intensità sconosciute, le vesti cedono al vento, la nudità dimostra il risveglio del contatto, raggi privi di luce cadono oltre il corpo, al di fuori, qui nell'interno, ramifica l'edera, i fiori la sollevano, ricoprono i cieli estendendoli in nature silenziose. Il nido raccoglie i respiri nell'intreccio del fogliame, le fonti lo sostengono e compongono, esalazioni vitali ripercorrono le foreste, traggono gli involucri all'interno, le ossa abbracciano il nido, l'unione li precede e li accoglie nella natura fluente. Al tuo ingresso il lago ha abbracciato il volto assorbendo l'epidermide, mostra un cuore, scivola fra le labbra nel tremore dell'infanzia, rami delicati sfiorano il suolo, il fiume raggiunge i salici bagnandosi nelle cascate luminose. La quiete avvolge il mulino nella vallata. La staccionata custodisce tracce di neve, l'odore intensifica l'attenzione, il benvenuto è avvolgente.
15 Marzo 2013 Dopo l'inverno
Frusciare delle praterie, aria implosiva, dune ricorsive sgonfiano i cieli, aria diluita nei sangui, saltare fra stagni di luce, cantare nel sole appena rinato, strati di gioia colmano l'incontro, risacca prepotente affonda nel mare, indietro nel cuore l'aria assorbe se stessa. Ombra sonora ritorna col calore, aspettare fra gli intervalli del tuono, ripulse contorte respingono l'atmosfera nel coro della presenza, di nuovo silenzio, nelle paludi, la giungla respira al di fuori del corpo. Accetto gli abbracci. Lentamente le oche ritornano , morbide e carnose pulsano le notti, rumoreggia la cascata invernale, avannotti approfittano del disgelo. Risalire la cascate nella fioritura invisibile, tracce di amore fra le mani, attimo incerto evapora nella mente, La compresenza è l'unione impossibile eppure animata al di fuori del cuore, in questa giornata, il tempo traspare fra le ossa, cede mantiene il suo equilibrio, le correnti lo trapassano senza risvegliarlo, l'unione avviene apparente non vista, l'invisibile tace, il riassorbimento avviene alla luce del sole, fra le onde dell'oceano, seduto in questo bar sovrastato dagli spiriti eppure il vuoto esplode nella vita e la vita galleggia nel vuoto, note precise, nel fuggire dell'inverno, rotolano gli anni nella presenza dei sogni rugiadosi, ramificazioni leggere stormiscono nell'aria rarefatta. I rampicanti coprono la facciata della casa, il pergolato è ricoperto di fiori e d'inseti, l'odore dell'olio fresco è ancora presente, primavera ribelle impenna lo spazio, il calore sfarina la propria pressione, l'animale scende cauto nella salita innevata, ruscelli quasi secchi splendono al di sopra, rami e ancora rami tratteggiano le vicinanze, il terreno ammorbidisce le gelatine, il volo scorre nella materia, altrove delicata sosta fra le mani, tendere lo slancio nell'ansia di ritrovarti, il calore inonda il fiume, le terre, guado nevoso fra le costole reattive. La mattina scuote il corpo, lo diffonde, la natura lo ramifica altrove, presenza intrisa di vuoto, pace, invisibile nel cuore ma vivo, incredibilmente vivo, soffermarsi nel sogno per l'inconto che incombe. 2- L'acqua trascina il canto fra le alghe, corpo acquatico risuona fra le dune, alture addensano l'oceano, relitti fasciati dai vortici ghiacciati, lembi palpitanti i nella giungla, si estende morbida la luce lungo i fianchi montani, acque di fondali nel cielo, luce abissale copre gli occhi inutili per il vento aspirato nel tronco. Cade il cielo. Gonfia la mente nel tuo volere. Le squame ansimano, rinascita presente nelle alghe, odore fossile, libera la carne dalla forma, il manto restituito da tempo vola nella valle, onde dormienti assorbono i cieli. La riva del fiume ospita felini assonnati. La grazia dell'acqua distoglie la veglia, offre calore in gocce di suono, remare sul fondo del liquido denso, stanare la luce fra le esistenze informi, scorrere negli alberi per giungere qui. Il suono colpisce il muro, fragile velo delle membra, l'aria raccoglie il cuore, lo stomaco scivola altrove, nell'elevarsi della siepe il vento accarezza un turbine, lampeggia, trattiene la presa per rilasciarla nei laghi dolciastri, colmati dal giorno. Il sogno muta nel possibile, è gravido di anime, sente il tempo costituirsi nel corpo, la fame popola le ginocchia, le cosce, i fianchi insicuri vagano nel volo, con balzi alterni, infine posarsi tra piante di mais, luna pazzesca colare ovunque, l'anima ritrova la frescura del ghiaccio, il tempo termina il suo giro nel vortice, squaglia la valle. Il giorno ora è sicuro. Le strade popolate di animali, l'inerzia della visione riposa le membra, palazzi disabitati, cadenti, pieni di uccelli rapaci, adoratori dei cuori fluviali, mani invisibili determinano l'ombra, le anatre gettano la palude oltre il passato, colonne di volatili entrano nello spazio del golfo, galleggiano nell'aria, sibili sconquassano il manto solare, l'alba senza futuro mantiene il riorno del cuore, la visione non s'interessa del contatto, galleggiare nell'evaporazione del temporale, sole rasenta l'erba schiacciata, polmoni verbosi, soprese nella grandine .Il contatto increspa le labbra, le piume delle anatre intrappolate nello stagno, il volo delle anime concentra nel vuoto, oltre il campo di orzo, i reticoli cadono nel tempo, la staccionata oscilla trattenuta dalle braccia, il canto oblia l'incertezza, assorbe, impara i legami delle correnti, l'intensità della stretta cancella ogni forma, la posizione collassa oltre la concentrazione, non svegliarti, non esiste, piove , il marciapiede sconnesso ricettacolo d acqua, calore, riflessi di membra, unione col cielo del cuore. Il suono nell'ascolto delle presenze accoglie le membrane rigonfie di fiori, clorofilla nelle espansioni radicali, il percorso oscilla , attenua la stretta nella memoria, il sogno spiega la mene, la cancella nel suo interno, ora la veglia ha il sapore delle montagne marine, saper affondare nell'allentamento della carne, ossa luminose. L'amore fluisce nel manto della veglia. Al di là di quello, l'amore cede, evapora nell'emozione, assorbe il mare che cola dall'alto, le foglie si adagiano nel sogno, piegano la schiena, tracciano il percorso dell'acqua invisibile. L'unione offre una danza che blocca il movimento, sospinge l'intensità nell'interno, il contatto fra gli esseri avvolge l'unità, percorsi di giada sul piano reticolare, il respiro ricorda le nuvole, al loro apice, occupare l'altopiano, testimoniare la loro presenza affinchè si unisca e scorra, ovunque nel cielo, nella notte,in te. Il viaggio incontra il futuro, le mani tremano nell'afferrare lo schienale, gocce di natura trasmettono petali, la pioggia cade dal futuro, i veicoli si fondono nella luce, al volante è il vento, ora il peso cede, guida nella profondità, il tempo solca le membra senza separarle, il presente cessa, la promessa rivela il percorso, un viaggio nell'incoscienza creativa. Le tracce sono nel fiume in piena. Nel sogno l'evocazione è vivente, nella veglia l'emozione libera le connessioni, con rapidità si congiunge fra i lembi dei cieli, la tenerezza del congedo. 3- La penombra avvolge il cielo, rapide fluviali aggrovigliate nell'estuario, l'inondazione perpetua mangia la terra, la vita galleggia per un attimo, un'unica densità scioglie i veli, le epidermidi protettive, la coloritura dell'estate. Il tuono ondeggia nel grembo, frequenze ciclopiche gravitano nel vuoto, il cuore del cosmo assorbe il canto, pudiche sembianze inumane tracciano una griglia luminosa e frastagliata, le mani indietreggiano, rimuovono il passato. I gesti capovolgono le pulsazioni, volumi dotati di contatto costituiscono gli spazi, la pace affievolisce lo slancio, dentro la luce il mormorio del vento distrugge i canali, il respiro diventa un liquido diffuso, rami, cortecce profumate, capillari dorati filtrano la rugiada. La corsa, il volo, respirano nella evaporazione primaverile, la brina sorpassa le vette delle montagne, condensa l'atmosfera, una via prepotente scorre e congiunge, fune d'amore stira le tensioni animalesche, le ginocchia cedono, cadono nelle velature in fiamme. Il riposo della mente assorbe il vento invernale, le finestre malferme, le mani sono state mangiate dal freddo, levigate dalle pressioni incorporee, capillari solari le allungano tra i rami, steli tremanti, germogli densi di certezza, arriva l'ascolto del tempo. Il mare si sposta con difficoltà, un'emittente di luci l'assorbe, presenze invisibili e imperiose nutrono la libertà. Una leggera pressione delle ginocchia apre la fioritura, flussi di luce ondeggiano fra i luoghi, forme in diminuzione scorrono verso il vuoto del petto, la mente libera lo spazio, festeggia la precisione delle fonti, i canali scaturiscono dalle unioni, le unioni dei canali smarriscono il senso, il sorriso cancella il volto, impetuoso scorrere nella quiete. La barca urta debolmente il pontile, schegge di suono accumulano, il canto delle onde indietreggia fra gli spiriti, il molo viene sommerso dall'invisibile, un manto di amore appanna la vista, l'agire abbandona le fonti, il pontile risuona agli urti della imbarcazione, una freschezza aliena ricompone l'emozioni, foglie lunari aderiscono alla pelle, il tuffo dal pontile senza stagioni, la palude ha un fremito. La fronte apre i suoi fondali, l'entrata e l'uscita convergono, la realtà galleggia, i gomiti pressano le vertebre, l'aria entra, feconda ed esaurisce, il crepitio del suono appartiene al silenzio. 4-Pioggia di scintille gonfia la visione, la rende compatta. Connessioni alate gravitano nel cuore. Il tempo si atrofizza, germoglia una fauna irresponsabile, spinte frettolose decompongono la mente, la natura piega nel vuoto la propria fioritura. Dal futuro giunse l'inondazione, gemme primaverili sparpagliate negli stagni melmosi, vita organizzata da maree lentissime, invisibili. La luce viene assorbita dalle increspature del suono, il colore abbandona le vesti, relitti lunari adagiati fra le montagne, il passo è lieve, vestire le membra di amore sottile. 5-L'incontro suscita l'abbraccio incontenibile. Il petto apre le spiagge, mani operose tessono le onde dense della mente, incolore è la tua presenza ansimante, un animale intestinale , fugace, riposa nel sogno, immagini decomposte cadono fra le onde, toccami, interrompi la vita fa le spinte alpine, rinasce la tempesta, la compagnia giunge dalla vallata, frequenze assiepate negli scogli calcarei, si sgretola ogni entrata, tratti montuosi affievoliscono il peso, paesaggio ossuto, chiazze di radon striano i volumi, le gelatine. Il cuore accoglie la natura, prepara la risalita della melma, la fanghiglia è preziosa in ogni periodo stagionale, vite operose nascono non viste, pulsare privo di sforzo raggomitola la materia nelle conchiglie galattiche, un gioco stellare contiene mani di bimbo, la dolcezza dello sguardo implode le emozioni, germoglia nella natura, la natura non esiste nelle visioni. I rami afferrano il pomeriggio, duttile materiale sviluppa un insolito attrito nel materiale, le ombre si offrono, nasciture palpitanti premono ovunque, solcano la corrente e si riassorbano nella inattesa marea non lucente, rigeneratrice dei cuori poi lanciati nel quotidiano per sorridere. Le piante sviluppano amore non palpabile, contatto piovoso, pioggia in risalita di correnti ampie, chiazze cosmiche, dighe dell'amore, traspirare delle foglie animate dal bisbiglio della prima brezza, quella che nidifica nelle schiene e poi le avvolge su nel risalire fra gli occhi piangenti nel non visto, e poi travolge fra le braccia ormai fuse in altri corpi, sparse lungo le vette delle montagne sognatrici dell'amore, canti oceanici, guardiani del vuoto, il manto poderoso cede sotto il mio peso, luce avvolge il galleggiare come cadere sospeso tra i fiori, respinto da strati di emozioni impreparate, scomposte, condensate nel tatto intimo, le gambe si distaccano per assumere la presa, offrirsi ai delfini. Il tocco della tormenta cancella il tempo trascorso, la memoria rinasce, io unisco i lembi delle mie carni alla tua presenza, scariche d'entusiasmo scuotono i fondali, polvere cosmica ammassa nuova gelatina, la fendiamo insieme nella corsa decisiva, rami trattengono lo humus del terreno mentre la luce ci ricopre, strati di passione animale fertile spinta, sospiri animano il silenzio, non ci conosciamo, l'unione una volta era il contatto, oggi la condensa travolge nelle cascate, ogni corsa trasmette i propri suoni, gli abbracci intrisi di terra , una terra matura, rinata tra i cespugli della boscaglia incantata, frammenti marini prestano la vita, urla gioviali rastremano la scogliera, lungo i cuori squaglia ogni neve, compagnia selvaggia rende accessibile i passaggi, terra, ancora terra per rendere visibile la tua promessa, forme dormono nella presa stabile, un flusso compare, stabilmente amato. Senza pensiero, senza alcuna attenzione, le mani scorrono molteplici vite fino a infrangere l'involucro del giorno, la tua venuta ricomposta e frammentata, volteggi di piogge incredibili, salate, coriandoli profumati avvolgono comparse fortunose, rettili luminosi planano liberamente fra le scie acquatiche di una terra inesistita, catrami lunari avvolgono i passi frettolosi, si affonda nell'amore, la melma è divina, secreti di metamorfosi rigano l'emergere di crisalidi. Ti pulso nelle vene, avvolgo il collo , le prese implacabili scorrono e ripercorrono i tuoi corpi ramificati, le labbra assumono l'epidermide degli squali, sorsi marini spingono le freschezze nella intensità generativa, i fiumi vitali scorrono nel vento gelido degli altipiani, la freschezza dissoda e dissolve le ossa emergenti, i corpi sono madidi di pioggia felina, lacrime innevate suscitano la piena luminosa, ancora i venti degli altopiani sollevano l'inondazione perenne, scorre ovunque , amica delle termiti, proietta i cuori oltre ogni dominio, fraseggia il silenzio, accoglie liberamente avvolgente, perdo la mia esistenza nel progredire dei gelidi torrenti, ripidi e scoscesi sono i lati dei tuoi corpi, contati sabbiosi, dune d'amore placano la tensione lunare, nessun osservatore, accoglie, entrate spalancate. Trattengo il tuo petto, batto i miei, cedo, oggi siamo rinati, poso il corpo ai lati del frutteto, rimaneggio la staccionata, straccio la mente, lascio l'erba avvolgere il terreno decomposto in melma luminosa, tracce dell'aurora nel fogliame del sorbo, cadono le nuvole, la vallata si libera dei tessuti, rampicanti trasportano petali duratori nei profumi marini, torri di vento guadano i passaggi, le praterie mietono e nascono, frasi scompaiono nella palude, i rami del salice congiungono le correnti del fiume, il mulino sperso nella nebbia, il petto esplode nel silenzio. 6-L'ascolto invade la piantagione, le porte flessibili cedono, passa il vento dal cuore all'esterno dell'interno, semplici cortecce appiattite dalla pressione, fragili rampicanti ombreggiano lucertole vischiose. Col tuo ardore membra innate di gemme, compaiono, tenere luci riposano fra le mangrovie allagate, placida laguna dimentica il cielo, la mandria ferma l'acqua, gradinate naturali affollate da felci creano reticoli luminosi fra le montagne, pini ammassano il tempo negli strati di aghi secchi, impronte invisibili anticipano il risveglio, l'amore sognante risplende fra le vertebre , i petali si congiungono prima di apparire, il renaiolo strappa le cima pilota, libera la sabbia, la tempesta nutre emozioni sino al ricordo, la dimora galleggia nelle fioriture a specchio, mantici piumati respirano , trapassano le nature in estinzione, la tua distanza assolve la mia, le stagioni riposano, ossature dormienti spesso incaute nell'apparire. Il testimone protegge le api, onde cicliche lambiscono i tremori dello stagno, la canicola floreale aggroviglia il vuoto nella pelle del sognatore, morbide creature solcano le acque del cuore, giardini interni stratificano, dissolvono. Le montagne e gli oceani, nell'attrarsi, sollevano la vita, l'ascolto risiede sul bagnasciuga rimosso dalle correnti, stordito da guizzi, riflessi, la nascita si contrae nel calore della spiaggia. L'eco racchiude la promessa, , corone luminose brillano nel rispondere alla natura, nel sollevare i campi vissuti oltre il lembo del cuore. La fronte dischiude una foresta di presenze intense, lo scompiglio nei mari tra le piante luminose, gli echi vanificano le prese nel sangue, gli organi tornano a colorarsi nelle terre, la piantagione , il riposo dimesso, un giaciglio di fiori, brezze intense. 7-Il calore rinnova la sede, il raggio espande tutto assorbendo, lamine di percezione disseminano frequenze animate, ma è una strana immobilità, quella del nido, il luogo dell'inspirazione, la sede dei venti, ampio espandersi del raggio nel nulla più impossibile, così vivo, il raggio fiorisce sulle terre, mostra la propria vita nei passaggi e nell'immobilità di una posizione, oltre la pace scorre estraneo alla percezione, le mani, i sorrisi, offrono l'ascolto, guaritori lunari accorrono, raccolgono i vasi e li lasciano sciogliere sulle rive dei laghi d'alta quota. La giornata dispiega le fronde della foresta, l'umidità tattile accarezza l'aria cadente, le cascate innalzano i flussi, freschezza innaturale prepara il passaggio. Il tuo amore improvvisa un pianeta, , il raggio scende a quote animalesche, brucia nell'inverno, raccoglie la marea tra le prime fioriture. Cani randagi scuotono il terreno, giocano coi rami primaverili, scattano nelle guaine aperte della natura, raccoglitori di orbite benefiche masticano il nulla per amore del canto. Il freddo appoggia il suo bacio nel cuore lucente, respiri interminabili massaggiano gli oceani, lagune terrestri si stringono attorno al focolare invisibile, non brucia ma scioglie la luce per la pressione dei baci. Labbra amiche pronunciano la vita, richiamano l'attenzione al centro del passaggio, il mare accelera la traettoria, si posa nelle fragili aperture della scogliera di corallo, il cuore riposa, nella canicola degli abissi. Il respiro solleva gli oceani, preme senza forza il cuore nei bagliori, passaggi lagunari troneggiano in immense fioriture, presenze separano la vita in interminabili amori, alberi lussuriosi irraggiano emozioni cosmiche, i campi sovrastanti piovono nei raggi, attraversano le paludi in tuffi armoniosi, letizia insperata fluisce fra le vertebre, la luce si raggomitola , il peso svanisce. I cuori dei dormienti modificano l'atmosfera, rilasciano le membra, alberi nascituri grondano stelle in albe impetuose, lemuri alati spingono i loro cuori in alto verso gli altipiani, le cartilagini risuonano di vite sempre estranee, la gioia riconosce la fine imminente, il calore del bacio risuona nei petti inanimati, pietre setolose fioriscono, stordiscono gli oceani per la presa priva di forma, muschi rarefatti compaiono nei cieli, coprono le rocce nell'altopiano emergente, pascoli luminosi, fruscianti di sapori immateriali, aprono la via lungo la quale le falene infrangono le polveri, gli spiriti sono pronti nel raccogliere, in cucina piove la luce, il raggio esplora i cuori mansueti, palpa le nuvole stracolme di boughenville, l'assenza conferma gli amori più tenaci, laddove i raggi si raccolgono fra gli slanci degli insetti lagunari, canti floreali denudano il pianeta, l'ossatura immersa fra le gelide scogliere, l'amore implode, le valli sorseggiano la vita. Il mare erompe dal petto, investe gli involucri, ramifica nell'estuario invisibile, le luci riflettono le meteore, toccano le palpitazioni vibranti fra i corpi, acqua vivente innesta i frutteti, il cielo ramifica nelle carni dormienti, le braccia avvolgono il passaggio nella fioritura, i nuovi nati contenuti nei petti, le menti dischiuse dai canti impalpabili, lievi pressioni accolgono i ruscelli nei quali la vita fuggente scioglie, lascia l'amore, penetra la luce, i piedi sollevano la frescura delle sorgenti. 8-Il dischiudersi del bosco tratteggia il fervore della notte, sembianze stellari riflettono l'apparizione delle nebbie, lo sciabordio dell'acqua rinnova il lago, ora dopo ora, drappelli di pesci variopinti caldeggiano nell'acqua più bassa, le squame terrestri spolverano le correnti, il cibo sorgivo disperde l'eccitazione del fondale, la murena inarca la luce immersa in un ossario alato, il cuore luminoso pulsa nella marina di smeraldo, condensa mattutina galleggia nell'aria, ali prodighe sono il cielo nel suo inizio, fragile impegno, il gioco d'un bambino coglie la mente del lago, acqua remota riassorbe le mandrie anfibie confuse nell'erba autunnale, astri sublunari centrano l'abisso colmo di bagliori, vite delicate, germoglianti, lattice di crisalidi nuotatrici piegano le acque in percorsi ruotanti, mantici della spiaggia granulare, gente tenace, allevatrici di insetti rampicanti. Il pulviscolo dorato borda il sorgere dell'alba, è presto per chiamarti, per sceglierti un nome, per venire spinto nei tuoi respiri, sollevato fra gli spiriti che ti sei scelta, la recitazione dei canali marini impone l'umiltà del calore impudico. Senz'alcun aiuto le rocce disciolgono i lampi fra le gocce di rubino fluttuanti sulla foresta, il tuo agire copre, discende, aderisce alle membra, stretta e protettiva la tua attenzione penetra nei boschi, risale gli organismi, nutre la semina delle esistenze, strati e strati animati solfeggiano in delicato equilibrio nell'evanescenza della vita, mantici e mulini ricostituiscono le membra del pianeta, gemme tattili rallentano la fioritura, cambia la vocazione del cuore, la voce unisce il suono al respiro, scorre e frana l'energia del sole, al posto della luce il vuoto manifesta la tua decisione, nella natura rinasce l'emozione, subitanea . 9- Fluttua la luce, la tua memoria nel cielo, randagi annusano la corteccia, rami discendono nel lago. Freschezza del petto, rinasce nell'acqua volatile, morbida e ventosa giornata, fiori terreni muovono le nuvole. Il tuo slancio è il sole mentre osserva l'interno. Scorre il vento, è l'estate. Linee mutanti frammentano le dimensioni ad ogni impatto, nelle siepi odori inquieti, reco il tuo amore. Le luci gravitano fra i vapori durante la risalita. Albe veloci si susseguono, spiagge erbose coprono i cieli. I rampicanti tentano i movimenti attorno al sole, rugiada lima il suolo, grazia inumana fertilizza l'aria, natura erompe nel seme, calma flessuosa saccheggia le stelle. Ogni lieve posizione richiama il contatto dell'amore, guida la fronte a sperdersi nel bacio, la precisione del seme riflette l'unione, uscita notturna, remare in un lago, erbe fluviali immerse, quasi una palude per accoglierti, tra i rami, lungo il sentiero innevato, gemme di luce gocciolano densità celesti, foglie innevate lampeggiano tra le felci, il peso evapora in una presa non meditata, vita al largo, unione, contatti galleggiano, ospitano fiori perenni, camelie arrossano il fondale. Il lago spolvera la superficie del cielo, veli concentrati raggomitolano il pianeta, i vortici invertono la posizione, cola una tersa giornata oceanica, il guado dischiude, mormora. Premo ovunque l'appoggio eserciti pressione. Palmi ossuti levigano l'aria, il cielo resta sospeso tra le membrane, la sua vicinanza perdura, ondeggia col grano, i cuori invadono le atmosfere, rimosse le ceneri la luce bagna la pineta, il terriccio affonda nel corpo. I cuori abbandonano i cieli, larici notturni, alghe dirompenti, il mare rinchiuso nel petto, l'alba domina il risveglio, il lago determina l'orizzonte, fontane rupestri nel cavo delle mani, apro i polmoni, accolgo il tuo entusiasmo immoto, le piante del giardino grondano condensa. 10- A volte la luce sosta nell'informe. Allora il silenzio diventa assoluto, penetra la vita. La natura ne viene dissolta, calme acque sciolgono trecce luminose, il terriccio concentra il peso nel gesto, senza sorpresa la posizione fluisce oltre l'intenzione, presenze inglobano fluidi attivi, il pomeriggio è presente in una pioggia fragile, silente. La veglia stordisce per l'intensità. Rinasce l'intenzione di amarti, ogni gemito coglie il suo fiorire, le valli accolgono nuovi passeggeri, montagne di cartilagine espandono il presente in una muta esplosione. Dalla mente sbocciano le felci e l'impulso a ruotare, mentre le correnti discendono. Il loro apparire rende stabile il fondale, mandrie appassionate affrettano i richiami. Ci si riunisce ad ogni alba, il cuore la solleva, la tua dolcezza prepara il muschio leggero, lievemente sabbioso, pezzi di corteccia galleggiano nell'aria, laddove l'ingresso precipita tutti negli amori invisibili. Spingo il defluire del vento dalle mie vene verso altri cuori, la rimonta dell'oceano freme oltre la riva, gli alberi plasmano orizzonti stratificati, onde di porcellana sovrastano le montagne. Trattengo il calore dei rampicanti appena nati, resti di cibo lanciati nel mare, l'ombra del vento stordisce le membra, fluisce e unifica la spinta degli spiriti, l'erba vicino alla sedia rugginosa è ancora bagnata, il fango trattiene il piede, l'odore delle pozzanghere promette una estate torrida, le braccia assorbono lo specchio denso, la figura scompone il tempo mentre i movimenti confondono l'agire, il pensiero sgretola la forma del cuore, cieli locali estraggono le presenze, altre figure colano sulla sedia, nella sabbia melmosa, giocano nella brezza, avvolgono gli animali, in un calice d'amore si compone la giornata, la presa delle cosce rivela l' illusine, nessuna luce illumina abbastanza , l'amore nel suo evolvere flagella le spiagge, deraglia le menti, un metodo per giungere al di fuori del controllo, perché la pace inoltra il passo nell'imprendibile, il valore di un atto intercetta la presenza delle labbra, mani come rampicanti, pelle come il cielo, silenzio ora che sei irriconoscibile. Nel giardino anche la rugiada risplende senza occhi. I tendini del corpo rilasciano le carni addormentate, i liquidi mutano il proprio corso che diventa invisibile, sembra fuggire mentre inonda silenziosamente il passato, forma il presente, assorbe lentamente le presenze, il giardino freme nel cuore, rivoli di linfa colmano la fontana, costruiscono i cieli, la vita tuffa la propria avidità, risale nella veglia fin quando la spinta esaurisce il tempo, l'unione preziosa assottiglia i corpi in un suono dimesso, il fremito del vento ha le sembianze del vuoto primaverile.
09 Aprile 2013 Membra nucleari
1-Le radici degli alberi si proiettano verso il cielo, l'acqua copre il suolo, la luce si tuffa nella profondità della palude, gli alberi sono il cielo, il vento unisce, l'aria fredda e vitale è la bocca, immerge i denti nella densità oscillante, le dimensioni elevano rapidamente contraendosi, l'acqua è molti canali, molti corpi, membra, le radici flettono i cieli nel cono delle paludi, l'immersione è aria libera, l'acqua sopra e sotto, non esiste più la mente, né alcun cuore, l'unione procede senza nomi, molti contatti sinceri, immensi, la schiena è iper-flessa, il luogo non è mutato, cedono gli ostacoli. 2-Il freddo giunge senza preavviso, dona flessibilità alla foresta, alle membra degli animali, il freddo preme l'aria nel vento, la loro unione dirompe sonora, aleggia nel focolare invaso da fiamme compatte, gelide, sollevano aromi salmastri, riempiono di sabbia la vallata, i crostacei giocano nei bassi fondali cristallini. Un'ampiezza invisibile avvolgente, legami di libertà. Gli occhi sono la luce non visibile. Mani trasparenti traggono l'acqua dall'aria, notte eterna muove l'oceano oltre la vita. Gli insetti ronzano nel pomeriggio, l' inverno si ritira nel corpo, gli ultimi richiami del ghiaccio lambiscono la schiena, discendono le fonti, irrompono. Il cuore è un animale fluttuante, intima presenza decomposta fra le scintille della tua visione. L'apparizione dei paesaggi è il moto, lo spazio è il loro incontro. L'acqua determina la germinazione, dalla privazione dell'essere scaturisce la migliore profondità. Il calore spinge altrove. Il canto dischiude i rami contenenti la brezza. La corsa devia nell'interno diventa sempre più lieve, il contatto è l'ascolto assordante. Gli spiriti intensificano la loro presenza, sono il corpo mentre vola altrove, dissolvono il gelo caotico degli esseri. I canali ricevono l'acqua montana, i laghi assorbono i cieli, le profondità accolgono il canto delle radici, le visioni riconoscono i propri spiriti, il contatto muta, libera dal suo agire. 3-Vola fra le braccia, l'abbraccio denso, luminoso, profondo, immerso, immergente, fiorito, sonoro, sabbia nella bufera, tempesta di luce fra le mani, il sapore del salmastro affievolito nella presa, sudore e cereali secchi, le crepe nel fienile affollato di lucertole, il sole appoggiato nel cielo, un pretesto dell'amore, ridente fra gli insetti, corpi caduchi ammassano energie, scintille lievi, piumose, polveri dell'amore grondano, accumulano passaggi, incontrano le siepi pomeridiane ricche di richiami, la memoria intreccia i volti, immobilità piovosa, spiaggia fluorescente dell'altopiano, alghe secolari rigano la roccia, crepitar di stelle, i puledri sollevano la prateria, pioggia incolore nutre le ali, il volo slancia le vie nelle trame paludosi, gli estuari sono sinceri, ritraggono la densità in un accenno, rapido intensificarsi, le presenze sovrappongono strati su strati, i fianchi sudano per lo sforzo. Il prato afferrava le radici, correva nell'aria, univa gli scarti inquieti dei merli, gocce animate riempivano e nascevano, l'odore dell'acqua piovana fresca e gelida penetrava le radici, sollevava le anime nei canali indistinti, le caviglie piegate dallo sforzo, tendini stanchi, natura sciolta nell'emozione, muschio rappreso fra le dite, i colori liberano le immagini, la forma scivola via, il cuore adegua l'essere al manifestarsi del trapasso, tetti sognanti pieni di rumori e promesse, ancora lucertole rinvigorite dal sole, guadagnano la corteccia evitando l'acqua stagnante, sibili precoci, il petto stacca l'aria, nascere tremando nella laguna nascente, il sole separa le presenze, fiacca il suo stesso apparire, il sole mima i cieli, i cieli rivestono la mente, fin quando qualcuno li osserva, poi i tratti confondono l'essere, venti raggomitolati nel cuore liberano l'attesa. La strada promette la vita, incontra l'estate, riprende la sua pelle . Delicata ramificazione tiene sospeso il fiume tra gli abbracci di organismi. Fluire senza ripetizione, il contatto non ostacola. 4-La forte pressione dei lampi introduce le sfere del cuore nelle carni, scuote oltre i limiti l'intera muscolatura, trema nel vuoto, sussulta, devia il percorso, lo unisce a quello dei corridori della prateria. Canti queruli fremono scomposti, tensioni striano le pelli, fraseggi corrodono il limite. Le alghe della vita allargano la propria scomparsa, rimuovono le emozioni, flettono sotto la pioggia degli umori. I mulinelli del vento arrestano l'impeto dell'acqua, pareti scoscese accolgono i fluidi carnosi, molluschi abissali proteggono i pianeti, ghiacci retrattili mimano l'amore. Le palme strappano lembi di nuvole dai cieli, montagne marine ruotano risalendo i fondali, l'incontro avviene in ogni respiro, avviene in ogni silenzio. Oscurate dall'intensità le fronde degli eucalipti uniscono i suoni, l'atmosfera cessa il movimento, diventa una pigra, inarrestabile inondazione di prati appena sbocciati, l'aurora radente brilla fino a dissolversi, la concentrazione cessa, la realtà implode nella visione, la visione accede al reale senza poterlo, senza saperlo, una lieve pressione solleva i fondali, bacia gli animali, predispone l'ascolto. Giunge il fiume nel vento, arrotolato in pianeti trasparenti, lamine di corteccia oscurano l'aria, il calore di corpi invisibili genera i declivi vitali, piane lagunari tratteggiano la successione degli orizzonti, il caldo estivo freme nel petto, impone la sua presenza ai frutteti fluttuanti. Il respiro terrestre sembra tortuoso, spinto contro le coste da mandrie ovine migranti, il fronte oceanico dissipa la propria risacca fra le pieghe della lava appena rappresa. L'entrata e l'uscita si svolgono incessanti, boschi di anemoni stormiscono fra i coralli, reti di ghiaccio interferiscono con le stelle, il fluire raccoglie i getti dei cuori ai piedi delle radici, il sole pulsa debolmente nella vegetazione rarefatta, presenze palpabili non appartengono ad alcuna realtà. Il canto delle anatre perfora l'illusione, ancora un altro mattino massaggia il corpo mentre le membra si coagulano sulla riva del lago, nebbia luminosa discosta la vita dall'apparire, i rami del cosmo aleggiano nell'eclisse, il bagliore lieve e delicato del silenzio ricompone il dormiente, poco prima dell'alba, ai piedi delle cascate, natura argentata. La sera allenta la tessitura del reale. La coscienza si dissolve, palpeggia i tralci della vigna abbandonata, gloriosa nel suo fiorire selvaggio, tracce di daini nei cespugli spinosi, l'armonia ringhia, non ama i complici. La luce è lo sguardo privato della presenza, l'apertura oltre il cuore nell'invisibile lucentezza dell'estendersi senza corpo, la materia fiorisce , impenna l'essere nelle mangrovie incantate, gemme sonore frangono gli oceani luminosi, un altro perimetro ritaglia dimensioni frattali in cui i bovini al pascolo sorseggiano il disgelo invernale. Ospite fra le montagne ghiacciate, frantumato nell'aria, amato dagli insetti invisibili, ali tattili sospingono fra le dune ghiacciate, i luoghi appaiono, un debole evocare li lambisce. Le emozioni abbandonano il pianeta, libere, finalmente, fluiscono e concentrano, l'unione delle emozioni ignora le parole, i terreni in tempesta retrocedono nei fiumi, risalgono fra le chiome ariose, si trasformano in passioni tattili, terra lucida, specchiata risale fra le ossa, mormora carnosa, amorevole, preme nelle forme, giunge nel palato, dischiude il cuore in un' offerta sonora. La corsa comincia. I piedi spalancano il vuoto, il sudore è il frusciare del vento, nelle gambe le onde marine oltrepassano il confine. La distanza dischiude gli occhi nel precipitar del cuore, le mani si appoggiano, flettono l'aria, ora densa , gommosa, la corsa insegue, cattura e libera, le onde intrecciano l'altipiano. 5-Nell'aria petali spezzati dal sole, fragile estasi del bosco, torrenti aerei salmodiano l'inverno futuro, rapsodie infernali fluttuano e stridono tra le pietre voluminose, la melma agita il parco nei fondali, luci sottili invadono le praterie di conchiglie, mormorio di ragnatele arruffate dal vento, soli dormienti rotolano nella brezza finale, tensione articolare snoda le membra tra le voragini aperte nel nulla, il cuore espande l'ultimo respiro fin al di là dell'altopiano, pioggia rada lo raggiunge nella pace dell'abbraccio, l'ultimo pasto, poi adagiarsi nella neve sabbiosa trattenendo altre presenze, i tratti distaccano le vicinanze, disciogliersi di oceani, la tensione afferra, traccia il vuoto per unirlo al respiro del cuore, il luogo del non manifesto copre il silenzio. Le parole afferrano le anime, le serrano col peso dell'amore, esaltano il profumo dell'innocenza, ospitano la natura inconsueta delle fonti al loro dischiudersi, il respiro flette in se stesso, supplica il passato di liberarlo, disperderlo fra i raggi delle lune, mani robuste premono il petto. La vegetazione fluisce avvolgente. Cespugli di ginepro segnano i sentieri, felci invernali cariche di neve, ginestre fiorite premute fra i sassi, la corteccia dei castagni nutre i profumi, siepi di rovi affollati d'insetti, rocce luminose aprono la via del lago, in alto, a strapiombo sull'oceano articolare, lievemente adagiato nella nebbia, spazio solare volteggia oltre il cielo, costudisce la bruma cadente, destino estivo dei relitti corallini, plasma la costa di flora animale. Nell'erba l'acqua ristagna, dissolve. Le radici della gramigna sostengono zolle fiorenti nel vuoto dello strapiombo, fertile polvere cade nel dirupo, il fondo addensa milioni di fiori, spinta di gioia priva di tracce. L'aria è viva, intessuta di clorofilla, scorre su sabbia animate, solleva le creature in strati di pressione informe, afferra le emozioni, le conduce al limite, docili tentacoli nuotano fra le onde dei venti. Bagliori volanti sollevano il terriccio, cupole di tufo si ammassano fra le montagne, nell'estendersi verso la laguna si disciolgono in una fanghiglia profumata, luogo di riposo, nutrimento degli spiriti. Le colline emettono prolungati richiami, labbra sottili sfiorano gli esseri, pulsazioni tattili innervano il vuoto, destano le forme nei cuori delle Nature. L'impeto abbaglia le presenze, le ginocchia trattengono il peso, sollevano l'anima, cedono nel fondo. Lo sguardo tocca la mente, abbraccia i messaggeri degli altopiani, chiama la brezza del vuoto e, infine, niente è più trattenuto, corpi su corpi slanciati nei vortici senza volto né forma, il velo della spiaggia dissolve, guida nel sogno le gemme del reale. I fiori crescono nelle intemperie. Perdurano in effimere presenze, fluttuano indisturbati tra gli involucri dell'esistenza, ramificano, intrecciano, stormiscono nel mattino senza inizio, siepi odorose aggravano la primavera, onde di petali sovrastano i cieli, pioggia invisibile scioglie l'esistenza, un immenso liquido pulsare scompare nel proprio slancio, riconosce il richiamo di un gesto voluto, lo scaturire di un sorriso, il pomeriggio trema per la fine imminente. Libero, il cielo è un bagliore amorevole, determinato, il contatto risponde al richiamo, semplice, dischiudersi nell'oceano dall'interno, vivere, il cuore prende il sopravvento, guida il canto tra le forme mutanti, lo spazio del respiro completa ogni entrata ed uscita. Tra i sassi carnosi gli insetti stantuffano rapidi, popolano colonie di camelie, recitano il futuro di un tempo remoto, palpeggiano il vuoto, lo premono da ogni lato, evitano la chiusura, presto si dissolvono in voli frenetici, fantasia ossuta di creature lievi ed alate, membra di polvere, gesti senza forma, tali sono i richiami delle colline, degli oceani, dei volti alati, l'assorbirsi ignora qualcosa, prende la terra nel suo costituirsi, bacia i bagliori dei funghi notturni, pace innevata flette liberandosi dal cuore, le costole sostengono la presenza, il canto si raccoglie tra le mani, acqua sonora penetra nelle membra, non trova più nessuno. Le mani Presa leggera , luce sotterranea, animali paludosi sollevati dalle onde, gioia inconsueta scivola nelle aperture, gerani notturni uniscono, trovano Le mani sollevano il corpo. Posizioni slanciate, cuori illusori discendono giardini collinari, erba altissima fascia gli albicocchi, Fremiti nella brezza estiva, crepitio invisibile, incontro, le mani si spalancano: apertura sonora. Canti di scimmie, corse nella vegetazioni coperta dalle scintille, menti disarticolate liberano, la linfa percorre il cielo. 6- ll magma erboso denso di vapori percorre il corpo, manto carnoso, rivoli di emozioni legami linfatici crescono nelle dune, sabbia interiore ricopre il sospiro nascente, le nuvole traggono energia dalle schiene piegate, mani rugose assorbono il tempo, il suono dello spazio introduce nel silenzio, pace animata in ossa sfumate, detriti di pace colmano i ghiacciai del respiro, la natura si anima, cede, dimentica per vivere, finalmente. La calma dilata le azioni del vento, moltiplica gli oceani nell'interno inanimato, riduce il contatto tra i percorsi dei torrenti, lenta risale una marea spumeggiante, fragili creature popolano il bagnasciuga, grappoli di soli interrano i fiumi, assorbono la boscaglia, sciolgono il silenzio. Il cuore percorre la linea della costa, tratto dal limite, fuso nel tatto, accecato dal moto delle montagne, riposa il cuore nel germogliare fiorito, denudarsi nel silenzio, incontrare e non chiamare, cedere il contatto dei nomi, cedere la presenza, fremere senza respirare, la sabbia rotola fra gli sterpi, si solleva oltre l'orizzonte, polvere vitale nutre cristalli di ghiaccio, la vita increspa il silenzio; nel silenzio l'incontro brilla senza esserci. Il bosco cresce nel rigoglio delle acque, la riva della vita accoglie le presenze inanimate, tratteggia un'alba apparente, immersa in se stessa. La concentrazione nutre una creatura, nasce dal cuore, sale fra le luci, assorbe la concentrazione, osserva la marea montante, ignorala città, pulsa nell'emozione, infine arretra, cessa ogni battito, dimentica la concentrazione disperde la dispersione. E' il vento l'animale più distante dalla memoria. Precedere la chiusura di un fiore, avvicinamento delicato, la notte incoraggia l'umidità del bosco, congiungimento di oceani, premuto nella pelle, la pelle percorsa dal ghiaccio, dal sole autunnale, desiderosa del vento, eclisse nella foresta, l'aria inspira la sua presenza. Il suono degli insetti copre le voci. La vegetazione avvolge i cieli, la terra estiva è secca, anche la mattina la rugiada non ne penetra la crosta. Gli insetti stordiscono il silenzio delle montagne, riempiono lo spazio di pressioni frammentanti, la polvere cattura l'umidità dell'alba e galleggia a mezz'aria, per qualche ora, bagna i volatili, infine si posa al suolo mischiandosi alla sterpaglia odorosa. Le querce cantano e attraggono nel reale spiriti inanimati, paludi trasparenti incanalano le nuvole di calore affamate di sassi, rocce, scogliere franose. Il giardino brulica di farfalle. Volumi ondivaghi spostano le loro presenze lungo i solchi del vento. Nell'erba i porcospini passeggiano disturbati da colonne di formiche rosse, le serpi si arrampicano fra le rose abbracciate alle rocce a ridosso del lago, la frescura pulsa tra le foglie spinose e gli ampi fiori anche nelle torride ombre del pomeriggio. La luce trema nelle menti oculari, gli atti rifuggono l'agire, spinte condensate in emozioni pressano le membra, ne costituiscono le ossature, le emozioni affluiscono nelle epidermidi, riluccicano nel liquido vitale poi germogliano nel vuoto se amate in una immobile tensione. Il calore autunnale distende le energie accumulate, l'invisibile gronda nelle gole delle montagne, si posa sui giacigli, accumula un terriccio di natura luminosa. La marea , incalzata dal vento, unisce il suo percorso all'autunno, la loro unione è il distacco del cuore, il respiro sprofonda in uno statico torpore, le membra accorrono libere nel silenzio, in attesa da sempre. 7- Il silenzio riempie la giornata, invisibile passaggio lega il nido del cuore alla luce degli alberi, profili arborei urtano le nuvole, campeggiano al di sopra del terreno appena liberato dai ghiacci, orme della marea sospingono il suono nell'interno, il silenzio assorbe l'oceano all'alba, prima che la natura reciti il proprio agire, scorre nell'incavo del nulla un soffio, trema il pianeta, il giorno accoglie le immobili presenze. Il terreno muove le creature con grande intensità, ruota il contenitore, salgono le montagne fra le cascate del suono, uniscono il riposo del fiore al mormorare delle notte, respiro del tuo corpo illuminato dal contatto, slancio continuo ritorna nelle fonti, gioco di respiri ansimanti insegue il sole. Il vento tratteggia il pomeriggio, le membra colgono le ramificazioni degli spiriti, l'azione scaturisce. L'interno agisce nell'invisibile. Vicini al cuore, aderente all'epidermide, neanche esercita una lieve pressione, tenace nella sua presenza è attivo, completo nel silenzio, assente nel volere, delicato alito floreale, una luce abbagliante accolta tra le posizioni, un avvicinarsi semplice , nel cuore, oltre il cuore, il suono abbaglia per la gioia, felice ottiene il nulla dai desideri, l'emozione si scioglie nel ghiaccio, onda d'urto del risveglio, dissiparsi delle forme, le mani posate sulle cosce, il calore ripopola i tessuti, le orbite dei soli intrecciano i tendini, l'erba distende il cielo. Gli spiriti sono un nome offerto al sogno del passaggio. Le mani possono afferrare l'evocazione, agire nell'incolore, muovere pressioni interiori estese, addensate fra gli strati delle emozioni, lasciate vagare nei fiumi, poi il corpo liquido irrompe dall'interno, assume i battiti della palude, degli uccelli, la determinazione degli insetti, il volto si stacca, sale nel cielo brilla senza apparire, linee di vita afferrano la trasparenza, l'erba incendiata dalla luce sospira, il suo rollio decide il distacco il cui apparire è trasparenza, sono i gesti lanciati dalla tua mani per offrire la marea mentre si riassorbe, il corpo dolente penetra l'alba, l'acqua flette e si disperde, il giorno comincia. Nella capanna gli odori accumulano, impregnano i pagliericci, il pavimento di legno sa di petrolio, di notte il silenzio decora l'interno di presenze naturali, sfalda il basamento, la terra assorbe le cortecce. Nella luce del giorno la capanna mangia le stelle, insetti sostano sul tetto, la luce scivola al di sotto dell'unica trave, disegna il suo fiore fra le pieghe del corpo piegato, l'ombra sussurra l'uscita dalle membra, il ruscello montano cancella la capanna, è freddo, dissetante, raccoglie altra vita tra i sassi scoscesi, brevi onde fendono l'erba, quel ch'era una persona ora evapora nella freschezza di un mattino senza tempo, capillari di linfa si uniscono nel sole. Le emozioni assorbono la spinta del vento non manifesto, alba ovunque il respiro appaia, panneggi fluttuano nell'interno dello sguardo .Il passo svelto risuona nel sentiero, piede arrossato dal fango, sterpi rigano la pelle, umidità protegge, calore dell'interno scende, la terra morbida, il nuoto tra le alghe dense, palude e sentiero, canali di vita impalpabile. Il tuo agire disperde la tensione, creste solari pulsano libere, striano le piante, mormorare animalesco delle foglie, eucalipti estivi tra le chiome, l'aria riassorbe i tronchi, esistenze senza luoghi. Membra nucleari nei cespugli notturni.