04 maggio 2012 Nascenti
Un grande tuono incombe sul corpo. Nuvole scivolano sotto le pelli, l'acqua sorride nei laghi interni. Gli insetti si riscaldano nel vento estivo,
montagne trasparenti avanzano verso il tuono. Nella voracità estiva le pieghe del ventre si seccano, mani veloci intrecciano prese decisive. Il
cuore è il tamburo dei pianeti, ritmi di correnti frusciano e incalzano, formano getti di nascite. Un'eruzione di vita. Il tuono scioglie l'attesa,
conduce la propria ombra nei polmoni delle pianure, invade carni malevoli, determina la fine, riposa sulla crosta rinsecchita della terra di cui ama
l'argilla. Il suono si riempie, immoto nello stomaco, ruota nel collo, poi precipita nel risveglio invisibile, unito nel dissolversi di ogni speranza,
incalza, risale nelle vene dei sassi, muta pelle nella primavera che precede l'inverno, vola, si comprime nell'intensità. Un giorno immoto ricade fra le
costole, fluttua fra accenni di vita, inghiotte con avidità. Pigre ondate di pressione cancellano l'isolamento. Si stacca il sole dal soffitto, sprofonda
nella voragine nascente, il rossore dell'entusiasmo infiamma l'aurora, viaggio contro il destino, si spezza. Gli ascolti prolungano i germi elettronici,
lungo le dita riecheggia l'amore, la pelle è tesa, avvolta nelle fiamme. Appoggiato sul cibo, scivola via tra i tonfi della cascata di stelle. Lava fangosa
avvolge i nuovi nati, amica nella vita, irrora il cielo di intenzioni reticolari.
04 maggio 2012 Contatto
Il canto brilla , stretto nelle membra si immerge nel proprio scorrere, scioglie i legami, un lembo dopo un altro rinascono compatte e libere, lo sono già ora del resto, lo sono sempre state. Il cuore apre per primo. Una intensa pressione libera uno dopo l'altro il fegato, l'intestino, i polmoni, sempre più in là, esistenze sottili, reciproche. Molto vicino, molto lontano.. Il paesaggio lacustre corre nei polmoni. Um dono insperato fluttua. La pressione diventa un ininterrotto contatto. Dal futuro si estende nel presente, assorbe il passato, le ossa dissolvono il cielo paludoso .
09 maggio 2012 Incontri
Ci sono libri che non possono essere scritti, parole che non possono essere dette. Entrambi si trovano nel mondo della percezione appena un po' diversa da quella normale. L'ascolto e l'azione si uniscono nella percezione non ordinaria, quel che agisce è un organismo, un luogo particolare dove l'ego finalmente incontra l'immensità dalla quale è circondato.
Il cuore scorre, fiume guarda, silenzio accorre, rete colorata avvolge, tracce splendenti, sottratte alla luce, corrente di silenzio decide, ombra a lungo, sostare senza corpo, lontano dal pensiero, il cuore accorre, privo di popolazione, ultimo contatto osservato quindi trascinare, diventare liquido dopo immersione nell'aria, pressioni feconde, atti. Il riconoscimento insorge, calore centrato, epidermide striata di memoria, chiami, trama assente, lume assorbente, battiti d'ali risalgono le correnti, osservare, l'assenza delle tracce incide un nuovo silenzio, dire l'amore per accogliere, volere, mostrarsi inerti lungo i canali, slanci fausti emersi fra i rami, in corsa, l'alba assorbe il core, battiti ovunque, battiti raccolgono i lunghi silenzi, nessuno può vederli, ma amarli senza il cuore, l'immersione evapora. Le pelli respirano.
09 maggio 2012 Battiti
Le parole scompaiono per la nuova presenza. Impulsi tracciano i battiti senza lasciare tracce, canti non visti scompaiono ad ogni battuta, filamenti d'argento guizzano invisibili, la natura si sottrae alla vista, ciascun impulso si nutre del proprio silenzio. E' sorprendente non ….vivere. la natura strappa le sue reti, risale altre correnti, si disarticola in infinite fonti.
13 maggio 2012 Direzioni
Il cuore si immerge nel calore, intriso di pioggia emerge nell'entusiasmo, l'edera grondante, scrosci di liquida mobilità scorrono nelle mani,
dissolvono nel corpo, rivelano . Mantici frementi disseminano note retrattili, fredda luna posa il gesto su una terra pluviale, atmosfere persistono,
esplodono e tuonano sopra, ovunque concentrate. Il vuoto si adegua, prende lo spazio incastonato nella spiaggia, diamanti scagliati con amore
rigano il cielo, stelle premono l'intimità, l'intensità della prese apre i canali, la libertà scorre impetuosa, cancella ogni direzione. Improvvisamente si
anima l'orizzonte, gli spiriti tacciono impacciati.
14 maggio 2012 Riverbero
Proteggere il riverbero del sole, guardare lo sbocciare della luce sulla terra, colmare di calore gli innumerevoli fremiti delle sorgenti. L'arsura della
pioggia bagna il vento, sollievo, la marea placa, le acque rifrangono una sola corrente, si assorbe la pressione prima del tuo sorgere. L'odore
della vita sorge nel bosco, si immerge la vegetazione nella terra profonda, arare l'atmosfera con l'amore, un dolce raccolto inconsistente tesoro, la
spiaggia brilla irraggiungibile. Inghiottila.
20 maggio 2012 Osservare
Cielo e terra si modulano l'uno nell'altro, il loro operare incombe, silenzio fra le creature, amore, si dissolvono le resistenze, il fiume scorre non
trascinato da alcuna forza. Osservare in silenzio conduce, si giunge ad una fonte, riposo, il passato scorre nel presente, il futuro scorre nel presente,
il tuono diventa silenzioso, il boato vibra d'amore, non posso più riposare.
Un solco inciso nella luce invisibile si espande, il suo contatto genera il presente, la pioggia cade con insistenza, bagna le stelle, accoglie . Il vento
luminoso sospinge, trova. osserva.
21 maggio 2012 Vicino
Sempre, solo calore irradia, trema terra amore scorre, nell'apparire tinge l'orizzonte, ora si forma il vento concavo, ripieno di fiori, colma cuori
appena sorti. Fermo per ore, ottiene , si aprono, scivolano correnti prima di apparire, un respiro, il respiro del ritorno, gesti frastagliati, cosparsi di
sabbia, sciogliersi dell'onda nello sguardo, porta indolore chi esce entra, chi entra esce, attimi preziosi, venti inspirati. Scosse travolgenti colano
nella palude, neve si dirada, l'orizzonte scorre sempre più vicino, il contatto, prima dell'apparizione, dopo la nascita separazione, canali immersi,
coltre di silenzi. Gambe serrate, dimenticate, entrare di corsa scomparire nell'abbraccio, vento, immense apparizioni prive di complicità.
23 maggio 2012 Amore
L'amore si libera delle immagini. Scomposto, giace, immenso su un'invisibile spiaggia, fatto di sabbia si disperde e riassorbe, liberando turbini di
luce, nutrimento per i viventi.
Domani in silenzio, lungo il fiume esercizi di forza, piegati dal potere, mensa di vortici coraggiosi, labbra dischiuse, gustano una brezza sussurrata
tuffarsi nei polmoni. Battiti di ali tracimano la resistenza della riva, senza scorrere raggiunge, ovunque è ora, qui fra le pieghe della carne mentre si
dipana nei fremiti, il contatto galleggia, bagliori.
27 maggio 2012 Non_forza
Se ci si trovasse immersi in una percezione a, per esempio, 90000 dimensioni, tutto apparirebbe estremamente diverso, il corpo non sarebbe più un
corpo, l'ego sarebbe una minuscola presenza, il livello di dettaglio della percezione sarebbe così elevao da polverizzare le barriere presenti tra
passato presente e futuro portando la realtà a un livello di contemporaneità assoluta, una contemporaneità non temporale ma di significato e
animazione. Quanto detto è ciò che si percepisce al progressivo disintegrarsi del confinamento vissuto all'interno della percezione ordinaria. Il
percepire ultra-multi-dimensionale è l'obiettivo della meditazione ascetica proposta dallo yoga ma è anche uno stato naturale e spontaneo
manifestantesi all'interno stesso della limitata percezione ordinaria. Gli yogi suggeriscono la via ascetica perché essa permette di raggiungere quella
super-percezione in modo apparentemente più veloce della via naturale e la brevità della vita ordinaria non garantisce un tempo di coscienza-vita
sufficiente al manifestarsi della via naturale, da ciò segue la necessità della scorciatoia della via ascetica. Bisogna tenere ben presente che la
meditazione yogica è un percorso ascetico che acquista veramente senso solo se condotta senza forzature e autosuggestioni, coincide sin dall'inizio
con un sentire naturale. Purtroppo molto spesso la meditazione yogica viene interpretata in modo didattico, banalizzata e riempita di autosuggestioni
ipnotiche e, ancora peggio, l'ascetismo della meditazione yogica viene usato come pretesto per la pratica di inutili regole coercitive. Se l'ascetismo
ha bisogno di regole diventa stupidità e manipolazione anzichè essere ciò che in realtà da sempre è, ovvero una sorprendente via naturale al
superamento della ordinaria percezione di confinamento.
Dall'interno della percezione ordinaria sembra naturale poter dire che la via ascetica non sia fatta per tutti, ma in ogni caso non ci sono eletti o
illuminati fra gli asceti naturali e questo lo si apprende molto bene immergendosi in una percezione ultra-multi-dimensionale. Un asceta naturale non
dirà mai di essere un asceta naturale.
La percezione ordinaria di confinamento sorge grazie all'esistenza di forze sempre attiveche impediscono agli infiniti enti il cui epifenomeno siamo,
di manifestarsi indipendentemente. Quelle forze sono loro stessi degli enti, in particolare sono gli enti che determinano l'esistenza stessa della
percezione ordinaria, del cosmo ordinario, della Natura ordinaria. Sono enti riconoscibili percettivamente dal contesto di continua forzatura in cui
operano e che creano, sempre che queste parole possano evocare qualcosa. Per tale sapore di forzatura viene detto nel Tao come nello Yoga di
non operare mai con la forza perché la forza è limitazione della percezione, conduce alla debolezza, all'incoscienza. Sempre in virtù di quella
forzatura le arti marziali si dicono arti, ovvero solo riconoscendo l'inconsistenza e inefficacia dell'uso della forza si ottengono i risultati migliori.
Se quel particolare modo di percepire la forza non viene incoraggiato, via via sorgono una immensità di percezioni-emozioni non ego-centriche il
cui manifestarsi lentamente consuma ma non cancella lo stato di confinamento all'interno della percezione ordinaria. Una volta acquisita la via per
uscire dallo stato di confinamento, si dice via ma si tratta di una multi-via, lo stato di confinamento non opera più in modo così drammaticamente
condizionante e limitante. Le entità–forze che creano il mondo ordinario attraggono verso se stesse le infinite manifestazioni esistenti, o almeno con
parziale successo ci provano, creando quel particolar effetto gravitazionale in cui galleggiamo, anche descrivibile in termini di strutture vorticanti con
un caratteristico andamento centrifugo e centripeto responsabile sia della nascita della individuazione egoica che del percepire in termini di
soggetto-oggetto. L'ego non è una illusione ma cessa di operare quando le forze che lo creano non sono più continuamente attive. Quel che
succede all'ego quando cessa di operare è non comunicabile usando le parole, quel che si può dire con certezza è che si tratta di qualcosa che non
ha a che fare né con la vita né con la morte. La nascita, l'esistenza, l'invecchiamento, la morte, sono stati determinati forzando l'esistente in modo
naturale-ordinario, ma quella forzatura non intacca minimamente l'esistente non ordinario- e anche questo non intaccare è del tutto inspiegabile
all'interno della percezione ordinaria. In effetti la percezione ordinaria è una percezione estremamente semplificata, è una visione dell'esistenza priva
di dettagli, di intelligenza e normalmente anche di amore disinteressato, incapace di fondere in un unico processo la tremenda complessità e al
tempo stesso semplicità della realtà non ordinaria.
30 maggio 2012 Impulsi
Le pieghe dell'aria sono umide, trasuda il vento d'impulsi, cantare per unire, l'orizzonte si raggomitola in un battito, la sua presenza precede l'anima, lo guardo, l'amore freme abbracciato agli alberi, disperso fra le alghe. Le ossa spostano la terra, una vasca germoglia, mormorio di fioritura primaverile, ai cuori si somma l'abbraccio, inumano. L'aria mi spinge fuori dalla materia, insetti elettronici cantano l'alba, tracciano le notti, oceani indistinti cancellano, si ammassano nel ventre, respiro d'aria, infine respiro.
gli impulsi si sciolgono in un unico dono, d' inverno il lago in piena cancella le memorie, il mulinio delle acque urta il cielo, il plenilunio flette la vita in una promessa, le braccia spingono flussi di presenze, trovano pace.
Il prato è freddo, riposa in un calore fiorito altrove, nuvole animate brillano nella notte ormai finita, mani serrate accolgono l'impeto solare, si slancia nel silenzio senza apparire. Ogni contatto una vita, un abbraccio ritmato, immerso in un sole troppo intenso per brillare, inclinato sul prato.
30 maggio 2012 Spontaneo
Correre, ogni passo s'immerge nella vita, richiude, apre sale, immobile slancio cola sotto la sua stessa pioggia, sudato nella brezza stellare, il movimento risucchiato dal sottosuolo, l'amore massaggia le epidermidi. L'entusiasmo vola lungo il canale pieno di fiori selvatici, le impronte della corsa incessante spingono, una piena d'anime scroscia nei polmoni, i canti si susseguono, conducono altre creature, risalgono impetuoso nel sangue, baci inavvertiti, spontanei.
31 maggio 2012 Luci fiorite
Si orienta mentre cammina. Rete di squame trema, lasciata libera fluttua, deposita fertilità nei canali, vita prensile trasuda membra attive, il sole raccoglie, illumina, coglie volti inesistenti nell'ombra della vita, altre membra, svuotate, ruotano lungo aspre discese. Pressioni d'aria staccano lo slancio dalle vertebre, le posizioni recuperano gli stracci del proprio cammino, mani contratte nello sforzo abbracciano tuoni sommessi. Negli involucri si depositano insoliti attacchi, membrane silenziose espandono contatti argentati, nel cuore resta un sordo impulso, poco prima di un'ultima esplosione, un altro sole sorge. Ora il vento scompone le strade, le incanala nei flussi estremi di stelle evaporanti, rugiada urbana dal sapore di galassia sfiora l'amore, i canali inghiottono ogni passo, ogni indecisione. Mi è stato concesso il permesso di vivere. Risplendono infiniti microsuoni sulla superficie della piscina lagunare, acque dense, bluastre, precipitano dall'alto nel proprio vapore, superficie specchiata, quieta, priva di attesa. Mi adeguo al tuo abbraccio, scivolo nella corrente gorgogliante di una nuova corsa, madido di impeto mi scompongo nei riflessi di luci fiorite. Il gesto di un albero intento ad abbracciare il vento.
06 Giugno 2012 Alberi
L'amore scoglie gli alberi, affonda nella brezza, suscita il coraggio, polvere del vivente. Le radici emergono nell'aria, si diffondono nella vita
stupefatta, ogni nascita retrocede nell'attimo che la precede. I movimenti dell'epidermide scuotono flussi di microstelle. I bagliori dei vortici
plasmano dei nuovi corridori, la pista pulsa di foglie solari, i fiumi si liberano dalla presa delle colline, si tuffano nel canto dei cespugli fioriti. Petali
ramificati rinvigoriscono le ossa.
Vento di musica crepita per cantare nella gola imberbe, il petto si apre al deserto improvvisamente umido, gomitoli d'aria pressano, cancellano
ogni esitazione, la vita solidifica nel cuore, un punto ristretto fatto d'amore, fonte indifferente di un rapido sguardo. Il respiro del bosco avvolge la
costa frastagliate, il mare viene scavato dal vento collinare, lanciato in una pioggia di nuove montagne, amicizia e complicità nella nebbia del vivente,
neve abissale abbraccia, sfugge, illumina. La nascita si espande tra i rami bagnati, grondare di squame lunari, una marea immota riassorbe il respiro,
la concentra nel tubero di una galassia, esplode fra i coralli. Il bosco si condensa in un petalo, conchiglia sottile fluttua nei canali degli abissi, nuove
anime germogliano dagli alberi lagunari, la loro vita è una febbre morbida, profonda, inconsistente.
06 Giugno 2012 Labbra
Il mare respira, traspare denso di alghe, odore di oscurità notturna, il tappeto di alghe tesse un corpo di animale, splendente nel ventre, denti
stellari, labbra distratte e afferrare di mani, tentacoli impacciati avvolti attorno il pianeta. La corrente risuona di ombre, coni di luce immergono i
propri impulsi nelle cascate del fiume, pezzi di ghiaccio risalgono la corrente fino all'origine del sole, inginocchiati flettono il vento del tramonto,
cadono nel terriccio umido d'inverno , respirano a cenni, labbra semichiuse appoggiate sulla corteccia.
07 Giugno 2012 Miniere
Le membrane acquose si sovrappongono, con dolcezza. Il manto di luce spessa e pesante avvolge la terra più volte. Ombreggia per se stessa
l'ascensione di tuoni vegetali, animazione ribelle intacca l'impulso luminoso, riposa nell'oscurità, galleggia sopra una immensa distesa paludosa, lo
sguardo si rapprende nell'estinguersi, sboccia un fiore, il fiore cola nel petto, fra le costole, occupa uno spazio libero, leggerezza impossibile, il peso
si scioglie ad ogni fioritura.
La condensa scivola fra le valli. Ghiaia estiva stinge i minerali, assorbe il vento cancellandosi, spazio dopo spazio ancora lampi incidono aliti
autunnali, le miniere serpeggiano negli umori delle foreste, il cavo manto montano straripa nel lago, inonda l'altipiano, si ghiaccia, inosservato. Le
fonti sorseggiano l'orizzonte, increspano nuove membrane, spingono alla vita, dimenticano se stesse.
11 Giugno 2012 Radicare
Gli alberi battono i cieli. Nuvole squamose, colorate ,afone, ritorno nel canale, vedere la vita, ascolto intermittente. La neve dissolve la strada, modulazione infranta, ripercorrere la vita intera, ascoltare, mi slancio, inghiotto. I fiori discendono lungo corpi fluidi, l'incontro è irragionevole, radioso. Nella foresta la prima fioritura si arrampica, gli occhi incontrano la radice, l'umidità spalanca il petto, procede, mi allontana.
10 Giugno 2012 Prime sostanze
Il cuore si posa sull'alga. Strisce modulari avvolgono l'anima, un vorticoso precipitare sorge dalle paludi. Il cuore immoto traccia silenziosi inizi,
pioggia di viventi disegna l'esistenza, spingono indietro la marea. Fluire senza sostanza, abbracciare. Risuonano non visti viventi fulminei, nebbie
carnose pressano il respiro, colmano oceani in piena. La pioggia bolle fredda, profonda, l'equilibrio sfugge ad ogni contatto. Il cuore abbraccia
l'evanescenza della sua attenzione, coglie i brividi del bosco, si smembra nelle luci fiorite degli alberi. Un calice d'insetti racchiude la costiera, lento
apparire di una fertile, gelida esplosione.
16 Giugno 2012 Natura
La luce e l'oscurità sono diversi senza opporsi, le differenze naturali non sono irriducibili ma si trasformano l' una nell'altra poichè una è sempre
stata contenuta nell'altra, in qualche modo. Quanto detto vale per le differenze Naturali. Le differenze appaiono irriducibili quando qualcosa in esse
si oppone al processo naturale. Opporsi alla Natura è come scavare tunnel nell'acqua, è illusorio, impossibile e conduce spesso alla propria
distruzione, questa sì che apparterrà agli eventi naturali. Secondo altre narrazioni si hanno differenze per via di mutazioni nella presenza degli
elementi costitutivi, in altre parole si smonta un fenomeno nei suoi componenti Quello smontaggio è una narrazione poiché inserisce una causalità
non necessaria alla e nella Natura. Ovvero se la Natura esiste nel Tempo allora esistono cause, elementi e logiche, ma se la Natura non esiste nel
tempo, ovvero il Tempo non è un elemento naturale, allora essa è illogica, profondamente illogica, sacra e luminosa nella sua brillante oscurità. La
Natura non dovrebbe essere descritta, in senso profondo, ma percepita. Nel percepire la Natura, gli spiriti diventano liberi e apparentemente
autonomi ma nel descrivere la Natura, gli spiriti diventano assemblati ed epifenomeni di elementi ed energie. In Natura non esistono né spiriti né
energie; percepire la Natura vuol dire essere nella Natura e la Natura non è mai in un sol posto. La percezione stessa è viva ed è Natura; quella
sua vita crea lo spirito o l'energia, ma spiriti ed energie, se non animati dalla percezione, diventano pezzi di un lego maldestro e disarticolato. La
percezione non è rappresentazione ma presenza, esperienza diretta oltre ogni possibilità di memoria. Intensificare la memoria vuol dire uscire dal
ricordo e dalla logica del tempo in effetti "andare oltre la memoria" vuol dire restituire la vita ai ricordi. Quando i ricordi diventano vita-presente,
l'effetto isolante della percezione ordinaria non agisce . L'ego non isolato nella realtà ordinaria non ha ricordi, la sua memoria si è trasformata in
percezione di presenze vive, indipendenti dal suo volere.
19 Giugno 2012 Mutare
L'immersione conduce nella Natura densa, estremamente articolata, vivente oltre i tempi, conduce in manifestazioni connesse e mutevoli. Nell'
immersione si dissolve il vincolo determinato dalla nascita, si manifestano le molte altre attività legate ad ogni esistenza e, naturalmente, il senso si
riassorbe. L'immersione non rende neutrali o impassibili, è infatti strettamente connessa con l'amore, l'amore privato di qualsiasi complicità.
Bisogna soffrire, aver caldo, freddo, essere affaticati, legati e liberi allo stesso tempo, per centrarsi all'interno del vasto corpo che si è , ruotare
privi di volume, non generare alcun impulso-spirito, tutto ciò è amore non più umano. Lasciare che le manifestazioni, la natura, operino sulle
strutture, costituisce un mutamento irreversibile se consapevole. Gli effetti e le tracce sono pieni di discipline, attenzioni inderogabili, non può e non
deve essere facile mutare la chimica e la fisica della realtà ordinaria in altro. Mutare per cessare di opporsi a ciò che muta. La percezione smembra
il sé. La percezione, senza essere soggetto agisce, ovvero i mutamenti avvengono in tutta la loro vastità.
20 Giugno 2012 Nuovi arrivati
Scorre fra le foglie, rugiada vorticosa s'immerge nei polmoni, li dischiude, dirige verso chiome fiorite, cime innevate espandono lagune di scintille quiete, penetranti, le fronde del bosco tutto accolgono, premono. Il terriccio fertile ondeggia nell'aria, creature non viste frangono le spore della luce, cibo richiesto scaturisce, mormora la sua esistenza, la terra bacia i nuovi arrivati, la pace è non vista ancora, non accettata. Le manifestazioni si susseguono, lo slancio sembra energia imperiosa, priva di pietà, la pressione esaurisce il suo operato, la pietà non deve essere costante, la pressione cede il movimento, non è certo il destino ad agire.
21 Giugno 2012 Avvolgere
Luce rifrange luce, oscurità si avvolge nel muschio, esplosioni nel bosco sorgono, vertebre stellari cantano nel tuo vicino, cuore volante, magnetico,
salda la tua presenza , discioglie, discende, aria in penombra, spalancata, porge i suoi fiori, lungo il fianco delle montagne, la luce si inclina, penetra
negli involucri, avvolgere di immersioni, tu parli, emergi, danzi, sommerso da frutti oceanici, nella profondità cade la neve, disciogliere nel cuore le
mani, un attimo fremere, poi risalire con i venti, ora liquidi, ora terra paludosa di un pianeta riarso.
Mi afferri, avvolgi in una natura insolita, terra fatta di vento, montagne forgiate nella luce, movimenti assorbono movimenti, quel che appare si
estende ancor prima di manifestarsi.
23 Giugno 2012 Notte
Si affaccia, non visto, preme nel petto, si specchia in un lieve impulso, la luce lo cancella , morbido come il bosco, un odore precipita in scintille, alba estiva avvolge le mani, cadono le pelli, bruciano le costole nell'abbraccio del vento.
Sollevato nel sudore del fiume, fermo, oltre le pieghe della terra l'amore ti osserva, breve chiarore, notturna fonte, due animali tacciono, sguardi di clorofilla, dorso oceanico inghiotte, ramifica.
30 Giugno 2012 Oltre le radici
Seduti accanto le radici. Entrare nelle radici, risalire le radici, fremere nel tronco, espandersi nelle foglie, moltiplicarsi nella foresta disperdersi senza
un inizio.
Le radici sostano nel cuore, il tronco si intreccia più volte, incontra il ventre animato da fonti inesauribili, ruotare nei rami interni ed esterni,
avvolgersi nel cielo della foresta, unirsi alla chioma del cosmo, dispersi senza un inizio.
Il respiro nasce nelle radici. Con naturale slancio si comprime nei canali, La sua concentrazione è la radice, il suo mutare è il tronco, lo scorrere
senza alcun nome è l'abbraccio dei rami, il sole sgorga dai rami, si riunisce nel cavo del petto. Il respiro è cessato da tempo, disperso oltre il
visibile, riassorbito in un cenno di pulsazione.
Le radici si immergono nell'acqua.
Le radici compongono il liquido, la terra scorre nelle radici, il vento emerge dalla terra, il cuore è umido di amore, la terra nutre l'amore, il sole si
immerge nelle radici, emerge, la sua visione è la chioma delle foreste senza nome, le foreste di alghe sgorgano nel cavo dei rami, i rami accudiscono
ogni nascita, gli abbracci si riassorbono senza guardarsi. Ogni traccia è dispersa, nelle radici, si immerge un nuovo giorno, conclude la sua vita
emergendo, la sua luce vive nel passato, un atto lontano dal tempo si disperde nella natura priva di nome. Le radici piovono, si liberano dagli
impulsi, le radici sono la foresta, l'albero, il sole, l'amore, il disperdersi, alcuni suoni precedono gli impulsi.
04 Luglio 2012 Moti nascenti
Ciò che si manifesta appare come una quantità di impulsi che scorrono l'uno sull'altro e contemporaneamente l'uno nell'altro in modo
rispettivamente orario e antiorario. Scorrono in modo pacifico anche se il loro scorrere dà luogo a vortici, oceani, Nature, organismi di vario
genere, epoche e cosmi. Il movimento fondamentale oltre la realtà ordinaria è quel particolare modo di scorrimento orario-antiorario che spesso
appare come essere il movimento interno e reciproco dei chakra nonché il movimento all'interno del quale scorrono le energie del Tao e che,
infine, determina l'origine e lo sviluppo della simbologia lineare dell'I Ching. Ovviamente si tratta di un movimento non correlato allo spazio-tempo,
è un movimento non dimensionale, non finalizzato ad un agire interno, né ad un agire esterno. Appare come un movimento che sorge e si dissolve
al tempo stesso, si disperde e si concentra
07 Luglio 2012 Altri nascenti
Per conoscere la realtà ordinaria bisogna viverla. La percezione ordinaria è strutturalmente limitata ed è interessante e doveroso capire molo bene fin dove si estendono i suoi limiti. La materia della realtà ordinaria è materia dal punto di vista della percezione umana. Qualsiasi cosa si dica e faccia la realtà ordinaria è sempre agita dal punto di vista umano, quindi si hanno esseri che sono piante solo dal punto di vista umano, animali che sono animali solo dal nostro punto di vista ecc…. Dal di fuori della realtà ordinaria tutto appare diverso, ma quel che appare è intrasportabile all'interno della percezione ordinaria eccetto che nelle sue linee generali. Le conoscenze maturate attraverso la realtà non ordinaria non si traducono in conoscenza della realtà ordinaria. La realtà ordinaria è più sopportabile e accettabile se si accede anche ad altre forme di percezione, ma essa resta perfettamente canalizzata nel suo involucro non osmotico. La realtà ordinaria è osmotica, trasparente, se vista dal di fuori, non se vista esclusivamente dal di dentro. Vivere più realtà contemporaneamente non modifica le strutture delle nature con le quali si è in contatto ma rende molto meno attivo il dominio del proprio ego pur lasciandolo intatto. La veggenza si sviluppa in presenza di un ego non ipertrofico ma lascia comunque l'ego intatto. La veggenza è la diretta conseguenza di essere accessibile ad altre realtà. Si tratta di un'accessibilità non voluta poiché il volere è esclusività dell'ego. La veggenza è fra le nature tipiche della realtà non ordinaria e indica l'accesso alla percezione dell'assenza del tempo e dello spazio e della memoria. Le realtà non ordinarie sono caratterizzate dalle coscienze che allo stesso tempo appaiono e si riassorbono. La coscienza ordinaria si riassorbe con estrema lentezza poiché la sua particolare canalizzazione ostacola la percezione del riassorbimento, il quale, per altro, continua ad esistere indisturbato. La coscienza ordinaria rallenta ma non impedisce l'accesso alle altre infinite percezioni ma è indomita nell'ostacolare la percezione all'interno stesso della percezione ordinaria. In altre parole non si vede attraverso le cose, non si cammina sul sole, non si vola dentro la terra, a meno che non si sia definitivamente strutturalmente non inclusi nei canali della realtà ordinaria, il chè implica il cessare di essere umani. Una struttura inclusiva dal punto di vista percettivo è una struttura che tende fortemente a rendere unica la fonte della percezione. Per ottenere tale percezione i centri di attività generano una dinamica quasi opposta alla dinamica naturale in cui emissione e riassorbimento sono contemporanei. Per ottenere lo sbilanciamento della dinamica di equilibrio naturale i centri di attività aumentano l'intensità del proprio agire. Tale aumento genera qualcosa che al tempo stesso è oscurità , materia, spirito, rumore. Quell'aumento di intensità implica una automatica riduzione della possibilità di riassorbirsi. I centri di attività e la loro intensità sono coincidenti, all'aumento della loro intensità corrisponde la loro modificazione in forme di percezione ordinaria e un'apparente discontinuità nel percepire per cui sembra che un centro di attività intensificato possa ascoltare solo se stesso perdendo la capacità di riassorbirsi e di percepire ed essere percepito liberamente. I centri di attività, le emissioni, sono manifestazioni contemporanee a tutte le altre manifestazioni. Il livello di complessità delle interazioni fra le manifestazioni è ben oltre le possibilità espressive ordinarie.
All'interno degli I Ching il passaggio dalla realtà ordinaria a quella non ordinaria è simboleggiato dal passaggio dei simboli a sei linee a quelli a tre, o due o una linea. I simboli a sei linee descrivono una realtà in cui il riassorbimento sembra impossibile e la natura sembra davvero reale. I simboli a 1, 2 e 3 linee indicano realtà in cui il riassorbimento è compresente al mutamento, la natura appare nel suo stesso dissolversi. All'interno degli I Ching il sorgere dei simboli a sei righe indica l'estremizzazione dell'agire dei simboli a 3,2,1 riga, una estremizzazione che genera una particolare Natura Umana ciclica, sempre nell'atto di crollare e rigenerarsi all'interno di una costante estremizzazione . Al di fuori dei movimenti estremizzati, non si può più parlare di esistenza umana. Ma, il messaggio degli I Ching afferma che la Natura estremizzata dell'essere umano può scomporsi nei suoi costituenti non umani con l'aiuto della loro simbologia e quindi, infine, è possibile accedere a percezioni non estremizzate, non ordinarie, pur rimanendo umani.
Perché l'aumento di intensità di emissione avvenga resta un mistero. Ma il mistero sorge laddove si crede di poter cercar qualcosa. Fermarsi, ascoltare, lasciare che sorgano altre manifestazioni che quelle della realtà ordinarie, conduce al disvelamento di quello che sembra un mistero e che invece è solo qualcosa che non si trova all'interno della realtà ordinaria, esattamente come il mare non si trova al di fuori della realtà ordinaria. Le forme, manifestazioni, non estremizzate delle percezioni ordinarie, sono canali lungo i quali scorrono naturalmente multiple percezioni ordinarie e non ordinarie, non reciprocamente elidendosi. Accedervi non è un atto poetico o intellettuale o religioso, è semplice natura, vita. Se invece di suscitare l'emergere del mistero si riescono a percepire i brontolii di un vento inesistente, la non osmoticità della realtà ordinaria non cessa di esistere ma cessa di essere una manifestazione estrema. Percepire e generare manifestazioni o dissolverle sono atti coincidenti.
09 Luglio 2012 Riposo
Un ritmo procede, un balzo nel gelo si scioglie, reticoli si assorbono in un respiro, nei pressi degli alberi la luce si flette, la corteccia accarezza il calore, lo introduce nelle radici, la linfa si discioglie, coaguli di terra prendono vita, albori rumoreggiano, esplodono nel proprio sole, il canto le nutre, polvere estiva si adagia, pelle su pelle, sudare la vita. Il futuro in un bacio, volteggiare fra abbracci silenziosi, mani indaffarate tracciano una speranza. La fonte è viva, incurante del destino, ancora una sosta, la decisione è evidente, ma gli alberi ora dormono.
15 Luglio 2012 Risuonare
Il calore risuona, battiti docili lambiscono la sabbia, caviglie liquide prestate dalle stelle. Evapora il caldo, molte voci non umane ballano nei cuori
montani, tuonano fiumi luminosi, saluti gioiosi di alberi pomeridiani. Senza scorrere accoglie ogni mio movimento, oltre la laguna la pace risolve gli
entusiasmi, scioglie la dispersione, immerge, appare la lontananza, con intensità abbraccia le correnti, giunge altrove.
Il sole argina le immersioni. Oltre l' orizzonte, si muove, si spegne, la gioia del contatto desta l'alba, brezze ghiacciate inghiottono i corridoi
rumorosi, anche la pelle avvolge lo slancio. L'interno è immenso, libero per sempre.
Una folla di abitanti agita le tracce del proprio cammino, sono spostati con gentilezza dai fiumi, ne vengono educati. Non esitare, volti inumani
hanno braccia, toccano con altri luoghi, mi alloggiano lontano rimanendo in un sol cuore; a volte un fango luminoso prende il sopravvento, impulsi di
gratitudine scivolano veloci.
L'offerta vibra, le mani afferrano.
18 Luglio 2012 Animazione
Il sole rimuove il peso dei fiumi. Lieve vento si avvicina, rende le ali fragili di fiori, cuori intensi piegano costole, mente intessuta di cibo prende uno slancio, accorre dentro di se', fluttua, un colore tessuto di impulsi brucia mani, ravviva cieli , coglie altro slancio, lentamente il petto si avvicina alla fonte. Si ravviva il calore notturno, mente piegata dalla luce pende nell' incendio magnetico, fluidi ferrosi, tersi e fusi, canali di petali addolorati, i petti intimiditi, le vite ottengono l'indipendenza, tracciati sulle mani le mie promesse, amori flettono la luce, canto fra le onde sferzanti, l'aria si appoggia sugli alberi, radici moltiplicano il nulla, invisibile è la notte, forzare, mangiare di stelle silenti, avere cura dei dettagli sprofondando oltre la vita.
Ti ha osservato per ore, prossimo al campo di luce accecante, Rumore giunge oltre il cuore, frastuono di canto, metamorfosi del suono, i rami mi sollevano e lanciano , correre nei vortici di polvere di una tempesta ritmata, il cavallo si slancia nelle pieghe dell'accoglienza, fiumi di lava inspessiscono il germe, la neve lo nutre mentre lui si svuota inesorabile, è la tua promessa, di sempre.
Quando ho incontrato l'impetuoso rantolo dell'oceano mi hai legato col petto, i brividi rivolti nel tuo calore, immerso oltre ogni animazione , una tua fusione, senza regole, presente, terribilmente intima.
22 Luglio 2012 Nebbia
Si allunga la nebbia, chioma su chioma, preludio del silenzio, giorno esploso nella propria alba, la brezza prende il sopravvento, radici nascenti
solcano la schiena, risalgono le ginocchia, slanciano nell'aria, flussi di lava impalpabile cancellano il peso, il bacino si flette senza sforzo, affonda
nello spazio dissolvendo ogni immagine, il Silenzio. Ora.
Curvo sul tappetto, inghiotto ogni parola, la concentrazione scioglie le carni, materia morbida ruota nel nulla, la natura preceduta da un ultimo,
primo sospiro. Il tuo ritorno, mentre il sole si chiude nell'oscurità, gli slanci popolano le lagune, foreste di alghe nutrono semplice apparenza.
30 Luglio 2012 Slancio
Il canto si forma nei seni, circonda il cielo, erompe fra le chiome bruciate, scende nella lava per nutrire le fonti, ritrova il sorriso ,si arresta nella
foresta.
La brezza solca le mani, afferra le crepe interrate, mi sbalza fuori dalla vita. Foglie ricolme di insetti ansimano nel primo mattino, morbide zolle
affondano nel cuore, scintille oscure massaggiano lo slancio; lontano nidifico schiacciato dalla pressione liberatoria. Nel petto atterra una fornace
invisibile, macina acqua, brucia la terra e disperde il fuoco infine, ritorna fra gli anelli. Gli anelli ruotano in assenza di spazio, pulsano ricolmi , li
inghiotto senza che niente muti. Il silenzio cosparge ciò che resta, dietro ogni fiore una nuova fontana scaraventa le immagini ormai inutili. La terra
dissoda promesse, il senso delle fonti inanellate scuote ogni albero, strappa le radici dal letargo vitale. Ora mi arrampico strattonando le nuvole.
L'alba precipita il suo dominio, osserva il ronzio dell'esistenza mentre si dissolve baciando lo slancio di ogni nuova creatura.
30 Luglio 2012 Spiriti
La pace preme per ottenere il suo silenzio, affondare in un flusso immoto, slanciarsi senza il peso dell'amore. Gli spiriti si oppongono, nutrono il
silenzio in altro modo, l'apparente estasi sbiadisce in fretta sulle rive del fiume in piena. Gli spiriti amano trasformandosi, amano nell'assenza di
memoria del loro dominio, eppure restano presenti nel dileguarsi. Allora trattengono i propri riflessi, spiriti pure essi, e lasciano che siano correnti
ancora più invisibili a chiamarli con altri nomi. Allora tuonano, si fingono distratti, non trattengono il proprio edificio e alcun suono li richiama,
eppure ancora mi sorridono, sicuri del loro e del mio amore. Ogni incontro genera felicità nell'ignoto, la presenza non è più necessaria.
01 Agosto 2012 Animali
Strani piccoli animali scavalcano le barriere per baciare i larici tenaci. Pianeti muschiati frugano fra le braccia abbandonate, animano moti pelosi dal
profondo dei petti. Il giorno retrocede fino alle stelle che precedono le stelle. Riposiamo in una tempesta: animali sontuosi cantano avvolti dai
vortici. Il manto erboso, acquoso, epitelio delicato, si adagia lungo le pendici della montagna. Amore innevato fiorisce fra le loro zampe. Il calore
intuisce il luogo. Un lampo di silenzio incita il cuore. Il branco attende, si immerge nei destini sprofondati.
L'impeto della fonte diminuisce le presenze. Ogni colpo recita il futuro, ogni voce rinomina un passato. L'abbraccio animale riempie l'acqua. E'
tardi per mentire. Multipli di pianeti.
Il cielo respira. Tramonti intermittenti tingono il pianeta. Una traccia segna l'aria, apre il cielo, assorbe il presente. Gli animali immoti non mi evitano.
La nascita consola il nostro agire.
05 Agosto 2012 Ombre
La luce inesistente, densa di niente, presente nelle fonti, arrotolata negli alberi, è presente anche qui, nella strada che cancella la natura, fumi e urla
fin troppo umane intente nei soliti programmi. La luce che non illumina non è altro, non è altrove. Precede i canali, non li ha mai attraversati, lungo i
canali io traghetto attente pressioni, danze, per incitare i tuoni primitivi, popolati di esseri ora presenti nella penombra, appena a un passo dal
respiro normale. La sabbia avvolge la corsa, l'odore di polvere urbana sostituisce la pelle, si mischia al sudore, gli animali arrivano e leccano via le
ombre inospitali, arrotolati insieme fuori dalla montagna, i cuori palpitano nudi e scoperti solcati da impulsi lacustri, l'acqua della luce dischiude i
laghi profondi, vuoti, adagiati nella brezze senza tempo.
05 Agosto 2012 Amicizia
Il colore del cuore riconosce l'amicizia.
Di notte illumina la terra, prende i venti dell'acqua, massaggia gli animali rianimandone le fonti. Radici termiche fissano il tragitto. Precisione stellare,
lo slancio del sole tuffa le foreste oltre il limite. La densa nebbia si apre.
Fragile ombra lunare piega l'oceano. Il petto racchiude la spinta , s'inabissa. Trova.
Germogliano. Anticipano ogni emozione. I fiori si disperdono nel vento che li suscita. Altre presenza, altre terre, luce .
09 Agosto 2012 Erba rigogliosa
Il sole irrompe nella vita. Insetti lacustri sorseggiano l'aria. Delicate nuvole di metano avvolgono l'erba rigogliosa. La luna regredisce nel petto, ossa
luminose, pelli trasparenti, squamose. Volti autunnali occhieggiano dalle profondità di acque limacciose, il vento sorride, scuote le arterie, risale le
montagne bluastre. Pressioni vibranti braccano i viventi, i fiumi, incessanti, plasmano nuovi organismi.
Il ferro si à sciolto, ora altri animali legano alle fonti il proprio destino. Terra friabile cuoce il suolo, mangia il tempo.
Anche oggi gli occhi salutano il mare, la quiete degli oceani lambisce gli scogli, voli privi di peso piegano i tronchi sparpagliati, bagliori improvvisati
si avventurano sulla terra ferma. Un calore insopportabile si concentra nelle radici. Lo slancio scioglie il cuore. Piume d'insetti oscurano l'aria, La
laguna brilla nella sua luce, nel cavo delle sue radici, fra le sue squame, nei suoi animali, nella vertigine dei suoi tronchi stellari, la laguna ansima
sprofondando nel proprio ventre.
L'attenzione aspira il vivente, cede linfa alle dune umide, replica il passato per amore, senza complicità. Il mare si riassorbe nella foresta mentre la
stessa foresta arretra in una nuova alba. Ogni impulso genera vite misteriose.
12 Agosto 2012 Lampi
Il sole sorge due volte.
Le sponde flettono pieghe di messi di pelli cosmiche, germoglio ricolmo di lumi silenziosi. Un albero raccoglie. Gerani sbocciano fra le costole,
cancellano il pianeta.
Il saluto è entusiasta. I vortici sono le braccia, la terra, la luce delicata, il cuore nel colmo dello sguardo. L'attenzione dell'albero attira la vita.
Natura notturna rilassata sul ghiaccio. Abissi marini spingono i fiumi lontano dal tempo. Contatto.
Lampi argentati piovono, avvolgono i fiumi con vortici irresistibili. Oceani impalpabili fremono.
13 Agosto 2012 Configurazioni
Una causa oltre a generare il proprio effetto, genera anche una nuova configurazione, ovvero un mutamento complesso, un nuovo essere costituito
da una Natura diversa da quella costituente la causa-effetto. La nuova configurazione-essere non è una entità scaturita conseguenzialmente e
logicamente dal processo di causa effetto, da quel processo è infatti non condizionata se non nell'attivazione; la natura della nuova
configurazione-vivente è diversa da quella ordinaria ma con quella interagisce incessantemente. Essa vive seguendo le dinamiche della propria
fisiologia e al di là della fisiologia dei processi di causa-effetto ordinari esistono molte altre fisiologie, materie, nature.
Il non agire è una pratica preziosa perché impedisce l'attivazione di nuove configurazioni-viventi, purtroppo non sempre à possibile praticare il
non-agire.
Inoltre vi sono delle cause che conducano tanto all'estinzione del proprio effetto che della causa stessa nonché della configurazione-vivente da essa
attivata.
L'agire e il non agire in senso percettivo possono diventare così intensi da modificarsi in un una manifestazione capace di annullare, riassorbire
qualsiasi configuazione-vivente scaturita da un processo di causa-effetto. In questo caso gli effetti ordinari generati da cause ordinarie appaiono
senza agire in profondità.
Ciò che appare in Natura può essere dissolto per sempre. Niente si conserva nell'esistente.
La difficoltà percettiva della comprensione dell'esistente sta nel fatto che ciò che si attiva agisce e vive nell'apparire ma non nell'esistere.
L'apparire sorge prima dell'esistenza. In senso profondo esistere è una delle forme dell'apparire. Oltre l'esistere e l'apparire si trova il manifestarsi.
24 Agosto 2012 Tra le braccia
Il cuore riprende il calore. Onde sottili levigano il canto. Rinascono le correnti mai sopite, lo sguardo assorbe lo slancio, prende il dono. Acqua
retrattile immerge la pelle, l'odore rivela gli sciami in partenza. Reticoli frenetici avvolgono il manto, piove nel gelo del giorno, ginocchia inattese.
La terra, adagiata nel ghiaccio, assorbe i canti. Dalla foresta i suoni giungono luminosi, le radiazioni catturano il presente, un colore dona il corpo.
Il canto osserva la voce, lega, congiunge, trattiene col ventre, espande nella luce fino ad esaurirla, collassa animandosi. Una fonte gorgoglia. Nelle
braccia fiorite la presa coglie un gesto, riappare, attrito fluttuante.
25 Agosto 2012 Alba
Alba. Lo spazio si attiva nei polmoni, la pelle espelle ossa argentate, aria diffusa penetra nell'oscurità, pressione inesistente gronda sulla folla, il
crepitio della pioggia si anima in una nuova luce.
La terra si solleva nel vento, brulica di vortici condensati, compone una muta foresta, emerge non più stella, non più roccia.
Dolce, amorevole contatto ovunque.
Nel silenzio altri impulsi ricompongono la Natura. Sguardi brevi, la memoria si allontana, esausta.
Ultimo riposo raccolto nelle vertebre scomposte. I germogli accelerano la luce, posano sui ghiacciai, dissolvono. Un'altra alba che precede se
stessa.
Voci frusciano nei prati stellari, strisce di luce si avviluppano nell'immoto.
26 Agosto 2012 Nascono
Luce, fonte, getto terra ampio raggio, di luce, fonte inarrestabile, cieli nascenti, flussi radicano i cieli, primavere piovose, sete nella palude, calda
acqua emerge, forma il vento libero , presenze nuove inondano, impulsi di stelle. Nel cuore qualcosa di solido osserva. Incontri fluttuanti mari
sopiti, implosione cede la sua fonte, osserva nella discesa, passione amata, liberata . Gesto mancante. Uniti al luogo del contatto, lucciole
diradano, spiaggia immota di estate torrida, abbracci si inseguono, smuovono il limo della fonte rampicante. Nascono.
26 Agosto 2012 Neve
Il ghiaccio condensa lungo il bordo del cratere. Fiori volanti si piegano nel vento, gli oceani vibrano fra le atmosfere, una presenza senza tempo
lampeggia mentre risale il fiume innevato. Dolcezza ripiegata nel cuore, il fiume ricompone i ghiacciai stellari, vibra, infine perde i confini. Gli oceani
si lasciano avvolgere.
I crateri si coagulano nella condensa ghiacciata. Fiori di lava mutano nel vento marino. Oceani innevati scuotono le stelle oscure, risalgono. Una
presenza lampeggia. I venti avviluppano le stelle nei fondi della palude. Il silenzio si manifesta tra i ghiacciai fioriti. Spirito dopo spirito, il tragitto è
di nuovo libero. Emergono fonti non animate.
29 Agosto 2012 Volo
Si apre, è già fuori, ali veloci coagulano il paesaggio, si adagia il mare nell'aria sospesa, luce impercettibile sostiene gli impulsi concentrati, si
avvicina la pace.
Il torrente rotola nella vita, trasporta il gesto in un corpo in espansione, il volo si separa, placa la visione, libera. L'atmosfera dilegua, risale
velocemente pronta per cogliere. La vegetazione, impenetrabile, è prossima alla fioritura. Petali delicati sostengono il volo delle gocce di amore
emergenti nel suono.
La risacca del mare fra le dune mentre la marea risale. Il centro del calore si sposta lentamente. Ora il mare assorbe se stesso.
L'aria, precisa nel collocarsi, adombra gli organi. Adorabile carne flessibile, luminosa, scivola in altre vite, rami ossuti festeggiano la tempesta.
05 Settembre 2012 Fuori di
Venti, rocce animali, oceani, si sciolgono l'uno nell'altro, nascono correnti dolci e tumultuose, le luci notturne reclamano il canto. Dopo lo slancio il
silenzio si estende nell'interno, assorbe ogni comprensione. Si sfalda il cielo, crepitio di luci festeggianti, canicola stellare, gioia negli abissi.
Al di fuori della percezione ordinaria e dell'isolamento percettivo da cui essa è attivamente limitata, non esistono individualità ma momenti di attività
e di non attività di entità che appaiono e scompaiono con quei momenti stessi. La loro scomparsa è fittizia poiché la comunicazione e l'esistenza
delle entità e dei momenti di attività è costante, immanente, coincidente. Il risultato narrativo di quanto detto è che quel che sembra agire in realtà
non agisce, è come se l'agire o il non agire fossero aspetti della percezione propri solo delle entità dalla percezione limitata come quella umana, ora
la circolarità della vita ordinaria si ripropone attraverso le parole ordinarie.
Una entità priva di individualità esiste, assieme al suo agire, solo nel e per, l'enorme connessione con altre entità in cui è coinvolta, in effetti c'è da
chiedersi se al di fuori dell'individualità esista ancora la percezione o se l'esistente e l'inesistente non abbiano più limiti né senso al dissolversi
dell'individualità. Quel che è certo è che al dissolversi dell'individualità , come svanisce la sofferenza, svanisce anche la felicità. Ma tutto questo
svanire si concentra in un senso completamente privo di panico o terrore. La densità che si coagula e raccoglie oltre lo svanire dell'ordinario e,
chissà, di qualsiasi forma di percezione, non ha alleati, la sua visione provoca gioia, il contatto con quella non è descrivibile.
L'incredibile vastità delle connessioni fra entità-centri di attività non ordinari, può rispecchiarsi nella vita ordinaria e condurre anche a pratiche
comportamentali, fisiche, percettive decisamente più articolate di quelle derivanti dalla percezione ordinaria. Una maggiore articolazione implica lo
sviluppo di intensità nuove e spesso non condizionabili dalla coscienza ordinaria. In quest'ambito ognuno sia guida a se stesso.
Muovere le parole, le immagini, i suoni, il corpo, sono attività percettive fin quando non arrivano a coincidere fra loro. Dopo altro scorre e fluisce.
Anche se nessuna differenza reale appare.
11 Settembre 2012 Eclissi
Il silenzio congiunge il tempo. Animali opposti vengono nutriti,
negli sguardi l'entusiasmo riprende fortuna. Il silenzio osserva il
proprio dilagare. Accorto, si inoltra nella foresta ventosa, turbini di
terre modellano nuove sorgenti. Il corpo rientra nel calore, unisce il
vento alle paludi, brucia il tempo nell' orizzonte. La marea contro la
partenza. La sabbia dilegua la sua presa, con un tuono sommerso
diffonde il proprio vapore tra gli abitanti invisibili. La luce non è
ancora sorta. Una densa neve morbida, animalesca, avvolge i
movimenti, si muove, unisce gli spazi emersi.
Fragore ininterrotto.
Montagne premono. Cuore. Giunge tra i filari. Corrente incolore
risale e cancella, attraversa i tratti viventi. L'eclisse si specchia,
prende il suo contatto. Dileguarsi. La pelle nidifica, sprofonda nella
neve, raggiunge il tremolio della luce nascente. Si lancia nel mare,
raccoglie fra le onde.
11 Settembre 2012 Una nuda persona
Il suo posto era qui. Lontano . Dubbioso fra le mani, ripiegato nel
sudore dello sforzo. Ti ho cercato . Dopo le molte ore di pioggia il
ghiaccio ci ha liberato. Resto per te. Cerco nel tuo vivere, ascolto.
L'aria che vedi ingoia la mia sorgente. Riprendi a mangiare, immoto.
La luce strappa il silenzio ogni mia attenzione flette nel tuo volere.
Il volo scansa l'urto del tuo brutale fantasma. Il tremito della terra
concima la nostra comune palude. Sono prudente col tuo amore,
rimango nel solco scavato dalle nostre unghie nelle carni un tempo
animate. La luce ostacola l'orizzonte, tu vuoi esibirti , una nuda
persona cosparsa di vita, erratica pace.
La mattina indurisce fra le zolle. La terra rifrange il suo ansimare
nella tua partenza. Afferro l'invisibile, vengo respinto, lanciato
contro di te, il sudore della tua danza mi annebbia, lamine scintillanti
imbottiscono corpi irruenti,la tua presenza ha dissolto la mia.
18 Settembre 2012 Isole
Il calore riposa nei vortici delle acque dure, limacciose, delle
montagne . Ora il vento cade ,affonda le braccia ,scuote, ristora la
vita, inebria le correnti precipitate dai fiumi. Isole ghiacciate
serpeggiano sotto i pianeti, un mormorio sgretola il flusso, poi
l'attesa del risveglio giunge al culmine. I lampi volteggiano nelle
carni, amici striati d'energia dirompente formano improvvise lamine
di realtà , sotto la superficie acquosa l'ascolto riesce a cancellare le
differenza. Il volo spalanca il suo flusso torrenziale nel nulla,
presenze d'insetti si trasportano nel cavo del ghiaccio, veloci mugolii
emergono dalle cascate. Gli ultimi gesti si avvolgono nei respiri
retrattili, si insinua dappertutto senza vivere né morire.
19 Settembre 2012 Ultima estate
Fra i rami risplende. Coagula la propria forma nei fiori, trema
allungandosi nel vento, cola la propria vita nella chioma pulsante, la
terra non sottrae il calore. Acqua risuona nell' oscurità, gli slanci si
alloggiano nel corpo, la danza flette la luce della fornace, dopo ogni
giro uno squarcio di luce compone un'altra foresta. Nel groviglio
di stelle il liquido mangia lo spazio. Rifrazioni di momenti piegano
le nebulose, uno sguardo ferroso pretende il proprio pianeta, fra gli
alberi le stelle depongono i timori, l'oceano inonda i lumi lontani,
nascenti. L'aria sfilacciata trasuda l'ultima estate, polvere sabbiosa
inonda la fioritura, bacia gli arrivi, vibra, finalmente in un altro
corpo.
19 Settembre 2012 Risplendere
La corrente insegue la luce nel centro del cuore. Bacia il sole,
sommerso, avvolto dalla notte, dimora sull'albero, incavato in un'
ombra. Il giorno inghiotte il tuono, tremore lunare discende nel
cuore, impeto ferroso asseconda la nebulosa, mi scoppia fra le mani,
avvinghiandomi, baciandomi. Il torrente piove nel petto, gli animali
si avvinghiano fra loro, la stagione mortifica la norma, gli animali
inducono la gelatina stellare ad aprirsi, il mistero pulsa di felicità,
l'abbraccio è risolto, le mandrie inghiottono i fiumi, decadono fra le
stelle, colate volanti replicano le fonti roventi. Il calore afferra il
cuore, subisce l'amore. Fra i prati i fiori ghiacciati levigano le luci,
di notte il calore del ventre richiede gli umori, mani affaticano
premurosi palpiti, canto dopo canto giungo nel mio petto, collocato
nell'esplosione. Il ventre è gonfio, fiorito, radici siderali pascolano
all'inverso, le maree riempiono i polmoni con nuove menti, insetti
paludosi stabiliscono dimore precarie nella pelle, fertilizzano il
petto, leccano, pudici, gli occhi, immersi nel vortice nascente.
Sorge da dietro l'ombra la tua corsa. Il vestito si sfalda nella sabbia il
cui odore è la nascita. La tua mano prende vigore fra i cristalli
evanescenti, palpiti infiniti fiaccano il pudore, usurpi il mio cuore,
strappi l'invisibile, cuoci nell'amore, solidifichi ogni presenza. Uno
sguardo carnoso riluce nella tormenta, i dubbi evaporano fra le spire
contorte, la mia mente è squamosa, la presa è decisa. Il cuore
risponde, non trova ma ama, riprende il possesso, nel calore libera,
informa la fioritura, dimostra la tua vita, nutre, si sfama, precoce nel
cedere, ristora, immenso vortice si scompone nella mia emozione,
palude dopo palude, il silenzio, ora, conduce.
25 Settembre 2012 Attenzione
Silenzio nel cuore pelle ricopre l'arido focolare, trema la fusione
dell'acqua, sciolgo nell'amore, impulso ti protegge, di nuovo il cuore
fiorisce, inonda la mente col tuo abbraccio, la lingua inghiotte senza
nutrimento, scintille innevate scorrono nella polvere del ricordo. Il
vento abbraccia l'oceano promesso, si condensa nei popoli della
foresta, il ghiaccio li conduce fra le praterie, la gioia dei fiori li
introduce nei canali, goccia dopo goccia fioccano non visti, il cuore
pulsa nel loro sapore, gronda fra cascate innevate dalla loro vita, le
nuvole inspessiscono le pelli, le menti replicano la danza. Ogni
densità manifesta la sua scelta, ti prendo e sono in fuga, col petto
sciolto in altri vortici, i cuori inghiottono, le pulsazioni non turbate
striano le correnti, gli oceani affondano nella leggerezza del suono, si
sciolgono più volte nelle stanze di ogni corpo, la carne ingrossa di
gioia, l'abbraccio fra gli alberi tuona per sempre, ricompone la
mente nel suo silenzio, nell'attenzione.
29 Settembre 2012 Nudità
Guardano, tra i rami, luci parlanti, nubi impulsive avvolgono
attimi di vita, guardano mangiando l'aria ventosa, il vento corre nel
tunnel del cuore, rocce volanti brillano, sparse nel volto, maneggiano
liquidi fluviali, cibo notturno investe le nudità.
Il tuo avanzare riduce la mia ombra, ostacola la permanenza, osserva.
Prende slancio il vento, rivedo i tuoi corpi mordermi, indurre la
foresta nel vortice, nutrirmi.
29 Settembre 2012 Riposo
Aggrappati ai rami fiori umidi riposano, emettono fiumi di lampi, il
sole cola nelle gole dei loro amici. Il frastuono del canto si posa
nell'aria, galleggia con la terra, anima i cuori. La pressione delle
mani produce fiori acquatici, apre il cielo risplendente nel petto, si
concentra, non confonde. L'ascolto del tuo amore mi avvolge senza
luce. Il tuo amore è una cieca visione. I germogli affollano le mani,
custodiscono la passione. Riprende il raccolto. Preme, cancella. Si
adagia nel vento irradiato dagli alberi.
05 Ottobre 2012 Animali
Scivola tra i fiori carnosi. Lo sguardo si scompone, ritrova le
montagne incolori, il vento immoto trasporta lontano. Il calore si
addensa nel petto dolorante. Le costole si illuminano per l'enorme
pressione, vivono prive d'interesse. Li guardo, mi guardo, un sasso
come tanti. Le pressioni risuonano, temporali gonfi di petali
cancellano i contorni. Le presenze attivano. E' riuscito il messaggio,
lamine carnose si uniscono, proteggo i germogli della prateria,
tempeste di fiori nutrono i tuoni. Ho raggiunto la tua tempesta, sono
protetto da un animale generoso, vedo fra le sua tempie, immerso
nella vita sprofonda nella sorgente. Il frastuono della cascata è una
ghirlanda di stelle sospesa nella notte vaporosa, l'inverno trattiene
l'ombra come suo tesoro, protegge un turbine nascente nel cuore del
nulla. Gemme tattili si gonfiano nel petto. La pressione ha liberato la
vita dal mio controllo, la parete rocciosa è coperta di muschio, una
sorgente incide il mio sguardo, la roccia, l'odore di terra brilla nel
vento. La vita improvvisamente si condensa, il passato rivive, il
futuro dialoga col passato. Mi concentrano, flettono il mio corpo in
posizioni oltre il tempo, altri animali sopraggiungono, la foresta
canta, un silenzioso liquido lunare ricopre le vite di tutti.
07 Ottobre 2012 Aperture
Due cuori si aprono in un cuore, si disperdono, il vento ansima nello
scorrere, terra soffice come luce preme sulle onde, lo scoglio,
fragile, immerge nel suo corpo l'amore, abbracci inesistenti
usurpano lo spazio, donano, lasciano. Nello spazio si disperdono i
miei luoghi, il cuore rallenta, nuove foreste disarticolano quel che
appariva essere un corpo, emozioni fremono oltre l'esistente, il peso
evapora liberando la carne dalla sua brezza. Troppe stelle per essere
stelle sorgono, illuminano senza luce abbracci colorati senza tinte.
L'urto ancora ora corrode gli scogli, freme nei ventri, li accoglie in
vite mentre si concentrano, ritirano fra la sabbia spezzata dalla
risacca. Le notti hanno compresso le promesse, si sono allacciate agli
alberi nel gelo dei prossimi inferni incantati, ora si accovacciano fra
le mie gambe serrate, la nuca fra i piedi, il cuore lontano, usato chissà
da chi. Ritmi sommersi sciolgono l'esistenza, ogni passo t'insegue, la
più tenace fra le prese.
08 Ottobre 2012 Colare
Il canto riprende il suo posto. Vicino il sole trema, nella nebbia,
piovoso , avvolto, cuore evanescente, il giorno insiste nella presenza.
Reti di calore sminuzzano l'aria in respiri, bacio dopo bacio
l'attenzione si aggrappa . Arriva fra le onde oceaniche. Brillano nel
mattino eterno, ingoiano l'aria ricca di salsedine, avidi di vita ,
incerti nell'apparire. Il canto discende inospitale. L'urto si inabissa,
precede l'ingresso , affiora e scompare, tesse un cuore dopo l'altro,
freme . La natura libera i propri confini, riapre i suoi lembi con una
certa attenzione, procede nel liberare, disperde ogni contatto, resta
concentrata , senza alcuna fretta, nessuna richiesta. Le nuvole
tracciano l'emersione, nel gelo della tua gioia ripeto l'incontro,
troppi animali, nel cibo disciolgo il mio amore. E' esploso lontano
dalla vita, la grazia trema per il freddo, la violenza si piega con
umiltà, frasi emozionate si compongono in nuove coscienze, respiri,
affanni. Oltre il mio petto si estende, senza affanno, oltre il respiro,
muto nell'animo, eppure presente. Non sono solo, non sono io,.
Risplende perché il mio corpo è un'anima. Freme perché l'anima
alleggia nella carne, nel proprio oceano sanguigno si avvinghia, cela
radici operose nel cavo di alberi elevati, si nutre dei fiori autunnali,
spalanca il vento disseminando la vita con distrazione, l'oceano
raccoglie l'entusiasmo di una tremenda passione in un' unica
minuscola onda, un canto, un cenno, lo sguardo apprende, la terra
cede a se stessa. Gli alberi ruotano fra strati di vortici multicolori. La
strada vivente condensa gemme carnose fra i rami, il cielo inonda e
cancella, la terra assorbe, nel vento la gioia si disarticola, gli alberi
ancora ruotano fra volatili, vorticosi rampicanti, animali si tuffano
nelle tensioni amorose, nei canali scorrono turbini gemmati, presenze
articolanti accennano a brevi, instabili esistenze. Sprofondano se
stessi, non altrove ma qui, incontro ripetuto, il passaggio attraverso
cui gli oceani scorrono come timidi ruscelli montani, brina nascosta
dona la luce, osserva il proprio farsi, disfarsi, sparpagliato ovunque.
Le circostanze dell'inesistenza prosperano. Nella mia immaginazione
il sole è sorto. Tu canti, brilli nei vortici non apparenti, si sfalda il
sole nella corrente emergente, le presenze mi dimenticano.
L'abbraccio inonda la foresta, colare di rugiada dentro i cuori
dell'inesistente.
09 Ottobre 2012 Flora emotiva
Vola per incontrare l'apertura del petto. Cede fra le ossa elastiche,
ospitali. La primavera trema , stringere di mani, luci scivolano nei
fiori aderenti. Il petto richiude il varco, esiste altrove, l'oceano
inghiotte se stesso. Orme del cielo, orme del cuore, strie turbinanti
riprendono i corpi,, si siedono sulla ghiaia ghiacciata, primaverile.
Le braccia affondano le terre. Torrenti avvolgono la promessa, amore
intenso raccoglie il cielo, le tue tempie frastornate dalla brezza del
richiamo, l'ultima alba, poi i cuori incontrano l'abbraccio. Nel corpo
si forma il luogo. Le visioni si saldano, l'inverno le ricopre, poi il
salto nel vuoto le accoglie, la corrente scaturisce , si appoggia
immersa nei brividi dell'arrivo. La delicatezza del contatto inumano,
poi il sole risplende . la brezza ha aperto per sempre il varco del
petto. Le braccia spostano l'affetto, lacrime del risveglio donano
altre sorgenti. Il distacco non delude, l'acqua trascina, incurante dei
deserti, fertilizza le mani, ombreggia i fondali, si posa , affonda nelle
vicinanze. L'accoglienza era sincera. Rami lunari intessono il cielo
primaverile, le radici spingono le mani nel tuo ventre, l'entusiasmo
risale , innalza le creature nascenti alla tua attenzione. Attimi
flettono i rimi, la gola cattura i i propri sussurri, li soffia nel vento.
La naturalezza del gesto sostiene . La primavera cede, lo sguardo
prende la via breve, ritira l'attenzione, varca il luogo, un breve
lampo, i turbini appaiono fioriti, depongono infinita flora emotiva.
Il silenzio affluisce attraverso il petto.
10 Ottobre 2012 Silenzio
Si impara molto dal silenzio, nel silenzio. Il silenzio di qualcuno,
qualcosa, è effettivamente silenzioso. Il silenzio astratto non esiste.
Solamente quando una certa configurazione diventa silenziosa si ha
il silenzio da cui si impara. Imparare da ciò che diventa silenzioso
significa mutare, non si è soli quando si impara da ciò che è diventato
silenzioso, ma non si è nemmeno assieme a qualcuno: il silenzio muta
l'individualità, l'ego, in più modi che si rivelano, manifestano oltre
le parole. Nel silenzio non esiste dialogo, non esiste un luogo,, non
esiste un tempo. Nel silenzio ciò che è proprio svanisce a cominciare
dal proprio corpo, dalla propria mente. Quando il "proprio" si
libera, lo fa nel silenzio, insegna senza volerlo, senza parlare, tutavia
immagini e suoni possono essere presenti.
11 Ottobre 2012 Prime emozioni
La luce scompare nella densità del cielo incolore a cui nessuna gioia
accede. Il cuore batte muto, il suono riconosce la propria vita, opera
il distacco, non agisce lascia che sia l'aria a scorrere, canto informe,
concentrato. Il silenzio appare con insolita durezza, scolpisce la
nebbia aggrappata agli scogli dell'oceano. Respiro, movimento,
emozione, cibo. Erompe, cascata invernale, concentrata oltre il
cuore, un attimo riposa fra le mani, duraturo, un attimo ripetuto oltre
il tempo mentre i luoghi si sfocano. Un impeto senza limiti increspa
la cascata. Le prime emozioni eludono la brezza ghiacciata intrisa di
pace, si fermano ai margini della cascata dove il mare non si posa
ancora sulla terra.
13 Ottobre 2012 Luce
Luce. Breve attesa. Sole, impatto composto, fronde acquatiche affastellate sul bagnasciuga Vicino ai cuori. Un vento senza limiti estende la sua corsa, brilla senza luce, preme se stesso riassorbe se stesso mentre si espande. Così la luce non compare, eppure tutto brilla già prima di sorgere.
L'amore riposa nelle radici . La luce si piega nel ventre, affonda nel sangue, muta, sospira con l'emozione, si scioglie, avvolge il tuo volto, ricopre di baci l'entusiasmo dei vortici mattinieri, brezza diffusa cancella i perimetri dei volti, nuvole stellari si congiungono nel dissolversi di un cuore. Il riposo osserva la memoria. Un brivido vegetale cancella i dubbi, le retine brillano disperse fra gli aghi dei pini innevati, lampi accoglienti ruotano le profondità, le montagne abbracciano, frastagliano, cancellano le tracce, grida afone non confondono la natura mentre evapora, corre, ben fermo nel proprio corpo.
16 Ottobre 2012 Abitanti
I tuoni festeggiano la gioia del freddo, le colline popolose
adombrano la presa, i ventri si riempiono di tamburi, confluiscono lo
slancio nei fianchi, il calore esplode liquidi frammenti e lava nei
cieli. I suoni interni abbracciano i lampi dei soli, la foresta abbraccia
il vento, solleva in alto, volteggia fiorito intriso di sguardi stellati.
Mani invisibili roteano le maree, balzi imprendibili catturano
l'altrove, scorre il sudore del commiato, pelle contro pelle emette il
tuono, fragranza di gole assorte, avvolte tra radici tenaci. Il luogo
del salto concentra la presa, gambe veloci accerchiano ogni
primavera, ritorna lo spirito indelicato, si lancia nel salto. L'aria
come complice, i turbini cancellano l'origine, ghiaccio ondoso,
brillante, guida una risalita vorticosa, amorevole, senza strappi,
braccia nelle braccia ottengono i colori invisibili, la sete disciolta nel
raccoglimento. Fremono i torrenti impetuosi, brillano correnti decise,
esperte, mentre risalgono montuosità desertiche, articolari, la
voragine dell'impeto desta i gesti dell'attenzione, fremono i denti nel
bisbigliare l'amore. Gli impulsi lievi dei passaggi toccano ovunque
le rotondità, cuori presentano ai cieli, terre si flettono di emozioni, il
vapore dell'agire trova il suo fiore, unisce.
Nella breve estate della sua figura, la neve fiorita conobbe la vista,
un cielo denso, profondo , invisibile, raggruppava ogni felicità per
diradare le emozioni. I vortici rinsaldavano i canali, attraverso i
quali, presto, sarebbe giunto un duraturo inverno, amorevole,
pacifico, disseminato nel deserto lunare. I suoi abitanti, infiniti
luccichii dell'alba, vibravano sonorità sommesse capaci di
congiungere i cuori e il nulla senza alcun movimento, appena il
lentissimo manifestarsi di una goccia d'acqua, mai esistita, mai
estinta. Il vento irrisolto ricompattava nelle creature i canti
dell'amore, la gioia catturava le membra, le dissodava, le rendeva
pronte per la fioritura primaverile. Infine, il grande tuono fluiva
stabile, pacifico, si raccoglieva nelle cavità invisibili in cui l'amore
s'andava concentrando in poche gocce, la cascata d'ombra rigava il
bughenvill, il calore fletteva il corpo, lo disperdeva.
18 Ottobre 2012 Sostegno
I rami intrisi di luce si abbracciano, sostengono il vortice lunare,
nutrono la fioritura. Il petto inspira guidato dalle costole, si rilassa
nella brezza dell'abbandono, la presa dei canali serpeggia , le
membra si lanciano in una lunghissima corsa, il petto respira la
stanchezza, affonda nel sedile, rugiada notturna copre, addormenta.
La pressione modella nuovi spiriti, la luce trema, bisbiglia fra i
cespugli, irradia amore un attimo prima di riassorbirsi. La salita
lungo il sentiero ghiacciato scorre, la tua presenza è impetuosa. Il
cielo preme nella mente. Il mare è tornato a prendere le sue creature.
Avvolge corpi, penetra oltre il cielo, riconduce la corsa nel lago di
bagliori del primo mattino, ti riconosce perdendoti.. Riprendo il mio
corpo, affioro in superfice, bevo la palude. Gli alberi dimorano nello
scroscio del tuono.
19 Ottobre 2012 Presenza
Il cuore ti accoglie, insensibile al tremore, apre al vento, stringe gli
impulsi spioventi. La terra morbida scioglie il corpo, animali
accorrono, modificano le traettorie, replicano i disegni delle
montagne. La schiuma della pelle condensa l'orizzonte, freme sui
tronchi annodati alle stelle, la visione ammutolisce, risaie celate
coprono le onde della corsa, i vapori notturni sono le anime. Ti
aspetto senz'anima,, senza corpo, complicità d'emozioni bloccano il
sorgere del giorno, rimontano i cuori, sposano l'attenzione
nell'accogliere, traccia imprevista riprende il suo manifestarsi,
diluisce nel liquido, la presenza vola via, mentre i lampioni dell'alba
bombardano una luce insensata. I balzi fra le pietre compongono il
benvenuto, prendo il colore dell'amicizia, i movimenti, immoti,
sfiorano la decisione, affrontano la selva invisibile. La schiena
fiorisce, il petto entra velocemente nei canali,, disperso nei tempi,
prepara l'uscita del respiro. L'insistenza mi lascia stordito, fra le
mani la cenere d'uno sguardo, i tuoi capelli rigano il sudore, i prati
ricompongo in fretta le decisioni, sollevano lo slancio, mutati oltre
noi stessi. L'espansione rende fertile l'oceano, il gorgoglio del mare
nella profondità della grotta si installa nel petto, nella gola, nella
mente per sempre. Chino fa le onde, scivola fra i lembi del tuono.
Fra le mani giunge un vento leggero di farfalle. Animali premurosi
proteggono ogni assenza.
23 Ottobre 2012 Movimeneti
Strisce fortissime cingono l'aria, prendono il sole fra le ali, lanciano
il vuoto nelle paludi, acqua densa di nuvole , nascite di cascate,
latrati irrisolti. Si affaccia il volteggio dell'elettrico, nati troppe
volte violano la memoria, giorno normale osserva, ora si concentra,
incontra, te. Percorsi del vento stracciano l'incontro, prudenza fra
le membra, l'intensità nasconde l'intenzione, il volo precipita nella
luna. In corsa sotto il suo slancio, bolle l'entusiasmo, scivola nel
fango, raccoglie fiori, ti offre il viso, un attimo dopo si schiude
l'immagine nel tempo. Collasso della prateria un abbraccio deciso
colora l'attenzione. La foresta indietreggia. Sul pianeta la tensione
allaga. Si ricompone la direzione, le pieghe della pelle conoscono la
tua attrazione, dopo tornano incitate dalla presa, l'accordo riallaccia
la corsa, il precipizio ha scelto il successo. Un' offerta fluttua tra i
vapori. La testa afferra i fiori, la pelle squamosa ricade nel grembo,
abbracciato nella ricrescita da mani conosciute. L'acqua sprofonda
nel grembo, i passi restano nascosti dalle siepi, ti guardo trapassare
nella mia anima, perdita nell'alba, ascolta il canto. La rete del corpo
ti avvolge sicura, luce flette nel tuo volere, grande lascito
nell'orizzonte, stingere di stelle.
25 Ottobre 2012 Invisibile
Esiste la realtà ordinaria, esiste quella invisibile. Quando la realtà
invisibile viene percepita con estrema chiarezza gli spiriti e le
energie che popolano l'invisibile cessano d'esistere, così pure
cessano di esistere l'individualità e il corpo individuale. La realtà
invisibile e quella visibile non sono diverse, ma la prima
difficilmente può essere nominata dal linguaggio utilizzato nella
realtà ordinaria.
Non si deve tacere il fatto che partendo dalla realtà ordinaria bisogna
passare attraverso la realtà invisibile per accedere
all'emissione-riassorbimento. Non parlare dell'invisibile, non
percepirlo, non saperlo riconoscere ,significa rimanere nell'ignoranza
percettiva e nell'autosuggestione. Non esistono maestri che
conducano nelle e attraverso le realtà invisibili. In esse ci si installa
lentamente o velocemente, solo in noi stessi possiamo trovare il senso
del dissolversi della percezione nelle energie e negli spiriti e il loro,
e nostro, progressivo diventare silenziosi. Percepire l'Invisibile
significa fluire da uno spirito a un altro, da un'energia a un'altra e il
protagonista del senso di quel fluire è, di volta in volta, un qualche
spirito, o energia. Ma spirito ed energia non sono che evocazioni il
cui senso sta nell'invisibile. Nel mondo degli spiriti la luna può
muggire, io posso essere cibo per il cielo, una quantità di complesse
fisiologie si producono e riassorbono in continuazione, tirandomi per
i piedi, emettendo messaggi viventi di una vita autonoma, il mio
corpo, la mia mente si trasformano in una miriade di manifestazioni
indipendenti dal mio volere. Il mio volere, infine, tace. Per ogni
esistenza ordinaria l'invisibile diventa prima o poi un' inevitabile
tappa, se la si evita, il riassorbimento , l'illuminazione, si limitano ad
essere una raffinata forma di autoipnosi. L'invisibile conduce alla
vera maturazione del proprio carattere, poiché la conoscenza
dell'invisibile e le trasformazioni profonde del proprio ego che
quella conoscenza comporta, per essere stabili e non illusorie,
devono essere affrontate da soli, senza ricevere e chiedere aiuti. Le
esistenze invisibili, sono assurde, illogiche, e, appunto, del tutto
invisibili e non dimostrabili per la realtà ordinaria.
25 Ottobre 2012 Esercitarsi
Il vento si fonde, spinge l'acqua ad invadere i globi, la trasparenza
galleggia, racchiude le reti in un'unica goccia immota che scivola
nell' bagliore. I fiori si prestano all'esercizio, mani tremanti lasciano
cadere messaggi accorati, nel prato la luna muggisce. Dal petto soffia
la tempesta d'impulsi. I richiami raggiungono dissipandosi mentre il
pomeriggio scorre. La memoria si arresta fra le costole, viene
risucchiata in altri corpi, dona nuove tempeste. S i avvicina . la mano
diventa una foglia piena di rugiada, risale fra i magneti, abbraccia i
volti degli erbivori. Nella palude gli insetti tessono la fine del tuono.
Dormo nell'aria, i tamburi mi percuotono la pelle. L'orizzonte
incontra la nebbia d'amore.
29 Ottobre 2012 Incontrollabile
Il contatto. Pareti intrise di stelle. Bruma galattica. Gli anfibi
emergono. Contatto indiretto, scivola nel braccio, la rugiada
appiccica, lungo volo, trema . Amorevole, mi avvicina. Lumi
incontrollati, il canto ti sceglie, erbe paludose, pioggia, il
testimone dissolve ogni nascita.. Mani affondano in onde inesistenti,
rapido nel contrarsi, allacciato, fra le gambe. Riprendere il cuore nel
mattino. Piante in fiore. Altrove. Torrenti invernali, appena prima
del disgelo..
29 Ottobre 2012 Nevi
A ridosso della casa la luce scivola, interra le sue piante, aspetta un
messaggio.
Albero contro albero giunge l' oceano, fresco, profondo. Sale liquido
avvolge le braccia, vento immerso nei corpi solleva.
Nuova è la foresta, riflesso nel cielo aggiunge lieve pace. Batte nel
cuore la risacca.
Scendono nel mattino, incontrano stelle alpine fermentate, l'estate
scivola fra le orbite.
Il tocco dei fiori, brivido molecolare, flessione, mani si appoggiano
sul muschio, l' odore della corteccia, il lago. Attraverso le stagioni è
risalita fra le membrane nebbiose, ho accolto, il suono, il tuo passo
fra le nevi.
06 novembre 2012 Richiamo
La luce flette la luce. Il coraggio riscalda il petto, il tempo viene
consumato con un ulteriore, difficile, piegamento. Mento contro il
petto. Il petto aperto dentro le stelle, il vento spazza il ventre, l'
inguine ingoia l'oscurità del cosmo, poi, di nuovo, la luce flette la
luce, fiorita, impetuosa, composta nel frammentarsi in una
evanescente prateria elettronica, mattina densa, sicura, ti coglie. Si
presenta la pioggia incolore, il cammino precede l'uscita, la pietra
della scarpata è rovente, presa decisa, insetti osservano, innalzano
veli, fraterni richiami, onde contro il volto morbido, appena
ricomposto.
06 novembre 2012 Impulso nascente
I movimenti non possono ingannare, fiumi di tempesta uniti
nell'afferrare, la luce compone un balzo ritardato, lo stomaco
aggancia l'evanescenza. Nel pascolo scorre la lava, torbida,
mansueta, un vortice immenso filtra il vento con cui interroga,
riassorbe. Pioggia notturna costruisce l ventre, imprime forme veloci
nell'alba. Il cuore scorre coerente. Canali invertono il coro, una
lieve pressione crea l'incontro, rocce, bagliori, scatti imprendibili, Il
luogo non ha importanza, l'esistenza scorre nel cavo di un impulso.
06 novembre 2012 Decisioni
Appoggiato nell'aria, getto di luce, trascinare col vento, fremere
nell'acqua. La pioggia si unisce al sangue, fiorisce nella roccia , nutre
il vuoto, lo sguardo arretra. La luce scivola fra le vertebre, il
tamburo blocca il flusso nella mente, impulsi indefiniti infrangono
onde immense, l'orizzonte scivola lontano da se stesso, brilla
informe, sboccia fra le costole, si popola . La decisione convince gli
insetti, preludio del ritorno, frastuono ovunque, pepite di carne
bollono nei prati viventi. Rapido sussurro , masticare l'impossibile,
ginocchia contratte, dolce dispiegarsi del manto, proteggo il vento, il
vento dissolve.
06 novembre 2012 Colloidi
Fiorisce nel calore delle mani. Sole, rettili intrappolati nel cuore,
montagne , densa roccia cola , schiene leggere trasportano suoni, il
tremore risveglia le terre, lo stormo di fenicotteri si allontana,
prudente. Piogge articolari risalgono fra le gambe, nel vuoto dei
gesti si accumula un nuovo piano, ripetuto osservare tattile preme,
avvinghia, ancora cibo in abbondanza. Ora il sole sorge sulla pelle,
anime multiple trascinano gli agglomerati, non c'è bisogno di
ascoltare i richiami, la fioritura brulica di promesse, siepi morbide
disperdono la vegetazione abbracciata. Gli organismi frusciano nel
vento colloidale.
06 novembre 2012 Tempo
Iroso per la gioia il tuono solleva il petto, decanta la pelle animata,
divora la vita, ne restituisce i primi passi nella fuliggine senza luce,
ciò che precede il tempo. L'abbraccio non cede, accoglie gocce di
calore, avverte il preludio della fine. I sassi bagnati strofinano la
brezza, rapidi gorghi marini festeggiano, la risacca del cuore ingoia
un fragile canale, tasche solari piegano gli slanci, mattina impetuosa
usurpa la notte. Il giorno preme nell'anima affinchè tutto ciò abbia
fine. L'attenzione si posa dentro la pelle. La corrente riprende il
petto, riconosce le pietraie, riavvia le sorgenti. Appare.
06 novembre 2012 Vapori
La foresta aderisce alle stelle, pelle sorgiva alimenta, entrambi aspirano i primi vapori galleggianti, dense notti di penombra scivolano nel sangue. Prende, raccolgo. Spiagge galleggiano, maturare di stelle. Il volto si appoggia nel vento, scivola la vita fra pietre preziose. Le emozioni si schiudono col ghiaccio lunare, prati amati pulsano, sgretolano. Lemuri silenziosi remano il bagnasciuga, oceani di conchiglie schiumano primavere. Si abbracciano, ascoltano, si lasciano precipitare, fermi nella presa.
08 novembre 2012 Rinascere
La via prende. Sole dopo sole. Resti di mare, torno nel freddo del
cielo, gambe allacciate al cuore. Alberi fioriti scuotono i viventi.
Gemme nascenti incrostano le rocce scoscese, pioggia inonda i
gesti, le onde destano il coraggio, nel tuono la volontà, mi appoggio
nella carne. Animali prudenti si strofinano nella neve. Il tempo di
amarti si espande, l'orizzonte frastaglia il proprio umore . Mi hanno
mangiato. Le pulsazioni restano intatte, schiuma serpeggia nei tuoi
occhi, il petto pronuncia l'abbraccio. Conoscerti è mutare, le anatre
si inabissano fra le stelle. Guado il tuo petto, dita incerte lasciano la
presa, il ghiaccio respira la vita, calore autunnale risponde, la pelle
bagnata DEL mare. Ritorno a nascere fra le tue chiome, compaiono
occhi tra le mani, brina accecante trasportata dal vento, infine il
silenzio mi oltrepassa, rinasco.
09 novembre 2012 Cavità
Il respiro volante solleva, impulsi accendono luci interne, suoni articolari frastagliano l'immagine, battiti di canali gonfi di vapori, cuori si liberano, bagliori.
La pioggia notturna è giunta, umida, calda, invernale. Gli insetti riprendono energia, rumori delicati intessono le terra collosa.
Il vento ruota nei respiri, correnti tumultuose trasportano eclissi. Con precisione si afferrano, l'un l'altro condensati nelle cavità.
11 novembre 2012 Anticipo
Ci sono avventure impossibili da narrare. Il mio amore per te apre il petto, risale e discende, solleva oltre ogni altezza, intesse il presente di liane organiche, macine di anime pulsanti aderiscono alle pelli, le labbra fioriscono, non sono più mie. Non è possibile narrare una passione mentre lo spazio si flette in un corpo di vapori, membra scorrono nelle paludi ventilate, fiumi ripetono articolazioni floreali, radici pompano alimenti nell'oceano stupefatto. Gli abbracci si sostituiscono alle intenzioni, terre tattili uniscono le spinte, morbidi organismi lampeggiano fra le costole sfaldate, vuote presenze sospingono gli involucri fuori, all'aperto il ghiaccio irrompe fra i propri doni, accettare, mutare, gli impulsi anticipano il formarsi dei miei sentimenti. Il tuo contatto, nel tuo corpo, nel tuo anticipare, prima di essere, tu premi gli abitanti in dimore carnose, senza esistere l'amore procede privo di illusioni, le braccia scivolano nella tempesta piumata, ogni passo è un tuono dal tatto imperdibile. I canali si spingono anche oltre, l'amore mi abbandona, scioglie i suoi legami, la libertà si unisce all'irriconoscibile. Le pressioni sollevano altri respiri, montano nuovi organi, scompongono calori ormai inservibili. Sono proprio io che mi inginocchi, mi tendo in un arco senza offendere gli spazi.
11 novembre 2012 Incolore
Una folla di cuori fiorisce tra le nuvole granitiche, i remi percuotono
la salsedine, sollevano petali veloci, intensi, concentrati. I piedi
solcano il vento, penetrati nell'umore degli anfibi, il giorno, a lungo
emulsionato nei campi allagati, ora emerge oscurando il sole, fremere
degli armenti nelle valli colme di detriti, la pace nella foresta trasuda.
Nella presa del lago si deposita la pressione, organo dopo organo, le
posizioni stimolano l'equilibrio, nell'equilibrio si dissolve ogni
visione, pochi abbracci afferrano, luoghi assenti. Nel mare il pascolo
si affolla di luci tintinnanti. Montagne di bruma modellano altre
nascite, gli impulsi discendono negli animali, radici cangiano l'umore
in oceani terrosi, suoni rifrangono canali vellutati, il contatto scorre
nell'invisibile. Decisioni incolori moltiplicano pochi gesti, le correnti
si diminuiscono a vicenda.
12 novembre 2012 Voci tattili
Mi hai cercato. La sorpresa nell'acqua, onda magnetica, ombrosa ,
fiorita, resti della laguna macerano, gli occhi felici, incrostazioni
marine nel sonno, parole anfibie emerse. La peluria dei petali
protegge, oggi affondo nel fiume sollevato dalla marea, braccia
aggrappate alla roccia donano calore, pietre giocano nello specchio.
L'impegno si misura col tuo avvicinarsi., il volto delle montagne
splende incessante, la discesa si precipita nelle correnti, disperdo la
mia permanenza al tuo contatto. Riprendimi, ogni mattina torniamo,
oltre il sonno, i petti aperti dal continuo risalire, il vento spinge in
alto, infine il vento spinge senza alcun bisogno, lo spazio galleggia
privato dell'azione, le emozioni mangiano il proprio lago, il giorno
comincia lontano dall'alba, prima del mio sorriso. Ripetimi nel
cuore, mostrami nell'aria, fra gli alberi trova il tuo volo, radici
dilatano il tuo canto, strade fiorite precipitano le esitazione, voci
tattile e inodori, fretta palmare divarica i passi in balzi, gli ultimi, poi
si urtano, cancellano la separazione.
La pelle ti ha afferrato, trattenuto nella risacca, legato con me nella
ghiaia rotolante alghe. Il vento spinge lontano i suoni, rende incolore
le immagini, addensa. La risacca insiste. I piedi bruciano per il
troppo sale.
13 novembre 2012 Abbraccio ospitale
Contatto mentre cambi la presa del mio cuore, l'abbraccio è ospitale,
scioglie il cielo, il petto sommerge l'affanno, a riva il respiro si
dilegua nelle pozze della marea, gli ultimi fiori baciano l'acqua.
Piantagioni sparse fra paludi, nuotare immerso in fertili canali, si
disperde l'attrazione. Liberi. I percorsi quotidiani attutiscono il
dominio. Animali si avvicinano, riprendono i luoghi volanti,
esistenze composte solo dal vento impetuoso scuotono la fronte,
trasportano all'incontrario.. Avvolto fra le pieghe dell'ultima luce il
calore raccoglie le tracce dell'amore, altri animali condividono senza
mai aspettare. Ogni percorso cessa di decidere. Il contatto dissolve i
canali.
13 novembre 2012 Parole respinte
Il cielo si apre, fiumi in piena lo nutrono, l'orizzonte respinge le
parole, il corpo si manifesta altrimenti, ogni spirito va altrove,
concentrato, preciso privo d'ombra. Le voci risuonano di ali vicine,
lontane, appare la primavera, appare l'invisibile. Lo sguardo separa
il volto dalla propria limpidezza, la chiglia della barca morde un
lieve tracciare nell'oceano in fiore, manti di conifere svelano il
ritorno, fra i ghiacci pulsa un lume distante dal giorno.
18 novembre 2012 Stagioni
Fresca, leggera, mattina legata alla corteccia della quercia, seppie
avvinghiate nel fondale, correnti sabbiose ostacolano, germogli di
luce rinascono fiori, anelli di nebbia lanciano palle di luce nei
ventri, dai petti si ricompongono le correnti, giunti nel luogo le mani
si sciolgono. L'amore ripropone la certezza, presto l'invisibile lo
riassorbe, cibo impalpabile afferra il mio cuore. Qualcosa mi
inghiotte, chioma dorata di fagiani selvaggi, il cigno nero riconosce
l'amore, lo dona, abbandona il volo, tinge la corrente con impulsi
palmari, forti pressioni mi spingono, schiacciano la schiena oltre il
calore delle ginocchia, una prateria incolore afferma senza dire,
corro in un torrido pomeriggio, solo il ghiaccio si concede, il flusso
del cuore diventa sicuro, scorre e assorbe silenzioso, la corsa si
racchiude nella corolla di un sole ove la luce ancora non separa. Un
petto si distacca dal petto, volteggia, articola nuovi richiami,
emergono le presenze, con loro impulsi, pressioni cessano il collasso
naturale, osservano scorrere, la luce cantare, la primavera tace
immersa in una remota stagione.
19 novembre 2012 Coleotteri
Solleva, trasporta lontano, massaggia i polmoni, freme poco distante,
evapora, popola un'improvvisa pineta, il cuore assottiglia la sua
presenza, per sua natura non cerca il contatto, scorrono animandosi,
inanimati.
Una collina popolata da coleotteri. La presa degli insetti bisbiglia
nell'alba, il risveglio, disseminati in terrazze fiorite, luci ospitali
richiamano cieli, legno liquido avvolge il corpo, fascia carnosa
sedimenta l'anima. Appare un complice, uno spirito cantante, affonda
nelle ossa schiudendo ali poderose. Tratti del volto sbiadiscono, la
pelle fluisce nelle onde lianose. Le pulsazioni mi piegano, la torsione
facilita il contatto, rivolge la montagna nello stagno stellato, chiama
gli animali nell'aria evanescente ove il respiro diventa un vitello
felice, un anfibio poeta, un sasso silenzioso assapora le scintille che
lo divorano. Flussi di meteoriti sono il contatto, presenze attive nei
muscoli, nell'addome, li masticano, scrutano, incoraggiano incuranti
di molte esistenze. Il giorno diventa solido. Può finalmente
sorreggere il vento, gli involucri indugiano, affondano l'acqua nel
petto butirroso,, riconoscono l'eclisse, tacciono la propria scomparsa.
19 novembre 2012 Fluttuare
La neve si aggrappa alle mani, rete d'insetti canta tempestiva, ragni,
aria dai formicai, suoni di rettili chiamano, monta la marea, rovescia
le ferite della terra, oscura il cuore umido, ti raccoglie, osserva sotto
la superficie. I respiri infondono serenità, lungo i fianchi deli animali
si disegna il bacio, incontri inanimati prendono possesso, i vortici
risucchiano, conducono. Oltre il tuffo nel ghiaccio riposa
l'accoglienza, veste il volto tremante di impalpabili fioriture, il petto
rovescia il suo profilo, il respiro dissolve il sole, raccoglie il suo
manto, vola. Il sole brucia il respiro per salvare, la vita scorre senza
il respiro nell'invisibile, l'oceano si estende incurante del mio
timore. Vibra lontano dal suono, inanimato, più presente della vita
stessa. I rettili sanno tutto, nascosti nel calore della primavera,
grattano le squame evaporano, mormorano consigli. Il vento freddo
arriva piegandomi fra le anime. La sabbia brucia gli occhi, le radici
sollevano, fondono con i vortici, si manifesta un abbraccio, fra le
creature si ricompone un ultimo cenno, ricomincia l'abbraccio del
fiume, la luce si distacca dal fluido.
L'acqua si incendia nel corpo, alimenta uno spirito, fruga nel respiro,
tenta la sua via per emergere. Al pascolo la salvezza avvolge nelle
pelli secche, poi scuote le fronde, ritorna il vento, raccoglie le note
degli ultimi arrivati, il pascolo decide il mio utilizzo, fra i rami le
gemme si nutrono, il coro si apre, fiorisce nella linfa del torrente, le
formiche si raccolgono attorno le pelli. Tutti sono d'accordo. Sotto
la sabbia il vento del cosmo mostra cani fluttuanti nella libertà
20 novembre 2012 Nuovi raccolti
Il cuore affonda nel collasso delle cavità. Terre volanti scivolano
nei corpi, trasformano la natura in un lungo tuono sottile, silenzio
della notte rifrange lo sguardo, all'ombra del vento il primo volo
abbraccia la sterpaglia umorale. La gola aspira il nome, lo slancio
retrocede oltre gli appoggi, luci prive di un luogo occupano la
presenza. Moti nel cielo scandiscono impulsi, le azioni scompaiono
con i cuori, rapido salto dello scoiattolo, vinto il pianeta, inverno
innevato, tranquillo, amato. La passione spinge la tua ospitalità nella
foresta di tuoni. Rapidi balzi sorpassano le cascate di bagliori la
sequenza si perde in un vortice di corpi allacciati, ammassi d palpiti
divorano il fiume, la pienezza dei gesti precede l'oceano, suoni tattili
decidono nella profondità, la leggerezza procede, erra nei pressi di
un promettente raccolto. I nuovi arrivati sedimentano il tempo,
dentro le radici i calori animali sobbalzano per la scoperta. Il cuore
canta, risale le correnti, scioglie i legami, la libertà stimola i tendini,
conduce nell'intimo di movimenti senza carne, gli involucri tendono
la corolla, fluttuano allineati nell'invisibile. Attimi decisivi, abbracci
intensi.
21 novembre 2012 Oceano
La tenacia della tua presenza facilita il respiro. Ogni battito rotola
nella coscienza, attorno una riunione di lucciole osserva, coagula,
una grande impegno nutre il piccolo ruscello montano. I sassi
ghiacciati riposano nel sole notturno, rapido spostarsi fra foglie
rinsecchite, gambe robuste sbriciolano il tempo, le lucciole si
uniscono, partono, ritornano, con pochi, unici abbracci. La danza
sprofonda nel ventre, scende oltre, mulinella nel muschio selvatico,
dissolve le sue forme, nel pomeriggio si lavora duramente. La
tensione dei cieli profuma di leggerezza, animali riottosi aspirano
l'intesa, donano coraggio alle lucciole provate dagli spiriti che
amano. Il viaggio si ripete, i canti indossano il tuo amore, poi il
silenzio incute rispetto anche alle fonti. I rami spezzati dal vento
nutrono il fiume, il fango sedimenta nella costanza della corsa, un
sottile lampeggiare disegna il limite del contatto. Unito alla folla,
composto nel dileguarsi della luce, approdare alla prossima spinta, i
muscoli del petto abbracciano una creatura emergente. Facile pasto
di un essere inanimato, offerta indolore rinfresca l'oceano che
abbandono.
25 novembre 2012 Frutti
La notte dolce montagna gelatina di stelle. Cuore, nel tuo petto
nutrimento sfonda limiti unisce presenza, nascono fioraie dai rami
retrattili, luce incandescente riflette fiumi di vapore, fra montagne di
lava riposo, nelle tue mani precisione d'amore. Riprendo i movimenti
serrati nelle foglie imbrunite, autunno ritma il cedimento della vista,
sorpresa dello slancio , ti ha raggiunto, vene trasparenti, ammassi
stellari riflettono impazienti. Il movimento dell'aria prende luoghi
inconsueti, fluisce pacifico , frutti sassosi.
28 novembre 2012 Praterie
Il tuo calore mi giunge ondulando fra gli ammassi di neve. Il vento
raccoglie la bruma ghiacciata, lancia il gelo nei polmoni, solleva dal
suolo, polverizza tra le colline . I boschi disseminano i cieli di
sentieri volatili, animali fluorescenti riassorbono gli impulsi animati.
L'orizzonte s'immerge nel fiume, affonda oltre il cuore, attiva la rete
di canali, la eleva nello spazio, avvolge le montagne con bagliori
amorevoli. In una foglia brilla la primavera delle nevi liquide,
intessute di fiori lamellati, spioventi di cristallo a ridosso degli
oceani pullulanti nelle pozze della prateria….
Brilla fra le siepi di salvia il mare in tempesta. Tuoni aspirano la
bruma, fioriscono sul bagnasciuga, investono le siepi di ovatta
amorevole. Il giorno non sorge più, ingoia la propria presenza, si
reintegra nello scorrere di canali. L'oceano ancora scorre in salita
lungo i pendii del ghiacciaio, la gioia della lava innalza veli
impulsivi, cancella l'invisibile.
29 novembre 2012 Corsa
Voglio accettare che tu mi immerga nei corridoi nodosi dei tuoi
gesti, delle tue prese, intrise dell'umore ansimante tratto dal mio
cuore. Il petto ti circonda, ruota, dolce e fermo nella tua mente,
evapora il la presenza, la tua pressione scivola nella mia, i corpi
s'intrecciano, risalgono il canto, le radici mangiano luce. A scatti, si
deposita fra le carni il getto della fonte, le labbra toccano il limite
del contatto, riprende la corsa del fiume, trascina via ogni presente,
immobile, osservo la porpora diffondersi, sostituire la mia presenza,
la tua vicinanza baciata fluisce, mi disperde nei calori di impulsi
liberati.
29 novembre 2012 Indomito
Le onde s'infrangono sulle palpebre. Gocce turchesi lambiscono i
cuori, rugiada irriverente plana sulle ginocchia, lento il flusso
affonda gli organi negli oceani, rialza le mani nelle stelle fruscianti,
l'oro del sangue essicca la primavera carnosa, avvalora il tuo arrivo,
insieme immergiamo i laghi di vapore. Si piega il pesco fiorito,
l'odore della terra umida freme di petali, organi pompano muco
terroso, cortecce d'insetti spalmano il sole sull'acqua, il fiume
affonda più volte. Il suono ampia il torace, la brina polmonare
offusca il tuo corpo, il suono del lago ingoia le mani, risplende fra i
seni, crepita nelle cascate invernali. La presenza si dischiude nel
gelo, il canto si sovrappone all'urgenza, la tua vicinanza offusca la
nascita, spinge nell'immoto, il contatto appena accennato, il respiro
si consuma. I fiori nascenti mangiano la creazione, la realtà si
disarticola felice, altri esseri essudano di praterie frementi, rapidi
cenni ondeggiano ovunque, corpi di terra e cielo, profumi
d'esplosioni ariose, l'acqua flette tonale, bagliori aprono i tracciati
interiori fra voli di pelli indomite, tuoni stordiscono il tramonto,
ritorna il vento nell'aia abbandonata.
30 novembre 2012 Lidi
Traccio il segno del cuore lungo la scarpata. Il cane erboso ripullula
di feste radiose, cuore instabile pretende foraggio, farina, miele. Ora
la luce storna ogni luna, insetti fecondi ricompongono le terre, aria
compatta ricopre il manto di baci, freme l'erba bruciata, estiva,
ritardo d'amare. Gli alberi sono rafforzati dalla presenza delle
montagne, la roccia è investita dal fruscio delle stelle, la pressione
invisibile riprende i suoi posti, cibo ferroso compare nel vento. Ogni
galleria viene colmata da canali argentati, l'acido sanguigno forma
apparizioni fugaci, muri permeabili mi offrono il riassorbimento,
senza indugiare mi trapassa, esplode, altrove per sempre. Il custode
della presenza gorgoglia fra le acque albine, cortecce inumidite
raschiano il fondo del lago, l'entusiasmo sfalda le strade, scivola
attraverso i canali voraci, l'abbraccio non esiste, il prato fiorisce
impossibile. Il tuo corpo suona invernale, membrane planano nel
cuore anfibio, respiro l'umore dell'ultimo mattino, scorre la
montagna di sale, sciame di risacche cancellano l'universo. La roccia
mastica lidi fioreggianti, il rosmarino fiorisce dietro lo steccato,
volo aspirato da una luminosità invisibile, vedo il cuore che mi
calpesta l'anima.
02 Dicembre 2012 Foglie
Il sole leviga i piedi anneriti dallo sforzo. Croste di fango
trasportano il profumo del bosco, la salita diffonde luce opaca,
intensa, per qualche metro intorno. Oltre, nella morbida oscurità,
animali malfermi si rallegrano, inseguono il vento mordicchiandolo,
si fondono con gli arbusti lacustri. La luce è anch'essa un animale, i
suoi molti cuori fraseggiano intonazioni aspirate, epidermidi
trasparenti avvolgono il contatto con le creature incontrate, una
membrana di palpiti arborei e palustri connette il suo incedere con le
paludi evanescenti, il ritorno nella cavità si compie bloccando il
piede alla nuca. L'immobilità ha sciolto ogni decisione.
Al liminare del sentimento è presente il fremito della nascita risolta
nella presa delle mani tuffate nel profondo, coperte dal salmastro di
alghe passionali. Ora l'aria tersa le stordisce sbattendole nel cono
degli oceani. Il passo del daino di vetro adombra il corridore,
vortice di licheni disperde il gelo, atterra ondate potenti. Si
accovaccia sulla ghiaia muschiosa. L'acqua ristagna tra i sassi
calcarei. Gli scoiattoli tuffano il nulla tra le foglie fragranti . La corsa
riprende, strappa l'albero dal suolo, solleva le arterie, le tuffa in reti,
brandelli di spazio, l'attenzione si placa lontano dal respiro.. Le
onde tingono il sole di salsedine.
03 Dicembre 2012 Pasto
Gli abbracci colmano il sentimento, le spalle stringono un tesoro, dal
petto sgorga una brezza leggera, si scioglie la figura, mani attente
lasciano la presa, l'inverno bacia il cuore, le montagne pressano la
foresta, il tremore del lago erompe nel cielo. Mi sollevano, si
disarticola la volontà, mangio un pasto di luce corporea.
03 Dicembre 2012 Estate
Estate, calore di grano, assillo senza rugiada, canti serali, amichevoli,
strappati alla luna. Tuoni estivi, raminghi, potenti, offerte del sole, il
mais impazzito avvolge la fonte. Acqua verdastra riga i campi
notturni, aria amichevole sovrasta i respiri. Il pascolo indietreggia,
assorbe la sabbia, luci montane, furtive, radici implosive raccolgono,
mietono. Estate nella dimora marina, rettili passivi sostano nella
fonte, liquami anfibi ripullulano nel cuore, bacio d'entusiasmo riga
il petto arrossato. Le gambe afferrano la testa, il caldo erompe,
suscita l'estate, giunge il vento, oceano fuggente, accolgo lo slancio,
sono immobile nel vuoto, il tuo amore libera, brezza mattutina
giunge. Immerso nel tepore, il tuo contatto dissolve, le tracce brillano
nell'ultimo orizzonte, un sorso stellare brucia la fatica. Dopo la
fioritura il grano riassorbe il tempo. Il suo posto nella palude
discioglie lo spazio, agile dita si tuffano fra le rondini, ali fiorite mi
agguantano, sospingono, premono. Alza lo sguardo, un accenno, un
sospiro fuggente, l'estate raccoglie il calore, lo sospinge oltre il
cuore, dimentica l'esistenza.
05 Dicembre 2012 Mantice
Il cuore ritorna nel suo luogo. I battiti sono spazio silenzioso, nebbia
vibrante scorre, precipita i suoi liquidi in radiose foreste, ai margini
del sangue, le radici innestano altri fiori, lo slancio disseta. Nel
ghiaccio ero con te, nutrimento delle tormente, al seguito di un
oceano burrascoso, una brezza erbosa spazzava le onde d'aria, il tuo
petto occupato da respiri tremanti, la pioggia riporta un po' di
quiete nel sottobosco, tracce profonde muovono fra le costole, il
mantice amoroso scaturisce dalle tue ginocchia. La corrente si tuffa
nella schiena, ondeggia, di nuovo solleva, cancella la presenza, mani
saldate, terra euforica. Insieme abbracciamo i fiumi, saltiamo fra
presenze rumorose, posiamo le nostre foglie nella sabbia argentata,
risuona il calore delle promesse, il peso riesce a spostare i corpi, altra
pelle si srotola fra le braccia, contatti sinceri arrestano la corsa. Di
notte scendo fra bagliori non dolorosi, la strada si arricchisce di
impulsi, nelle ossa si contrae l'orizzonte.
06 Dicembre 2012 Stelle
Mi accompagni. L'aria ride abbracciandoci. Baci scivolano fra le
mani, si perdono tra le foglie nella foresta. L'acqua illumina il suo
vortice di terre mutanti, una luce inesistente illumina l'acqua nella
furia del vortice, il vortice è il nostro corpo, riempie di strie
multicolori la notte interiore, sorgenti si immergono nella luce, furia
sommessa, vitale, getti di corpi trasudano animali, gesti di amore
risalgono un torrente di composta passione. La foresta sboccia nella
foresta, fiori tesi fra carni argentate dissipano il movimento delle
correnti, la vista si assorbe nel petto mentre si allunga e doma un
getto di impulsi, le mani tracciano i gesti dell'affetto, tenace nel
tessere l'impeto, raccolgo il vuoto vivente dell'orizzonte, si
manifesta l'arrivo, stelle affamate.
Il calore si annida fra le gambe incrociate, riscalda il tronco, emerge,
trascina, il riposo del ghiaccio liberato nel suolo, ampio varco sfonda
la presa nell'attenzione concentrata, le spalle si immergono, la realtà
fluisce nel proprio respiro, porge gli ultimi sorrisi.
07 Dicembre 2012 Festa
Muscoli del petto si aprono al tuo arrivo, Accoglienza nella nebbia,
gli aironi dissodano il fiume, lo sguardo si tuffa nel profondo limo.
La terra cede sotto lo slancio, il pasto frugale della tempesta è il suo
dono, rotoli di impulsi luminescenti galleggiano, pompati da brevi
impulsi, sfuggono dallo spazio, si assorbono osservando altre
presenze, gli abitanti paludosi festeggiano una nuova fonte, la pelle
espande gli oceani.
Si piega nel suo intimo, le energie lasciano libera ogni decisione, il
petto raccoglie emozioni, gli organi trasudano brezza leggera, si
trasferiscono fra i venti, tutto cede, il cuore si affaccia nel lato
invisibile, prende gli impulsi impalpabili mentre si dilegua,
raccolto, concentrato in un cenno.
08 Dicembre 2012 Incontri felici
La pelle striata gioisce del freddo, il vento lampeggia, emozioni
marine occupano la collina, le dimore aprono agli oceani, dai cieli
grondano nuove superfici, animali erbosi ascoltano nella tempesta, il
calore delle onde si fissa nella pelle, il mare crolla nel ghiaccio, i
respiri trapelano quiete, fra le mani serpeggia l'entusiasmo
incorporeo della tua presenza, il mare si ritira nel lago, è mattina, le
tracce del gelo festeggiano l'alba, una corsa inquieta riposa nell'aia,
polvere invernale imbianca la presa. ti osservo, mi dileguo lungo la
spiaggia, la risacca incalza.
L'incontro fiorisce nello spazio tremante, Le presenze delicate sono
molto insistenti, il loro abbraccio scioglie nell'aria liquefatta, ora la
terra può richiudersi, un colpo d'occhio lieve, sospinto
dall'arcobaleno.
12 Dicembre 2012 Chiome
Il cuore ti conosce, si sposta, apre il corridoio, rassetta le stanze.
Terra, liquida, armoniosa felicità, prende le mani, dissuade,
congiunge il pomeriggio tardo nel volo, freddo sciogliersi fra le
chiome, il lancio. La preda affonda nella ghiaia brillante, il sudore
preme il corpo, l'elasticità delle montagne soccombe al tuono, il
petto colloca il cosmo ora, nell'attimo del tuo sorriso, il motivo
della visione autunnale, fredda primavera, quasi l'impero del tuo
amore. Torna nel volo, il suo vapore tracccia la mia vita, rapido
disseminare, corpi e mandibole nell'incontro, rapprendersi della
brina fra le spalle, il profilo di fiori dichiara un avvenire, battere di
ossa sulla scogliera, momenti intorno l'abisso, risposte di libertà.
Domani ti aspetto. Gesto repentino sposta la visione, manifesto
entusiasmo, prendimi, lenisci il respiro, svuota le terre, luce
embrionale nel futuro, rapidi passaggi.
13 Dicembre 2012 Presenze
I canali della palude si aprono al tuo ritorno. Correnti fiorite
scorrono, erompono lievi, espirate da pressioni cedue, il collo della
ginestra piega il fiore nel torrente, si scioglie un'altra vita presso il
canto dell'alba. L'acqua si raccoglie nel vuoto ondoso, riposa,
scivola fra i collassi delle intensità che rigano il tuo volto,
indietreggia, bagna un fiume dormiente, la terra congiunge altre vite.
E' sera. Lo slancio dei rampicanti sorregge i suoni dell'estate. La
pelle del volto scivola lungo le membra, morde l'aiuola, sorpassa la
fonte con il suo tormento. Ritmo di membra intrecciate, il contatto
si espande, perimetri stellati compaiono fra i solchi traslucidi della
nuova epidermide. Il cinghiale modella il suo gemello nel cuore
della foresta, l'impulso assalta l'odore selvaggio, si acquieta nella
neve pulsante, le braccia inglobano l'abbraccio degli organismi
inanimati.
Un manto asciutto stringe la gola, sorseggia lo sguardo, attende. Il
cuore colma l'agire, risponde all'abbraccio del gelo, l'amore
perdura, dissemina, distrae, l'umida grazia del mattino ruota
allontanando le presenze.
13 Dicembre 2012 Residui
Ancora il cuore mi solleva fra le tue mani, appena accennato nei
contorni, il gioco della luce risplende e trema nel liquido della vita. I
canali si fermano. L'aria abbassa la sua vita sul manto della palude,
germoglia la vicinanza, la riva dello stagno mi ospita, animali
lampeggiano fra alghe nodose. Dappertutto risuona la tua presenza,
nelle membra legnose la primavera riposa fiorente, larve raccolte
gemono ospitali, l'ansa del fiume racchiude le sue spire coralline, il
vento si apre le strade. Gli abbracci uniscono l'impalpabile, residui
di scintille scorrono per raggiungere, fra gli oceani si annuncia,
l'apertura è un getto inarrestabile, freme nei cuori, deposita un
nuovo raccolto, ogni attimo è privo di esitazioni. La schiuma dela
salsedine raggiunge la collina sospinta dall'umidità notturna. Fra le
rocce si estende il sole, inciso nell'erba, trasparente per il sole
stesso. Le mani cercano l'abbraccio, trovano la stella, crescono
leggere liberandosi nelle correnti. Veli di polvere tremano per
l'unione, la fonte si tuffa, inspira se stessa, sfonda l'orizzonte.
18 Dicembre 2012 Isole
Abbraccio il volo. Luci pullulano nelle mani caduche, fraseggio rasente il limbo, pensa la carne, tumulto frettoloso, ancora ansioso il sole risplende, mantice mentale aiuta a baciare. La natura ingoia, risiede in un'isola, i capelli disegnano un gesto, accenno l'entusiasmo, splende la neve. Insolito pomeriggio di freddo lagunare. Nella discesa lo spazio soccombe, fretta calorosa, siepe divelta, riattivo il petto, finestra inodore, scivolo nel bosco corro senza appoggi. Il bosco si estende fin dentro la laguna. Caschi di vegetazione brillano multicolori, serpeggiano spinte nell'aria, freddi organismi ornano la mattina nascente. Ammetti i corpi alla tua presenza, alberi morbidi si abbeverano nei laghi, il mare sorpassa l'oceano, giace incolto.
19 Dicembre 2012 Eccede
Il lago al mattino riflette il cosmo. Ornato di niente incendia i suoi bordi con sottili strisce, le onde limacciose sventolano una luce sorda, tracce di rettili aprono solchi nella pancia liquida. Il giorno è notturno, reti animalesche frastagliano i venti, cadono membri d'aria nel fondo sabbioso, la nebbia si gonfia di spore, la pelle vibra sottile, madida di gocce turchine, respiri erratici schiudono le terre, le rocce si squagliano nei vapori, il ghiaccio lentamente compare, ramifica il suo bacio nella stagione dei riflessi, il petto si denuda, ripercorre l'onestà del suo vivere, affonda le labbra, succhia un invisibile incontro.
I tuoi occhi premono il cuore, mani sottili galleggiano nell'aria, artigli fioriti sollevano, appoggiato nel vento, il ventre svuota il suono, gonfia il cielo. Polmoni ossuti risuonano nella foresta essiccata, tracce stellari incidono i preparativi, il corpo esausto si carica di luce impropria, altri ospiti arrecano un ingombro, mani avvinghiate alla corrente si lasciano trascinare, stingono la passione nell'intensità oltre l'orizzonte, invitano a una nuova corsa. La testa si lascia avvolgere da una corteccia di scintille, presenze. Il caldo affonda fra nuvole di mastice erboso, la scia umida richiama getti ariosi, onde di liquidi eccessivamente densi riempiono fonti ingombranti, quel che nasce erompe dal cielo, freme oltre il peso, racchiude in gabbie centrifughe. La schiena sta ferma nella presa, resiste alla visione, la metamorfosi cancella il contatto, il silenzio si estende , eccede la scelta, il cuore, risucchia nell'intimo.
19 Dicembre 2012 Fremiti
Pulsa il mare nel bosco, riempie di vento la corsa nei canali, si schiude nel respiro il suo nido. Il rumore della pioggia frana nel giorno, le mani nuotano lungo il petto, la saliva, forzata, cola lungo i fianchi, il sole luccica nella corteccia, membrane di brezza avvolgono d'amore. La terra umida avvolge lo slancio, il corpo nuota nel nuovo stagno, si affonda nella foresta, il manto morbido discende col calore, rettili solfeggiano il ritmo desiderato. Il torrente risale la collina, afferra le nuvole per sciogliere la tua tenacia, le foglie risplendono morendo, inginocchiato nel volo la pressione sfonda l'attesa, polmoni si sgonfiano, le radici rilassano ogni flessione, ti toccano il cuore. La spinta contro gli argini logora le costole, il diaframma raschia il prato dormiente, il brontolio dell'oceano assorbe, rimette l'intelligenza , cede di schianto fra i germogli laminati, rapidi passaggi ondosi svaniscono nella fronte, ancora luce, per poco. Una corrente palpita nel prato mentre il cielo corre, si avvinghia alle primule fiorite tra le foglie limacciose, morbide. La corrente s'impiglia nella passione, strappa i muscoli dall'incertezza , lancia richiami, ancora i cieli arrossiscono lungo la pelle, la tua presenza mi pressa da lontano, vicino il lago l'odore della notte ti cancella, nel vuoto dell'arrivo riconosci i fremiti, ti appartengono.
19 Dicembre 2012 Sorriso
L'oscurità sfiora organi tremanti, fiamme articolari lumeggiano pendici fiorite, suoni neurali rispecchiano la laguna nella coltre sabbiosa, roccia elastica modella il tuono, presenta il nascituro in un abbraccio, l'aurora. Il bosco, d'estate, vicino la riva del mare, secca le sue propaggini, muta una vita articolare in una folla di odori intensivi, avvolgono le creature nascenti in un aroma salmastro incendiario, ancora flette il cielo oltre il limite, perso nel cuore estinto, brillante, privo di pianeti. Si resta impigliati facilmente nelle reti tendinee della bassa palude, vegetazione marina microscopica gioisce nell'inseguire l'ombra delle nuvole, oltre il sole si abbatte il cielo, afferra il gesto privo di tensione delle piccole creature, si colloca oltre la loro densità e pesca una gioia maliziosa mentre il testimone si ricopre di squame, svanisce.
Il contatto appaga. L'abbraccio senza forma riempie le membra svuotate, conduce nel nuovo giorno, intenso, privo di natura. Ecco il il corridore adagiato lungo la riva della corrente, il petto sconquassato dai flotti di luce erompente, gli occhi intasati dalla breve estate. Le mani traspaiono nell'acqua rapida e fredda, la brezza solleva un altro impulso, si congiunge nel volo ricco di eccessi, precisione nel cogliere la pace manifesta, non accenna ad ulteriori cadute, giunge deciso all'estinzione della memoria. Richiami. Odore di muschio, una fitta vegetazione ricopre il dorso, il tuffo nella terra vaporosa libera le stelle oltre i confini dell'amore, l'affanno cessa, la presa ha compiuto il proprio atto.
Densi coralli sotterranei riposano nel cuore. Dischiude la corolla lontano dalla luce, disseta il rapido sorriso accolto in un alveare di anime, l'acqua innervata abbraccia il pianeta, solidifica il sentimento e si manifesta con sicurezza nel procedere.
19 Dicembre 2012 Foglie2
Si assicura il ritorno. Non vede la presa dell'orizzonte, canta in modo improprio, libera gli esseri alati dalla vita, nuota indecente fra le epidermidi, risuona nel tuono per nutrirsi degli sguardi, vapore di un corpo, brivido della brughiera.
Le foglie afferrano il movimento, alcuna azione è richiesta, i cuori vengono dissolti, la mandria rotola nel parco, lontano dalle terre, strumenti inanimati rompono la pace precedente, fragranze difettose sembrano pulsare. Il cane manifesta la sua rabbia sciogliendosi nel vento, è un abbraccio inverso, erompe la sincerità, inutile, protratta oltre il principio. Residui serpeggiano tra i gesti, vecchi canali intrecciano cellulosa, la terra estende la sua creatura, riprende il contatto, dissoda le radici, ride la follia del cuore, la rugiada riveste le labbra, assorbe, la foglia non ha lasciato una sola traccia.
21 Dicembre 2012 Fremere
La pioggia scorre fra le braccia.
La presa scivola fra le squame appena dischiuse, il lancio sprofonda nel lago, scintille di gelida bruma baciano il tempo, riposa il cielo nell'intimo del ventre. La corrente freme mentre risale il dorso, si aggrappa ai tendini ossuti ricoprendoli di prati verdeggianti, sciami di creature si ammassano nel petto, sollevano e stantuffano, riposa ancora il cielo, cola la rugiada nelle gole sommesse. I suoni del giorno trasudano dal cuore, alba cartilaginea si affloscia sulla riva del fiume, una folla di gabbiani esplode nell'orizzonte, gli alberi assicurano le stelle spioventi, una furia selvaggia procede cauta fra le ombre. Il pasto strappa le ceneri dal torpore, vortici di insetti fuggono dalla memoria, lo sguardo si annulla tra gli impeti della fioritura, il peso del mare cede per la pressione, il fluido si raggomitola, coinvolge le cortecce abbrustolite dal sole estivo, frana sui pianeti, calcola gli incontri. Fra le rose, le serpi trovano un riparo dal sole. La quercia osserva il lento respiro degli anfibi, spiriti brillanti srotolano membra informi al sorgere della notte. L'oscurità viene aspirata nell'oceano, un manto di sospiri si avventa sulle rocce, la nudità della vita prende il sopravvento, esercita pressioni impossibili, l'oceano rotola fra sorrisi nascenti, l'acqua bagna il roseto, le onde risalgono la schiena, bloccano il giorno. Il freddo si raccoglie nelle ossa, intimorito dai vortici eccitati. Il diaframma lo massaggia, in attesa che il fremito del ventre apra l'accesso al calore, chiami la brezza dal riposo fra le colline. L'attesa è finita, si congiungo le ossa fra le le polveri della luce.
21 Dicembre 2012 Nome
Sembra inospitale il tuo ritorno, le nevi terminano nei tuoi capelli, frettolose apparizioni travolgono il mare, l'innocenza reca testimoni carnali. Il riposo tormenta gli stagni, aria vincola al sentiero, nessun ingombro può ostacolare. Stringo funi trasparenti, i canali avvolgono, assorbono nei tuoi colori, cado cedendo respiri, giungono gli abitanti, nuotano nella nebbia. Il vento è il tuo nome, prende un tentativo, è una nascita, strie di passione affrescano la roccia pulsante, il sasso si spacca, germogliano, insolite, ingombranti, inesistenti. Si manifesta nello spazio, rimbomba del muto sibilo dei cuori, le arterie si addensano nello stagno, gli amori si guardano stupiti, è un'ora vuota, determinata nel suo deserto, incalzano folle animate e fumose, depositano fiori incandescenti. L'incontro con gli animali si conclude nelle radici. La linfa rovescia la terra, setaccia l'aria crea altre possibilità, s'immerge per essere seguita, ali umide di saliva avvolgono scheletri di gelatina, il terreno stenta a nascere, le piante galleggiano nei corpi, tremano, cancellano l'apparizione.
21 Dicembre 2012 Residui
Ci congiunge con forza, il vento distrae i movimenti, la nebbia si fa vela per anime. Suoni gonfiano le menti, le rocce scagliano la tempesta in una forma acquosa, il ventre ribolle, si offre ai fiori. Affollano le montagne, corrodono, riportano la pace tra le mani ossute, flessioni ripetute calmano i crampi, la testa posata sul petto, le immagini immerse nella vita. Dentro il calore riposa, colto nell'unica pulsazione mai nata, il cuore sceglie la sincerità, calore senza nome offusca, presenta l'arresto di ogni canale, corrente, pulsazione. La cascata sommerge i fiori, la riva si riempie di fessure luminose, le onde luminose increspano la palude deserta.
Luoghi ospitali, penombra nutriente, terre innevate dalla tenerezza, suono, movimenti di alberi nel silenzio del cuore, volti appassionati raccolti negli abbracci. Lumi spioventi infrangono la cupola del sole, la libertà si disseta nel cuore, vortici informi guidano le correnti. Immense radici avvolgono le radici, incontrano il tuo petto, le note non pronunciate, arbusti secchi si tuffano nella chioma del lago.
21 Dicembre 2012 Speranza
Anime anfibie riposano nell'edera avviluppata al fiume. La crisalide tremante si libera del guscio, traspare al pulsare notturno, porge il suo timore, vola, piegata nello spazio, per liberarsi da ogni pressione, fugare la speranza, assorbire il pianeta in fiamme. La linfa si concentra nel petto, lentamente, le chiome rotanti assorbono la natura, il petto abbraccia il manto della prateria, vola una cartilagine non umana, densa di corpi celesti, cuori pulsanti, attimi anticipati in gesti appena affioranti. La notte riempie, l'oceano è diventato pesante.
23 Dicembre 2012 Intuito
La calma precede la vita, la spiaggia rilascia le correnti, sprigiona il
cielo affollato di montagne, gelido contatto apre il petto, galleggia
avvolto nelle pelli fiorenti, amore selvatico conduce alla spiaggia,
pietre nella nebbia pulsano turchesi. D'estate il passo è sgombro
dalle nevi, riflette negli stagni l'animazione di infiniti volti, la sete
delle stelle è nota alla vegetazione della valle, gli orsi colgono i
frutti dai pianeti, temono l'affanno del vento, le scintille dell'alba
invisibile. Nell'inverno l'incontro sorprende le valli addormentate
fra la neve, i ghiacci muti trattengono gli scricchiolii, il volo delle
stelle stria le superfici innevate, passi palmati inseguono le strisce,
le tuffano nei propri cuori, rivelano alla natura l'impudica libertà. Il
legno s'immerge nel lago prima dell'arrivo del sole. Tuffa la chioma
intessuta di mani pulsanti in un fondale colloso, popolato di
mucillaggine marina giunta fin qui attraverso i canali di tufo nutriti
dall'oceano. Una vita sospesa di accenni sonori palpeggia le
cortecce, l'odore di linfa si mischia nell'acqua ricca di limo, i vortici
salgono oltre la superficie del sole, si depositano all'interno di
enormi pozze disseminate fra scogli marziani. I tuoni osservano,
procedono retrogradi, i canti diluiscono il silenzio fra la polvere
d'ambra che avvolge i movimenti, guizzi rudimentali rimescolano la
fanghiglia nei canali di tufo, gli animali arrossiscono di fronte ai
tuoni, si lasciano assorbire dalle presenze native..
Quando si uniscono vibrano nella terra, scorrono lungo i corpi,
emettono aria, si muovono oltre le luci, tornano umane, insolite
accoglienze operose producono passioni concentrate, inafferrabili
per le mani, troppo rapide per i cuori. Oltre la luce si espande
l'umore del giorno, galleggia, affonda, sospeso fra la neve e la
brezza gelata, il bosco procede, sfuggente all'intuito.
23 Dicembre 2012 Argilla
Il rumore prende la sabbia, accumula argilla, gonfia la crosta del
fango, trova l'uscita, muove verso di te, ondeggiando, solido nel
tremore del vento, grandine rabbiosa leviga, il manto, argilla, acciaio
bitumoso, il cuore spinge il brivido, decide l'estremo, ruota nella
densità, appoggia la vincita, le mani hanno ceduto, una nuova
compagnia trasforma la vita in un volo, offrono la parola, con lingua
morbida rendono nuda la presenza, il timore li coglie nella dolcezza,
i suoni scivolano nei contenitori, cascano e riempiono, il cibo brilla,
pungente, fragrante, sboccia nei germogli, stupore sulla terra, la
premura li allieta, giungono nelle stanze ove il crollo dimora, spalle
urtano il vello solare, arruffano il suolo piedi felpati, emerge il
fiume, pace tra la folla, sabbia nel cielo, futuro nel vento la sorpresa
bacia, i volti donano alle mani il tempo solidificato, scorre sangue
brillante nell'intimo della corteccia, del rampicante, i fiumi
avvolgono un'insensata abbondanza, il domani perdura, altra
vicinanza raccolta nel petto, mattoni di costole custodi del tuo seno,
ora i suoni irrompono felici, irrisolti si fondono con la candela,
timido calore, diletto dell'oceano, il mutamento si congeda nel
proprio eco.
25 Dicembre 2012 Apparizioni
Il mare non si è mai allontanato da qui. I suoi sogni affondano in
profondità, nell'aria leggera, drogata dal gelo invernale. La ghiaia
del bagnasciuga si è indurita in piccoli blocchi biancastri, il vapore
del corpo ricade al suolo, traccia scie di brina laminare, sensibili al
vento. Le onde, vicino alla riva risuonano acute, un moto oleoso le
sostiene, la palude pulsa nel gelo, solida, florida. Il silenzio assorbe
il mare, lo induce a scagliarsi nella praterie, indugiare nelle valli
appena emerse. Ora il tuo cuore lo apprende, fra le braccia tracce
saline scintillano, gli scogli proteggono dal sonno, tutti noi
aspettiamo l'alba per tuffarci nell'oceano. Il mare si condensa in
un'unica presenza pulsante, lampi incolori serpeggiano fra le alghe.
La corrente si manifesta, il mare si inarca nel volo, i gabbiani
aspettano ai bordi della palude, il gelo vitale dischiude i fiori, si
posa fra le onde di un altro mare, l'oceano in cui continuamente
rinasco. La palude protegge le apparizioni, concentra nel folto della
vegetazione, il mare scorre, cancella il tempo, diluisce la palude,
conduce le apparizioni oltre lo spazio, nelle stanze del corpo una
nuova folla sorta dal nulla preme, invoca con insistenza.
29 Dicembre 2012 Attimi
Il sole scivola fra le siepi, il prato si raggomitola fra le mani, la
foresta ascolta il canto dell'estate, passi insicuri scoprono la riva del
mare, i primi sguardi pulsano furtivi. Gli abbracci affollano le
partenze, sugli alberi grava il cielo pieno di linfa trasparente, i
vortici abbandonano i custodi, dissodano atmosfere spumeggianti.
Seduti nell' involucro consumano pasti leggeri, l'aria nutre,
dispone gli organi nelle vallate assolate, la luce immerge gli
involucri nel silenzio dei nativi. Il cammino infrange la strada,
frammenti umani saturano la brezza, il mare asciuga il suo corso, la
notte ora giunge imperiosa, la luna sommerge, polvere abbagliante
massaggia le montagne trasparenti, pronte per dischiudersi in una
flora non viva, troppo intensa per fiorire tra i ghiacciai rosati. Le
ombre saltano fra gli scogli rumorosi.
29 Dicembre 2012 Petto
Luci sfiorano l'interno del petto, completano il respiro, si lanciano
tra le chiome, continuano il volteggio oltre la luce stessa, si
addensano in movimenti inesistenti. Le foglie morbide, carnose, si
uniscono alle membra, corpo dopo corpo le sorgenti costituiscono i
canali, avvolgono, uniscono le luci, tracciano nuove terre dai cuori
esplosivi. La tensione indolenzisce le braccia, svuota i colori,
congiunge il pulsare dei cuori, il visibile cede, un forte odore di
sabbia bagnata ingoia le stelle, un oceano silenzioso lambisce il
petto.
04 Gennaio 2013 Nel golfo
Un oceano benefico immerge i polmoni, le braccia, il petto, la
visione emergente, la sabbia luccica nel petto, le onde immense
tingono gli alberi liquidi, intrisi di vento, di amore, l'oceano si ritira
nelle radici, l'abbraccio sprofonda fra le anche, il bacino immobile
collassa oltre il fondo, l'oceano si ritira nelle narici, l'immagine
corre, si alterna tra le fonti, brilla oltre il muro, distilla gocce salate
unte di clorofilla, la sabbia tinge lacrime notturne, i flutti intessono
l'orizzonte, freme l'attenzione, nessun testimone. Mi alzo fra le tue
braccia, pressato da un petto piumoso, lo sguardo interrompe la luce,
dirige oltre il cuore. Nel golfo galleggiano i tronchi trascinati dalla
corrente fluviale. Chiazze di corteccia filtrano le acque, la visione
assorbe la trasformazione, la palude a ridosso del golfo attrae il
legname decomposto, innumerevoli tracce accolgono la vita,
conducono l'entusiasmo oltre gli scogli incrostati di sale, il caldo
inonda le mani, afferra l'esistenza di una giornata, cambia l'ora della
mietitura. La corrente placa ogni fremito, il guscio solare conduce il
fluido nel collo, l'immersione si conclude, la testa emerge, sfiora le
acque del golfo, estasi elettronica precede l'apparire del volto, i fiori
notturni abbagliano, il cuore scioglie i legami. Una scimmia barcolla,
l'erba la sorregge, le stelle la sollevano, le correnti lambiscono
l'eco di un gesto. La notte ripete il suo inverno, tracce di siepi sulla
riva del golfo, un manto di nebbia pressa l'alba il cui sorgere
dischiude il passato, racchiude l'esplosione nutrita dalla presenza, il
cielo in fiamme ripete i suoi canti, raccoglie l'invisibile, cessa ogni
timore.
07 Gennaio 2013 Dimore
La siccità invernale riveste il cuore di ghiaccio nutriente, lo afferra,
accarezza, possiede le colline nell'intimo, prende il colore della
diga, profondità animate sollevano il tempo, si depositano lontano
dagli organi. Sdraiati nel gelo, la luce priva di impulsi erompe dal
petto, invade il golfo, lo riscalda, l'acqua fluttua a mezz'aria si
lancia nella polvere, col vento, vicina alle mani , unisce la tempesta,
ora la casa è schiacciata dalla furia, la tensione dell'argento solca
gli impulsi, un vortice sorge nel concentrarsi del lago, il golfo
contrae le correnti, il vento ora accarezza le posture improvvisate, la
dimora si squama, accoglie l'invito, ognuno esce dal gelo, rimuove il
manto del golfo, un solco nel nulla.
La natura scivola fra le crepe del cielo, ritagli di visioni, lembi di
pelle intense, il respiro convoglia in una via di ossa, poi scalda nei
tendini, la terra matura l'estate, il giorno dell'entrata, i colori rigano
l'involucro, anime per un attimo, il luogo si compone a tratti,
impronte dell'amore scuotono vaste regioni, un trasporto attivo di
umori, l'interno di radici dense di fiori, lo scorrere in uno spazio,
oceano da sempre,.
07 Gennaio 2013 Affluire
Luce velata, freme nell'unione.
Presa, aria compatta, incuria del vento, lo slancio cede, non
pretende, continua.
Affluisce nella grotta, inondazioni fertili, maree nutrienti.
La terra comprime i suoi frutti, gli involucri gonfiano il mare,
l'ascolto s'indebolisce.
La corrente scorre sotto la sabbia, altera il peso, galleggia oltre
l'esistenza.
Volgersi nelle proprie membra, esaudire l'attesa, appoggiarsi oltre il
sensibile.
07 Gennaio 2013 Avvolgere
Il sole brucia, lentamente arde le vallate, le mani affondano la lava
nelle vesti, sapore di calce nell'aria, gocce di rugiada dormienti,
riposo. Le lucertole si arrotolano nelle siepi, il canto dei loro sogni
precipita nella foresta, appena un incontro preme l'aria, l'iguana
osserva svanire il mondo. L'apparizione invade, genera il suo cosmo,
gli appelli lo richiamano, un continuo denso flusso nutre i suoi
organi, gemono germogli consapevoli. Il tuono incalza
nell'invisibile, ritorna, riprende il fluire della tempesta sui fianchi
della scogliera, le reti tentano una preghiera, adesso un semplice
gesto pone fine al tormento. Il sole si consuma nella spiaggia deserta.
I battiti del vento precedono la stella, movimenti appropriati
esauriscono l'agire. Il cuore affonda lentamente, tra i fiori, nel
silenzio, il ritorno assorbe, avvolge.
07 Gennaio 2013 Felci
Gli organi scivolano nel fondo del bacino, solo i polmoni fioriscono, splendidi, trasudano emissioni, mostrano labbra, le felci assorbono la mente, mandrie bovine mangiano le luci, i fianchi dischiudono ghiacciai animaleschi, tensioni celestiali si muovono. Una pelle leggera avvolge i germogli nascenti, le correnti indugiano fra le onde, le spingono nella pioggia estiva, il loro impulso spezza il fieno secco. L'acquitrino ospita libellule inquiete, il ronzio penetra, innalza, evapora. Il nido di ossa ruota lentamente. Un caldo liquame nutre la fonte, suoni, odori, refoli di vita, crepitano fra le onde del giorno, lieve bacio solare sgretola il cuore, adagia, illumina inascoltato. La nebbia leviga il manto terroso, scaglie di roccia appesantiscono il nido, la rotazione muta la nascita, il cuore si è fuso nell'emozione incolore. Le foglie vibrano indolenti, respiri si uniscono alla sorgente del lago, le fonti richiamano la presa del ventre ossuto, un canale di aria impetuosa attiva il pomeriggio lagunare, la terra si avvolge in un'implosione schiumosa, le ultime tracce rigano la battigia.
09 Gennaio 2013 Lemuri
Il sudore si accumula, fatica solare riprende la via, colore interiore
si predispone al lancio, riccioli di sauro colmano la selva, il liquame
scorre nella foresta, il terreno si alimenta in profondità inumane. Le
radiazione strappano la mente dai luoghi abituali, colmo di detriti il
cuore pulsa, pace recondita frange la vista, visione incauta si spegne,
aggirare il vortice, poi erompe nell'ascesa. Il vento solleva la
spiaggia, radica la presenza nel disfacimento, anime lacustri
brillano vicine, scelgono , sanno, il petto implode oltre la
concentrazione, al di là della profondità la dissoluzione sfalda ogni
canale, gli oceani assorbono i propri canti, si depositano furtivi in un
manto progressivo. La presa è involontaria, una danza di legami
organici, improprie attitudini, lemuri rosati sorseggiano lucenti
praterie. Ora la vita precede la visione.
11 Gennaio 2013 Traspare
Il colore unisce i cieli. Gemme repentine si tuffano nella piena. Gli
scogli specchiano le maree flagellanti, cumuli di sabbia diventano
tori astrali, messe stellari si adagiano sui pianeti, lievi epidermidi
contengono gli involucri nascenti, le gemme succhiano l'aria,
insaziabili, concentrate. Dai rami gocciola gomma argentata, la pelle
brilla, si frastaglia nella luce, ritagli di vita raggiungono il prato, la
mente discende nel calore delle radici, i movimenti del petto si
spingono oltre l'orizzonte. I fiori trattengono le passioni, stupiscono
i tuoni nell'intricata boscaglia, ai bordi del fiume si ammassano gli
animali, le risposte emergono nel magma ossuto. Rettili delicati
cancellano il pascolo, accolgono volentieri i ventri bovini, osservano
il dettaglio sprofondare il cuore, lampi furtivi erompono dai loro
corpi diventati trasparenti. Nelle praterie bagnate le farfalle
centrano traettorie evanescenti, i sassi sono avvolti da vapori
primaverili, croste di terra scaldano gli scogli, grumi di cibo
seccano al sole, la mandria si estingue, l'eclissi la cancella, gli
animali riposano negli involucri gemmati.
Le isole oggi sono visibili. Reti di lava essiccata le innalzano,
morbide, tenaci, torrenti d'insetti sciamano nei loro tronchi
imperfetti, conchiglie vibranti masticano, cantano. Le risaie coprono
le isole, brezze vellutate passeggiano sulla fanghiglia umida, volatili
precoci si sollevano oltre la visione. La presenza delle vallate
trascina le isole in vortici impercettibili, il peso non cede, il suolo
afferra il peso, lo dirige con amore nel centro del suo ventre. Sopra
il cielo, si dischiudono le piantagioni, colano i semi fin dentro le
risaie, onde invisibili uniscono le piante ai propri germogli, l'estate
tocca le isole, il rimorso scompare. Presenze sottili affollano l'aria,
l'oceano giunge ad unire le isole, il vento arretra, si riposa fra gli
occhi degli animali, le isole son costituite di vapori, i venti li
mutano, i cuori li emettono, le mani li evocano, la mente li cancella,
il cuore ne fa parte, l'assenza li contiene e li emette, il tremore
segnala il calore della vita, l'azione delle foglie, il bruciare dei fiori,
il corpo si dissecca sugli scogli emersi con il protrarsi della siccità,
le mani ottengono il contatto ma non la visione, il pomeriggio
ritorna col suo fragore assordante, le membra si adagiano nella corsa
pressata da una tenerezza ignota, nell'acquitrino un anfibio si tuffa
oltre il fondo, strappa l'involucro, inghiotte le gemme, perde i
desideri, traspare nell'amore, si disfa del vento, si lascia distrarre
dalle onde della tempesta.
14 Gennaio 2013 Stupore
L'aria scivola, frivola al contatto ride nel mezzo della notte. Suoni
rompono il ronzio, gli insetti dell'alba saltano nell'orizzonte, lo
spazio si deforma, le comete afferrano l'ombra del sole. La rotta del
vento s'incanala fra i tuberi primaverili, la terra in superficie è
ancora umida, le mani l'afferrano, con voluttà, poi sollevano il
vecchio leone, donano.
Oltre la pace il ghiaccio invoca e ottiene il sole. Luminosa,
irresponsabile, brilla nelle radici. Il fiume ringhia in un baratro
vorticoso, il corpo lo accoglie in una sfera lucente, il cuore
drappeggia la tempesta con baci umidi, festosi, l'arrivo dei ghiacci
ricompone la processione.
Scende, procede, vola nel senso inverso, accolto nelle profondità
senza consistenza, lascia impronte oltre il contatto, la luce si sposta,
contrae il suo dominio, torna nel luogo al di sopra del cuore da cui è
fuoriuscita. La corrente si scompone, ogni fremito si libera, impulsi
indipendenti affollano la pioggia, un immenso organismo affonda
nell'inesistente,
Il passaggio si apre, precede le gambe, allarga il visibile, semplice, ti
ama. Una vesta di squame riveste il cielo, labbra frangono il fremito
del mare, stupore.
07 Gennaio 2013 Coltri tenaci
L'acqua risolve l'enigma, prosegue il canale, edifica le giunture. Il
canale di fango varca la scogliera, assorbe le membra del golfo,
mastica il suolo, le testuggini riflettono il brusio, tepore autunnale
offusca l'imbrunire, la brezza ritorna nel flusso dell'acqua, polmoni
lacustri palpitano frenetici, generano esseri custoditi nella luce
pluviale.
Le presenza si espandono delle terme naturali, vapori di metano
avvolgono gli sguardi incompiuti, involucri nascenti mormorano,
eseguono esercizi per trasmigrare nella invisibile pressione. Zolle
di terra aderiscono ai polmoni, attenzioni concentriche affondano nel
magma, le spalle brulicano di pulsazioni orientabili, febbre di
passione ramifica il perimetro della macchia, rovi adulti affondano
nel mare, sospingono il vento dentro capillari evanescenti, una flora
mobile, priva di luogo, discende fra le onde, flutti di limo tracciano
il futuro, assorbono campi luminosi, incrostati dalle maree.
L'azione si espande ben oltre l'agire, il velo del cuore si esaurisce, il
liquido appare improvviso, preludio del manifestarsi, del fiorire nel
nulla, irrisolto nel tempo. La neve preme sui fianchi. La corsa si
fonde col gelo, i cani sciolgono la barriera, corallo lunare rende
fertile l'inesistente, coltri di erba mobile galleggiano fra le galassie,
sostengono l'agire delle presenza, assorbono le visioni col respiro
del ventre, il suono delle mani in un abbraccio tenace.
15 Gennaio 2013 Arrossire
Sospinti dalle ombre si rivolgono al nascere, intesi i suoni di un
coro primaverile, la nascita è compressa fra ali veloci, gli animali
assorbono clorofilla precoce, il canto diventa una strada stellare,
lembi di corpi si uniscono nell'amore, organismi intrattabili
eseguono l'altrui presenza.
Oltre l'agire vive il presente non visto, argine quotidiano al tumulto
dei nascituri, gli slanci retrattili dei viventi nel golfo scelgono le
destinazioni, colgono il dissolversi della brezza, erompono nelle
fioriture delle siepi giganti nutrite dall'aurora, visibili dal petto ora
dischiuso nel vento. I petali ghiacciati arrossiscono all'alba, in un
remoto frangente si ritirano nel cuore, estendono le siepi fra le
pieghe della scogliera.
16 Gennaio 2013 Fuochi
Colori solari, caldo sottile interiore, fianchi veloci ruotano il piano,
pianeta levigato da meridiani imperiosi, toccarsi nelle fonti, grumi
di umidità propizia insiste, fremiti di fantasmi palpitano nella
prateria, il sole raccoglie i suoi fuochi, lambisce le mani notturne
unite nel piegarsi oltre il pianto, gioia ramificata percorre il ventre,
dissoda cuori, polmoni, fiorisce, emette le maree, cado nel bosco,
certo dell'accoglienza. Il pomeriggio preme nelle ossa, spinge
l'agire lontano, si perde nella tundra gelida, accolgo pietre
nutrimento del focolare. Le braccia trattengono la spinta
dell'invisibile, il canto improvviso ruota senza suonare, accenni di
volti.
16 Gennaio 2013 Pace
Seduti distesi, fra le onde, bagniasciuga schiumante, sassi
amichevoli, luci filiformi addensate nelle carni, sale marino
vaporizzato nei polmoni, estate perenne scivola nelle correnti,
freddo amorevole solleva l'aria, cavalca i venti emanati dalle colline
ondose, oceani fioriti ammassano cuori, capelli si ritraggono con le
maree, nella fanghiglia marina la vita dura attimi, io con loro.
Riposto tra i frangenti pulsanti, al di sotto di epidermidi trasparenti,
ossa cristalline flessuose, giunge sull'altipiano lo scroscio dei
tempi, alberi, rovi, muschi parzialmente gelati, legami di pace
stringono il cielo in un pianto, piove nei corpi, calici di petunie
saggiano le prime ombre, seduti nella ghiaia, il torrente dirada la
vita. Il fieno primaverile festeggia il passaggio, lumache argentate
trasudano nella nebbia, mani urbane chinano profili arborei, risate
stremano l'attesa, si allarga oltre il suono, oltre l'unione un nuovo
sorriso desta. La chioma dei lecci sorseggia l'orizzonte. Giunge il
volo dei pascoli celati tra i venti. Semplici passi concentrano l'atto.
L'immagine coagula tracce di esistenze, risalita veloce nei polmoni
pulsanti, mani cancellano, traggono il contatto nel profondo,
toccano il cielo.
16 Gennaio 2013 Sfaldare
Seguo il mio sangue fino alla sua scomparsa, insieme concentrati in
gocce di clorofilla, tratti dalla luce nell'oceano dormiente
contenuto nel golfo animato dalle correnti. Nel movimento il
corpo si è disciolto lontano dal suo perimetro, la corrente è la sua
stessa concentrazione, giunge nella profondità, in un calore senza
pressione, infine ogni presenza si dilegua, ricompone un'insolita
fermezza, l'incontro si ripete, le mani cedono all'amore, le presenze
congedano la luce, il torrente invernale non fa alcuno sforzo per
accogliere i baci.
Lungo la strada altre animazioni svelano la propria semplicità
L'unione collassa fra onde dirompenti, un intrico lagunare schiude
nuova acqua per la veglia marina. Le nebbie mobili ritornano nei
polmoni, si prolungano altrove i contatti, la presenza si diffonde,
nessuna voce, solo suoni reticolari.
Insieme non siamo umani, il percorso precede il tempo, la strada
discende bruscamente, estate torrida, accogliente, sincera. Il sospiro
notturna allieta la metamorfosi, scintille stellari sfaldano le forme,
anche la sabbia disperde il suo seme, poche emozioni resistono nel
golfo, vortici immobili precedono le parole.
17 Gennaio 2013 Inondazione
Le mani liberano la vita, ignorano i confini, rimuovono perimetri.
Solchi di luce riempiono di correnti, le vette delle montagne
uniscono i cieli, ovunque il respiro si attarda nell'ascolto, gambe
ripiegate nella sabbia, il corpo perde se stesso.
Nel frutteto indugia la fioritura invernale, anelli di pietre rotolano
fra le onde, lesto il ghiaccio inonda la terra, cibo per l'invisibile,
evocazione incauta, spinte sommesse rialzano il velo, epidermide
ventosa leviga, il limite cede, accoglienza ripetuta, il mare inonda i
sassi, frange la crosta fangosa, indurita. La spiaggia si ritrae,
congeda l'esistenza. Il cuore si espone, improvvido ascolto, la
nudità preme, gonfia, schianto di persiane nella tempesta. Eppure il
sudore inonda la pelle, riga il sedile, pomeriggio torrido estivo,
presenza immutata, un cono d'aria conduce nel centro, quelle pietre
fiorite nel mare invernale, scagliate dal vento oltre i legni del
frutteto, uva ghiacciata,
Il contatto non genera immagini, l'oceano tace, dilegua, il cuore
concentra sommesso. Il vento travolge se stesso, lancia urla di pace
fra i rami del frutteto, trascina le anime nei vortici, le solleva, solo
allora l'oceano sprofonda nel mare, univoco, esteso. E' appena
accennato, lembi di emozioni fraseggiano nei germogli, le cavità
aspirano il sangue, capillari evaporano. Le stagioni si consumano a
vicenda, bisogna far presto, prima o poi il canto cederà.
20 Gennaio 2013 Aderire
Il silenzio è vivo. Coagula presenze in aperture eterne. I fiori si
appoggiano fra lembi di foglie. La vista fluisce immersi nella foresta,
deserto rigoglioso, tempesta inerte lascia che l'oceano la frastagli,
con amore aderisca agli scogli pulsanti. Vivono prima di manifestare
amori attoniti, fuori dal suono, spiaggia brillante di plancton. Alcuni
solchi baciano il lago, le serpi attraversano la laguna, morbide nel
tempo, occhi arrossati dal tramonto riflettono fra le squame lucide. Il
fondale dei cuori emerge nel nulla.
22 Gennaio 2013 Unioni
Risplende, illumina salendo, crea mentre appare, incontra, fiorisce, accorre dischiudendo il ventre, il petto, la gola, poi fiocca ovunque qualcosa di troppo luminoso per essere ancora luce, aderisce, solleva, libera, canta, annulla ogni azione. Procede . Le superfici tremano sospese nei venti ascensionali, oltre le valli lo stesso mare si condensa in oceano e poi viene innalzato da respiri inumani, unione insignificante sempre possibile, sempre presente. Fra le costole la pace, fonte continua priva di direzione diffusa sino all'unione impossibile. Il cuore si allontana, la sua presenza diventa più intensa.
Fuori dal corpo l'animazione fluisce, mani intense, colme d'impulsi si assorbono in slanci visibili solo dal cuore, all'interno tutto si sgretola in una gioia inconcepibile. Le montagne ondeggiano, dissolvono la propria epidermide stellare, estranee ad ogni incontro avvolgono ed espandono, sono presenze non più contenute dalla luce, erompono nella libertà, si trasformano, trasformano.
24 Gennaio 2013 Mattino
Scintille popolano le prime nebbie invernali, l'erba evapora nel
cielo, gli animali nuotano nelle profondità del pianeta, le rocce
spingono l'oceano nelle valli carnose. I tendini della schiena vibrano
di leggerezza primaverile, la pelle riflette luci ipnotiche, il mattino
giunge fra le pieghe dei volti, condensa fredda riga gli occhi, il cibo
scivola direttamente nella fonte colma di spiriti fluorescenti,
pacifici. Lo sguardo viene sopraffatto dalla concentrazione, le
manifestazioni scompongono gli esseri, l'indipendenza appare
innaturale fin quando il tuono la ricompone nei canali vorticanti, il
movimento penetra il movimento, infrange le proprie onde sulla
spiaggia, le alghe respirano , assorbono, distaccano il tempo,
introducono nuove sementi, liberano dalla procreazione. Le mani si
tuffano nel frumento primaverile, appena tagliato, le nubi, compatte,
rafforzano l'olfatto, le radici del pascolo assorbono il cuore, lento
scorre l'umore nel petto, il cuore trattiene , poi dissipa, immerge lo
spazio in un fragore di ossa, trova la vita in ciò che non appare.
25 Gennaio 2013 Domani
Le gemme ricoperte dalla pioggia sono gonfie di anime pulsanti
pietre, corpi cavernosi legati al cuore, percorsi da canali avvinghiati
nelle mani trasparenti. Il lago prende il suo posto, immerge gli
organi densi di gemme nella melma vitale, strisce di epidermide
scivolano sulla roccia, entrano nel piede, ricostruiscono il percorso
di una vita, saldano l'unione con altri cuori. Un cosmo senza ossa,
piegato nel suo collo, digerito dal ventre interno, sensibile alle stelle,
rigoroso nell'amarti, deciso nel manifestare il mutamento lontano,
fracassato nei lembi di un ghiacciaio andino disperso nel deserto,
perché l'amore brilli senza l'aiuto dell'immaginazione.
La corrente trema nella salita, frastaglia le rocce , i detriti rigonfiano
i corpi al momento della loro nascita, lucide apparizioni donano un
istinto prensile, il manto erboso, tinge i polmoni di praterie, la lava
si unisce alla corsa, la trasparenza cela nomi e immagini, nel vago
delle mani riflette la mente, ritorna la presa dei baci, ruota l'anima
nel midollo delle ossa e con quello ogni decisione esplode
liberamente, aria mattiniera, arresto improvviso, comparsa
inesistente lo spazio è il nuovo cibo, ingoio.
I lati dell'oceano moltiplicano, cancellano, aprono la quiete, una
luce priva d'origine digerisce la manifestazione, il tessuto precoce
installa passione, la vicinanza del calore genera le mani, le tue mani
cadono, si solleva il vuoto, infinito viaggiare nella calma , la
passione degenera in un vento privo di contatto, pressione dello
guardo condensa presenze, improvvise epidermidi radono al suolo
cosmi evanescenti, il gesto abbozza un nuovo mattino, la luna
ricopre il fondo, l'anima pensa la resto.
La presenza ripete la presenza, tensioni squilibrate deformano il
golfo, accade anche a un cane , ora si ferisce perché il falco resiste,
cede ogni aspetto, luci crollano, allo spegnersi del sole emerge la
luminosità impetuosa nell'inspirare, il fiato condensa il volo oltre la
vita, non distrarre le cascate, imprevedibili transiti cerchiati da
abbozzi di preghiere. Il cane ritorna nella sua casa prima di nascere,
ogni nemico affonda nel suo pelo, l'ombra del giorno non lo
illumina, il sole non lo mangia, il sole cede, il cane si tuffa
nell'acqua profonda, diventa una mangusta affollata di gemme
pietrose. Gli elefanti si accucciano nel lago, , tornano nel cammino
incrostati di alghe e sabbia marcia, l'odore dell'affetto attira il nulla,
si svuota ogni presenza, il fiume galleggia da solo, ultima presenza
nemmeno luce circonda, fermo nel domani, amare.
25 Gennaio 2013 Indeterminato
Strie animate galleggiano nella visione, entrano nella vallata, hanno
radici nel cielo, il cuore spinge, imprime la sua andatura, rimuove
ostacoli invisibili, colma il lago di certezze impalpabili. Il vento
ritorna nel petto, insieme agli alberi esce nei vortici immobili, luci
distaccano l'esistenza dai tronchi pluviali, lembi di cortecce emotive
si accumulano nel paesaggio bitumoso, l'unione dei fiori nella
mente e dei fiori svuotati scorre libera, incondizionata.
Il sorriso scivola fra le dita, la testa cerca il contatto, lo trova
indeterminato, morbide presenze avvolgenti arruffano le superfici,
risuona il precipizio colmo di correnti, vasto liquido denso di
passioni inumane, animali intrisi di clorofilla grondano sul pianeta
piogge inattive. L'oceano compare privo della propria causa, vuoto
d'intenzioni, onde compresse in organismo libero dal proprio essere,
il cielo irrora la spiaggia di violette, odore di salmastro sboccia fra i
ghiacci metallici, strati del cosmo risolvono l'attrito in una muta
concentrazione, appare e scompare. Nudo nel vento liquido
sopraffatto dalla vitalità dei canali inspirare altrove, libertà
25 Gennaio 2013 Occhi
La visione è viva, rilassa i cuori, pulsazioni affluiscono in flotti
bronchiali, il suono erompe dalle trachee, fiorisce nell'aria
emergente, i vapori rassodano nuvole invernali, la bruma del mare
compone le scogliere mobili, lo slancio copre il peso delle membra,
l'astuzia affonda nell'amore. La visione è molte fonti, ora piovono
ovunque, prese amichevoli comprimono gli spazi, sentieri naturali
induriscono le colline, i bacini dischiudono progressioni vorticanti,
la luce ricopre un intenso operare, riduce il rumore, l'incertezza
assorbe, umori concentrici donano grazia , il vento incalza, risale i
fiumi, risale le stelle, risale la visione, comprime il respiro, la visione
trama nell'amore sospesa in una rugiada invisibile, l'erba riposa
negli abbracci invernali.
Il vuoto del petto è sospinto nella tempesta mattiniera, il calore
illusorio di mani evanescenti spande un contatto proveniente dal
vuoto, la tempesta muta le sue vie, aderisce alla foresta stipata di
rocce brillanti, prive di altezza. Il passo morbido del vento di nuovo
sospinge il petto in una sorda pressione, delicata certezza dello
sfaldarsi della scogliera, memoria dispersa nel volo degli stormi,
non sono alberi ma i rami assorbono l'apparire, l'esistente fluttua, è
un incontro pomeridiano. La foresta è popolata di luci fra loro unite,
rami, radici sono luci viventi, l'acqua è luce, luce è anche il vento, il
suono luminoso fiocca sulle vallate innevate, il freddo lucente si
adagia sull'oceano di luce, la luminosità si concentra lontano dalla
visione, la giornata si avvia, nelle vene pulsa la foresta, suoni
ripetuti orientano il respiro, il volo è una strada vivente, fiumi di
oceani risalgono fra gli occhi socchiusi, mani afferrano, la vita brilla
in una calma lacustre, abbracci inanimati.
25 Gennaio 2013 Presagio
Mostra il volto sommerso dalla luce, il vento solleva immagini
ardenti, il corpo nel respiro ritrova l'azione, afferra le mani, si posa
senza contatto, le pulsazioni diurne formano germogli arborei, il
cuore dona immagini di pace, la campagna estende la nebbia, passi
decisi dirigono alla fonte, l'acqua s'immerge nel canto delle
conifere, l'aria drappeggia percorsi invisibili fra le pieghe dello
spazio, si manifesta il silenzio nell'apertura del petto.
Il calore ripercorre il tempo, fraseggia memorie perdute, lungo il
crinale si dissolve nel volere del giorno. Restano alcuni animali
nella valle sconquassata dai tuoni. Un tunnel primaverile bagna i
loro piedi, cibo stellare si depone nei grembi, nelle arterie appare
più d'un canale fluente altrove. Le presenze attivano i passaggi,
accorrono le menti, dispongono la nuova semenza, ripartiscono in
scintille le inondazioni dei cuori. Il presagio si manifesta nella vita,
circonda la foresta con pressioni custodite nei cieli, si ottiene la
pace, il cammino sostiene le spinte, il vento contiene esseri, li
intrattiene nella primavera mentre gli oceani conducono la fine.
27 Gennaio 2013 Progressione
Abbraccio. Mani consumate dalla luce. Giorno si abbatte con
frastuono sulla scogliera. Ventoso, corpi rarefatti immergono nei
cieli, flussi respinti orbitano nei cuori, negli sguardi contemplazione
frenetica. Le correnti hanno scelto. Incredulo della profondità ,
epidermide densa di gemme fascia il canale, infinito, squamoso,
aderente al nulla, vuoto nelle tensioni, cuore di stella ritmato in
pezzi, ora cadono radenti al cielo, notte dopo notte, lo sguardo
ancora persiste, incredulo, non afferra niente per sé, il corpo coglie
un'anima, astuto nello spingersi oltre, accolto da moti
impercettibili,.
Canali ventosi ascendono nel cielo, la compagnia cessa, trema
l'orizzonte, la vicinanza diventa un unico contatto, tensione
indescrivibile, ruscelli armonici rigano le rocce, incuranti del deserto
generano praterie, foreste, ghiacciai, la neve splende sopra la sabbia
infuocata, le animazioni ruotano senza tempo, prendono a cuore le
manifestazioni delle nature, le pelli scorono cercandosi, il ritorno
dell'oceano alla mattina, nebbia gelata fra le onde del fiume, alla
foce, estuario boscoso bagna il cielo dai cuori umidi. Sali rocciosi
scolpiscono gli animali gestanti.
Sabbia vivente si espande , copre lo spazio, trasporta i pianeti in
un'unione d'oceani, il petto inspira con un solo movimento, la
visione assorbe la sterminata distesa di sabbia salata e umida,
branchie pulsano nel freddo lunare, le mani comprimono in una sola
cavità, la progressione avanza, moti inversi, fremiti senza forma
stringono in nuovi legami, espressioni inanimate sulla pelle mentre
svanisce.
La terra ondeggia nella pace della palude, la luce si manifesta nelle
visoni animate dall'afa estiva, si lavora, sudore e amore.
Procede immobile nasce senza apparire, vicino, concentrato, libero.